In occasione delle celebrazioni per la Festa del Patrono di Bergamo, Sant’Alessandro, nell’ambito delle iniziative organizzate dall’Amministrazione comunale, da lunedì 26 agosto 2024 prende avvio la mostra Porte aperte in Casa Suardi, con lo scopo di presentare al pubblico una parte della documentazione inerente l’utilizzo del complesso di Casa Suardi, tratta dall’Archivio storico del Comune di Bergamo e dalle raccolte iconografiche della Biblioteca.
Lunedì 26, dalle 9.00 alle 17.30 la sede di Casa Suardi resterà quindi eccezionalmente aperta per consentire, non solo la visita della mostra, ma anche l’accesso ai locali normalmente chiusi al pubblico, che conservano la documentazione dell’Archivio storico del Comune e che, in passato, ospitarono gli uffici del «Giudice alla Ragione» (il Tribunale civile) e del «Giudice al Maleficio» (il Tribunale penale), in omaggio al tema delle celebrazioni di quest’anno, “La Giustizia”.
Ingresso libero, senza prenotazione. La mostra rimarrà visitabile fino al 21 settembre durante gli orari di apertura della sede.
Presentazione
L’edificio storicamente identificato come Casa Suardi, oggi sede dell’Archivio storico e del Museo del Cinquecento (Museo delle Storie di Bergamo), ha ospitato una delle carceri cittadine (dal XIV sino a metà del XIX sec.) e gli uffici giudiziari che si sono susseguiti sotto i diversi regimi sino agli anni ’20 del ‘900.
L’esposizione si propone, senza alcuna pretesa di esaustività, di illustrare alcuni aspetti meno noti riguardanti queste istituzioni: dalle spese sostenute dai carcerati per avere a disposizione un letto con lenzuola, all’attenzione prestata alla salute fisica e morale dei detenuti; dalle evasioni riuscite, agli interventi di ampliamento e migliorie promossi dal podestà Alvise Contarini. Con riferimento agli istituti giudiziari, la documentazione testimonia la costante riorganizzazione degli spazi in risposta alle contingenze del momento e alle mutate esigenze del sistema giudiziario.
Una breve esposizione di saggi, funzionali ad illustrare la documentazione presentata, intende fornire una prima traccia per quanti desiderino approfondire i temi trattati.
Le carceri in Casa Suardi
Casa Suardi è sede di spazi destinati alla detenzione dei carcerati sin dal XIV secolo: si tratta di una lunga e articolata vicenda storica, che si dipana attraverso il periodo signorile, il dominio veneto e i rivolgimenti seguiti alla concitata fase rivoluzionaria e che prosegue sino agli inizi del XX secolo. Alcuni snodi particolarmente significativi di questo percorso sono stati messi in luce in anni recenti da una serie di studi e pubblicazioni: la selezione proposta in questo allestimento mette a fuoco, da una parte, le tracce più antiche della presenza di una struttura carceraria nell’area in cui, in un secondo momento, si sviluppa Piazza Vecchia; dall’altra, la rideterminazione della funzione d’uso cui le carceri stesse vanno incontro nel quadro dei mutamenti politico-istituzionali innescati in epoca napoleonica.
Casa Suardi hosted spaces for the detention of prisoners from the 14th century to the beginning of the 20th century. Some of the most significant moments of this journey have been the subject of recent studies and publications. The exhibition offers a selection of these bibliographical resources, focusing on different themes: on the one hand, the most ancient hints of the presence of a prison in the area where Piazza Vecchia later developed; on the other hand, the redefinition of the usefulness of prison itself during the Napoleonic age.
Fotografia con veduta di Piazza Vecchia, [seconda metà XIX sec. – inizio XX sec.]. Bergamo illustrata, faldone 11, n. 61
Questa fotografia, proveniente dalla raccolta iconografica Bergamo illustrata, può essere messa a confronto con l’immagine pubblicata nel contributo di Barbara Carissoni per “Archivio Storico Bergamasco”, riportata più sotto: si può immediatamente osservare che l’illustrazione a corredo dello studio di Carissoni rappresenta un dettaglio della fotografia originale, in cui si valorizza lo scorcio della piazza in corrispondenza dello scalone d’accesso a Palazzo della Ragione. Proprio al di sotto dello scalone gli studiosi collocano l’ingresso delle antiche carceri.
This photograph of Piazza Vecchia, from the iconographic collection Bergamo illustrata, can be compared with the picture published in the article that Barbara Carissoni wrote for “Archivio Storico Bergamasco“: this last image represents a detail of the original picture, focusing on the glimpse of the square near the stairway leading to Palazzo della Ragione. Scholars locate the entrance to the ancient prison just below the stairway.
1. Barbara Carissoni, Il sistema carcerario a Bergamo in età napoleonica, in “Archivio storico bergamasco”, n.s., n. 2, maggio-agosto 1995, pp. 4-17. Sala 23.917
Studio sulla riorganizzazione dell’ordinamento penitenziario a Bergamo in età napoleonica. L’autrice pone l’accento, fra l’altro, sulla costituzione di una rete di strutture detentive, ciascuna delle quali è destinata ad ospitare una specifica categoria di detenuti: le carceri di Piazza Vecchia vengono ora riservate ai condannati per reati minori, destinati a pene di breve durata, o a coloro che sono in attesa di essere trasferiti in altri luoghi di detenzione al di fuori del territorio di Bergamo.
This article presents a study on the reorganization of the penitentiary system in Bergamo during the Napoleonic age. Among other issues, the author emphasizes the creation of a network of detention facilities, each one intended for a specific category of prisoners: the prison in Piazza Vecchia is now reserved for those who have been convicted of minor crimes and are thus destined to a short-term detention, or for those who are waiting to be transferred to other facilities, outside the territory of Bergamo.
2. Gianmario Petrò, Dalla Piazza di S. Vincenzo alla Piazza Nuova, Bergamo, Officina dell’Ateneo; Sestante, 2008. G 3 9678
Studio sull’evoluzione urbanistica dei principali luoghi di rilievo istituzionale di Bergamo, a partire dall’analisi della documentazione conservata nell’archivio notarile. A pp. 46-47 si parla di un atto del notaio Adamino de Crene, datato 19 ottobre 1336, che contiene il più antico riferimento finora individuato alla presenza delle carceri presso la Torre Civica.
This book offers a study on the urbanistic development of the most important institutional sites in Bergamo, based on the analysis of the documentation preserved in the notarial archive. On pages 46-47 the author talks about to a deed signed by notary Adamino de Crene on October 19th 1336, which includes the oldest mention so far identified about the existence of a prison near the Civic Tower.
Le carceri negli statuti della città
Gli Statuti di Bergamo costituiscono una fonte privilegiata per indagare molteplici aspetti della vita cittadina: le carceri vi compaiono sia come istituto giuridico, investito di uno specifico valore sociale e politico, sia come luogo fisico, utilizzabile come riferimento per definire i confini delle vicinie in cui si articola il tessuto urbano. Le riproduzioni che qui si presentano, tratte dagli Statuti del 1391, 1430 e 1491, prendono le mosse da quest’ultimo aspetto, innestandovi una riflessione sul rapporto di contiguità, non solo spaziale, che lega le carceri “ai piedi della Torre” alle massime istituzioni della Città.
The Charters of Bergamo are an excellent source for investigating different aspects of the urban environment: the prison is mentioned both as a juridical institution, with a social and political relevance, and as a physical space, which can be used as a landmark in order to define the boundaries of the vicinie, the districts that formed the urban fabric. The reproductions displayed in this case, from the 1391, 1430 and 1491 Charters allow us to highlight the contiguity – both spatial and political – between the prison below the Civic Tower and the most important civic institutions.
Sala I D 7 27: Statuta Bergomi, manoscritto cartaceo, 1391
Statuto del Comune di Bergamo del 1391. A c. 164v si legge l’inizio del capitolo 50 della collazione VII, in cui sono descritti i confini della vicinia di San Matteo. Uno dei riferimenti utilizzati per delimitare la vicinia è un incessium, un passaggio, un tempo esistente accanto al Sedumen Turris novae, l’edificio sviluppatosi intorno alla Torre Civica, dove si colloca la residenza del podestà; a proposito dell’incessium si legge che esso si trovava «reddenter carceres Comunis Pergami», rasente alle carceri della Città di Bergamo: si tratta della più antica attestazione relativa alla presenza delle carceri presso la Torre Civica riscontrabile negli Statuti comunali. Al momento dell’elaborazione del testo statutario, l’area un tempo occupata dall’incessium risulta essere proprietà di Lanfranco Suardi (in realtà morto nel 1389), cui si riconduce anche l’adiacente palazzo ereditato dal padre Gentilino, destinato ad ospitare i podestà durante la dominazione veneta.
City Charter of Bergamo, 1391. On f. 164v the boundaries of St Matthew’s vicinia are described: one of the landmarks exploited to delimit the vicinia is a transit once existing close to the the complex that developed around the Civic Tower, at that time residence of the podestà. The transit was located close to the prison of the Town of Bergamo: this is the most ancient evidence concerning the presence of a prison near the Civic Tower found in the Charters. The area once occupied by the transit was the property of Lanfranco Suardi, who was also the owner of a nearby domus inherited by his father, Gentilino: this palace was destined to host the podestà under the Venetian domination.
Sala I D 9 33: Statuta seu leges particulares cum civiles tum criminales civitate Bergomi in X collationes distributa, manoscritto cartaceo e membranaceo, 1430 (copia realizzata tra il 1450 e il 1453)
Statuto del Comune di Bergamo del 1430. A c. 135v si legge il capitolo 13 della collazione VII, relativo ai doveri di podestà e anziani nei confronti dei carcerati: in modo particolare, si prescrive di visitare i detenuti ogni anno in occasione del Natale, della Pasqua e della festa dell’Assunzione, avendo cura di esaminare le loro condizioni materiali e la loro situazione giuridica e di procedere, ove necessario, al loro rilascio.
City Charter of Bergamo, 1430. On f. 135v we can read some details regarding the duties of the podestà and the elders towards prisoners: the Charter prescribes that prisoners should be visited every year at Christmas, Easter and the Assumption festivity, taking care to examine their material and juridical conditions, in order to proceed, if necessary, to their release.
Inc. 3 27: Statuta communitatis Bergomi, Brescia, Angelo e Jacopo Britannico, 1491
Statuto del Comune di Bergamo del 1491. Il capitolo 5 della collazione XII, la prima parte del quale si trova a c. 194v, presenta la descrizione della vicinia di San Matteo, già esaminata a proposito degli Statuti del 1391: rispetto alle versioni precedenti, il testo del 1491 riporta l’esplicita menzione del trasferimento del podestà nella domus «illorum de Advocatis et Misericordiae Bergomi et heredum domini Marci olim domini Petri de Suardis», che identifica il palazzo un tempo di proprietà di Gentilino Suardi. Il Sedumen della Torre Civica rimane sede dei giudici che compongono la corte podestarile: il vicario pretorio e il giudice alla ragione e dazi sono competenti in merito alle cause civili, il giudice al maleficio presiede alla giurisdizione criminale.
City Charter of Bergamo, 1491. On f. 194v we can read the description of St. Matthew’s vicinia: compared to the previous versions of this passage, the 1491 Charter mentions the transfer of the podestà in the palace owned by the Avogadri family, the Congregation of Mercy and the heirs of Marco Suardi, once the property of Gentilino Suardi. The complex surrounding the Civic Tower continued to be the seat of the deputies and judges that formed the court of the podestà.
Lo studio di Angelo Mazzi, Appunti sulle notizie riguardanti il ristabilimento degli antichi palazzi comunali di Bergamo, pubblicato in “Bollettino della Civica Biblioteca di Bergamo”, anno XIV, nn. 1-4 (gennaio-dicembre 1920), approfondisce alcuni aspetti relativi al mutamento degli assetti urbanistico-architettonici dell’area gravitante intorno a Palazzo della Ragione e al Sedumen Turris novae nel periodo compreso tra XIII e XV secolo: si valorizza, fra l’altro, l’apporto degli Statuti del 1391 rispetto alla questione della collocazione delle carceri.
This article written by Angelo Mazzi examines in detail the evolution of the urbanistic and architectural layout of the area surrounding the Palazzo della Ragione and the Civic Tower between the 13th and the 15th century. Among other issues, Mazzi highlights the importance of the 1391 City Charter in order to locate the ancient prison.
Il consorzio dei carcerati
Fin dal XIV secolo a Bergamo risulta attiva una confraternita dedita al sostentamento morale e materiale dei detenuti: si tratta del Consorzio dei Carcerati, fondato nel 1320 da Melchiorre da Tarugi, priore del monastero di San Giorgio di Spino. Il Consorzio, dotatosi di una propria regola sin dal 1325, finanzia la propria attività soprattutto grazie alla munificenza di benestanti testatori, svolgendo un ruolo di primo piano nel rapporto con i detenuti e manifestando una particolare sensibilità sotto il profilo spirituale. L’attività del Consorzio prosegue sino all’età napoleonica, quando l’aumento della popolazione carceraria e il progressivo subentro delle istituzioni pubbliche nella gestione della beneficenza e delle opere pie rende superato il modello della confraternita sorta per iniziativa privata: svuotato, di fatto, delle proprie funzioni a seguito dell’istituzione della Congregazione di Carità nel 1807, il Consorzio viene definitivamente soppresso nel 1811.
L’archivio del Consorzio dei Carcerati è conservato presso la Biblioteca.
The existence of a brotherhood dedicated to the moral and material support of convicts in Bergamo can be traced back to the 14th century: in 1320, thanks to the initiative of Melchiorre da Tarugi, prior of the monastery of San Giorgio di Spino, the Consortium for Assisting Prisoners was founded. Provided with its own chart since 1325, the association financed its activities mainly thanks to the generosity of wealthy testators: it played a crucial role in the relationship with prisoners and showed a deep sensitivity towards spiritual issues. The Consortium was active until the Napoleonic age, when the increase of the prison population and the progressive takeover of charitable activities by public institutions made the model based on private initiative obsolete.
The archive of the Consortium is preserved in the Angelo Mai Library.
1. Lester K Little, Libertà, carità, fraternità. Confraternite laiche a Bergamo nell’età del Comune, Bergamo, Lubrina, 1988. G 2 8158
Lo studio fornisce un quadro complessivo delle confraternite attive a Bergamo a partire dall’età comunale, tra le quali si distingue il Consorzio dei Carcerati. La trattazione relativa a questa istituzione è arricchita dall’edizione dello statuto del 1325, a cura di Sandro Buzzetti. Tale statuto, conservato in Biblioteca nel manoscritto con segnatura AB 72, si apre con un prologo, in cui sono delineate in maniera essenziale le ragioni che spingono i fondatori ad associarsi: il Consorzio assolve all’«officium humanitatis» statutario garantendo il sostentamento ai detenuti, i quali, a differenza degli indigenti “liberi” che hanno l’opportunità di mendicare, non possono nemmeno chiedere elemosine.
This study by Lester K. Little provides an overall analysis of the confraternities existing in Bergamo since the communal age, among which the Consortium for Assisting Prisoners stands out. The research on this institution is enhanced by the possibility to read the 1325 chart, preserved in the Angelo Mai Library. The chart begins with a prologue, which outlines in a very essential way the reasons that led to the foundation of the Consortium.
2. Angelo Giuseppe Roncalli (a cura di), Gli atti della visita apostolica di S. Carlo Borromeo a Bergamo (1575). Volume primo. La città. Seconda parte, Firenze, Olschki, 1937. G 4 4601/1.2
Negli atti della visita apostolica del 1575, l’arcivescovo di Milano San Carlo Borromeo menziona il piccolo oratorio presente all’interno del carcere di Bergamo, dove si celebra quotidianamente la messa a cura del Consorzio dei Carcerati.
In the acts of the 1575 Apostolic Visitation, the archbishop of Milan S. Carlo Borromeo reserves a few lines to the small chapel located inside the prison of Bergamo, where the mass was celebrated everyday thanks to the Consortium for Assisting Prisoners.
Capitoli et ordini appartenenti alla custodia delle prigioni di Bergamo, [1648-1686]. Archivio storico comunale, Sezione Antico Regime, Processi comunali, 1.2.19.1-136, c. 99r
Il volume comprende una serie eterogenea di documenti allegati ad una causa in cui è parte il Consorzio dei Carcerati. A c. 99r, qui riprodotta, si trova una serie di capitoli e ordini, a firma del cancelliere municipale Andrea Ghirardelli (seconda metà del XVII secolo), relativi ad obblighi e prerogative del conduttore investito della custodia delle prigioni; si notino, fra l’altro, i riferimenti alle somme di denaro che i detenuti sono tenuti a pagare al custode per il proprio mantenimento durante la permanenza in carcere: al punto 3 si fornisce un vero e proprio tariffario per avere accesso ad alcuni “agi”, quali «letti con lenzuoli, & coperte, & con le commodità di fuoco, & candele». Alle cc. 115-125 si segnala una «nota delli prigioni esistenti nelle carceri pretorie», risalente al 1791: l’elenco, presente in duplice copia, specifica, per ciascun carcerato, generalità, provenienza, data e ragione dell’arresto – o, più raramente, magistratura che commina il carcere – e, in alcuni casi, durata della pena. In totale, sono elencati 109 prigionieri: tra le tipologie di reati più diffuse si segnalano «aggressore» (13 occorrenze), «ladro» (8), «coltello» e «armi corte» (8), «malvivente» (6), «omicidio» (6) e «tabacco» (3; presumibilmente, si tratta di contrabbando).
The volume consists of a heterogeneous series of documents, enclosed in a cause that sees the Consortium for Assisting Prisoners as one of the parties. On f. 99r we can find a series of orders, subscribed by the municipal clerk Andrea Ghirardelli (second half of the 17th century), regarding the obligations and prerogatives of the prison warder. It is interesting to note the reference to the sums of money paid by the convicts to the warder in order to maintain themselves during the detention: point 3 provides a price list to have access to some “comforts”, such as beds with sheets, blankets, fire and candles. On ff. 115-125 a list of the convicts in the praetorian prison, dated 1791, is noted. Among the most common crimes are: aggression (13 occurrences), theft (8), possession of knives or similar (8), criminal behaviour (6), murder (6) and tobacco smuggling.
«Il che non sarà di molta spesa…»
La storia plurisecolare delle carceri ai piedi della Torre è costellata da interventi di ristrutturazione, ampliamento, rimodulazione degli spazi e cambiamento di destinazione d’uso, a testimonianza di una certa mobilità nell’ambito del complesso edilizio sviluppatosi in corrispondenza dell’antico Sedumen, anche sulla base della necessità di mantenere minimi requisiti di salubrità e sicurezza all’interno delle prigioni. Le preoccupazioni relative a quest’ultimo aspetto paiono giustificate, stando ai molteplici resoconti relativi ad episodi di evasione susseguitisi nel corso del tempo. La documentazione che fornisce la maggior quantità di informazioni riguardo a questi temi è riscontrabile nei registri delle Azioni dei Consigli, integrati in questo allestimento da ulteriori fonti di natura documentaria e bibliografica.
The history of the prison below the Tower is characterised by works of renovation, expansion and reshaping of spaces: these transformations can be explained with the necessity to guarantee minimum health and safety requirements in the prison and to cope with the frequent episodes of escape occurred over time. The documents that provide the most significant amount of information on this topic can be found in the manuscript record books of the Council’s Resolutions.
Donato Calvi, Effemeride sagro profana di quanto di memorabile sia successo in Bergamo, sua diocese et territorio, volume secondo , Bologna, Forni 1974 (ristampa anastatica). G 2 23233
Alle pp. 309-310 Calvi menziona un ampliamento delle carceri deliberato dalla Città nel 1619 in onore del podestà Nicolò Gussoni: vengono realizzati due «camuzzoni», ricavando lo spazio necessario dall’abitazione del conestabile. Il termine camuzzone parrebbe confrontabile con le forme dialettali camüssù e scamössù, glossate dal Vocabolario italiano-bergamasco curato dal Ducato di Piazza Pontida come “stanza piccola e ridotta in pessimo stato”.
On pages 309-310 the author, Donato Calvi, mentions an enlargement of the prison deliberated by the Municipality in 1619 in honour of podestà Nicolò Gussoni: two camuzzoni were built, gaining the necessary space from the constable’s house. The term camuzzone could be compared with the dialect words camüssù and scamössù, glossed as “small room in very poor condition” in the vocabulary edited by the Ducato di Piazza Pontida.
1. Scrittura presentata dal custode delle carceri ai rettori e agli anziani, 1593 settembre 4. Archivio storico comunale, Sezione Antico Regime, Azioni dei Consigli, Registri delle Azioni, 1.2.3.1-44 (1592 dicembre 5 – 1594 maggio 29)
Scrittura presentata dal custode delle carceri Antonio di Rossi ai rettori e ai membri del Consiglio in occasione della seduta del 4 settembre 1593 (c. 183r). Il custode propone di riservare un «botighetto» sito presso le «scale del palazzo» (presumibilmente, lo scalone di Palazzo della Ragione) a luogo di detenzione per le donne, così da evitare i «molti scandali» dovuti alla convivenza promiscua dei detenuti nel medesimo ambiente e, nel contempo, garantire una maggiore sicurezza contro le evasioni. La richiesta del custode viene accolta dal Consiglio nella seduta del successivo 18 dicembre (cfr. c. 211r).
On f. 183r we find a request presented by the warder, Antonio di Rossi, to the governors and the members of the Council during the session of 4 September 1593. The warder suggested employing a small workshop located near the stairway leading to Palazzo della Ragione as a female prison, in order both to avoid the frequent “scandals” caused by the promiscuous cohabitation of convicts and to guarantee a better prevention of escapes. The request of the warder was approved by the Council during the session of 18 December.
2. Autorizzazione alla realizzazione di un’infermeria per i carcerati, 1630 febbraio 28. Archivio storico comunale, Sezione Antico Regime, Azioni dei Consigli, Registri delle Azioni, 1.2.3.1-60 (1629 dicembre 15 – 1632 maggio 22)
L’immagine riproduce la c. 50v del registro, relativa alla seduta del 28 febbraio 1630: dietro autorizzazione del doge veneziano, il Consiglio conferisce a due cittadini, Antonio Cerro e Prospero Vitalba, «dottori», l’autorità per effettuare interventi nel locale destinato al corpo di guardia e nell’ambiente al di sopra di esso, utilizzato per le munizioni della milizia, con l’obiettivo di ricavare uno spazio da riservare ai detenuti infermi. Secondo quanto si legge nel testo della deliberazione, queste opere dovrebbero essere realizzate «senza alcuno aggravio» per le casse municipali; tuttavia, già il successivo 4 maggio il Consiglio si trova a dover deliberare la sospensione dei lavori a causa della «pubblica indigenza pecuniaria».
This image reproduces f. 50v of the manuscript record book: during the session of 28 February 1630 the Council authorised a series of interventions in the guardhouse in order to reserve a room for sick convicts. According to the text of the resolution, these works should have been realized without any expense for the town coffers; nevertheless, on following 4 May the Council was forced to deliberate the suspension of the works due to a situation of financial indigence.
Ducale riguardante la realizzazione di un’infermeria all’interno delle carceri. Archivio storico comunale, Sezione Antico Regime, Lettere ducali, vol. 2, n. 266 (1630 marzo 16)
“Comunicazione del doge Nicolò Contareno al podestà Giovanni Grimano della sua decisione di concorrere alla fabbrica del carcere permettendo che ci si possa servire del retrocamera del «corpo di guardia di piazza» […] per allestire una infermeria. […]”. La collocazione del corpo di guardia è chiaramente identificabile nel Disegno planometrico riportato qui nel successivo capitolo Le carceri di Piazza Vecchia, anch’esso proveniente dall’Archivio storico comunale, seppur di molto posteriore rispetto alla ducale.
Letter from doge Nicolò Contareno to podestà Giovanni Grimani about the decision to contribute to the improvements of the prison by allowing to use the back room of the guardhouse to set up an infirmary. The location of the guardhouse is clearly identified in the later drawing reproduced here in the chapter Le carceri di Piazza Vecchia, also form the Historical Municipal Archive.
1. Taglia contro gli evasori, 1561 gennaio 6. Archivio storico comunale, Sezione Antico Regime, Azioni dei Consigli, Registri delle Azioni, 1.2.3.1-28 (1560 gennaio 5 – 1562 dicembre 1)
C. 94r: a seguito dell’evasione di Giovanni di Papetti, proveniente dalla Val Brembana oltre la Goggia e detenuto nella «prigione del pieditorre […] per anni X in vilipendio del magistrato del Clarissimo Podestà et di questa Magnifica Comunità», nella seduta del 6 gennaio 1561 il Consiglio dispone una taglia di duecento lire imperiali sullo stesso Giovanni e sui complici che hanno orchestrato la sua fuga. Nella deliberazione si specifica che la somma in questione si deve «conseguire nelle beni d’essi delinquenti, se ne haveranno» e che chiunque si renda loro complice, omettendo di fornire informazioni circa la loro localizzazione entro otto giorni dalla pubblicazione della deliberazione, sarà interdetto dal godimento di ogni carica o beneficio elargiti dalla Città.
F. 94r: following the escape of Giovanni di Papetti, a Val Brembana native detained in the prison below the Tower for contempt of the podestà and the Municipality, during the session of 6 January 1561 the Council ordered a 200 imperial lire bounty on Giovanni himself and the accomplices that organized his escape. According to the text of the resolution, anyone who became their accomplice by failing to give details about their location would be banned from any office or benefice bestowed by the Municipality.
2. Bolletta di pagamento a seguito di un’evasione dalle carceri, 1781 marzo 16. Archivio storico comunale, Sezione Antico Regime, Archivi di contrade e vicinie, Vicinia di San Michele all’Arco, 1.2.11-10 (1751 gennaio 12-1806 dicembre 27)
Il registro conserva deliberazioni e annotazioni contabili relative alla vicinia di San Michele all’Arco per il periodo compreso tra la metà del XVIII e l’inizio del XIX secolo. A p. 184 è annotata una bolletta di pagamento, in data 16 marzo 1781, a favore del console della vicinia, Giovan Battista Pianetti, «per aver levati li chiodi e legami infissi da carcerati fuggitivi dal muro della Prigione Comune, col essersi servito di scala introdotta da uomini per la via del tetto sopra lo scalone et aver portata la denunzia». Episodi analoghi si registrano il 24 luglio 1778 (cfr. p. 186) e il 30 ottobre 1784 (cfr. p. 179).
This manuscript record book preserves resolutions and accounting notes concerning the vicinia of San Michele all’Arco from the mid-18th to the beginning of the 19th century. On page 184 we can read a payment bill, dated 16 March 1781, to the consul of the vicinia, Giovan Battista Pianetti, for having removed the nails and ropes used by some fugitive prisoners, helped by their accomplices.
Il nuovo assetto del sistema giudiziario
Il complesso di riforme conseguenti alla diffusione del movimento rivoluzionario e alla fine dell’Antico Regime incide profondamente sugli ordinamenti delle istituzioni bergamasche. In ambito giudiziario, risulta particolarmente rilevante la riorganizzazione avviata dal 1802 nel quadro della neocostituita Repubblica italiana: la legge del 22 luglio sull’organizzazione e giurisdizione dei tribunali stabilisce che in ogni capoluogo di Dipartimento debba insediarsi un Tribunale d’appello (art. 5), mentre il provvedimento emanato il giorno successivo, una copia del quale è qui di seguito pubblicata, norma la prima elezione dei giudici operanti negli stessi Tribunali d’appello e nei Tribunali di prima istanza.
Già nei mesi precedenti sono attestate interlocuzioni fra la Prefettura del Dipartimento del Serio e la Municipalità di Bergamo in merito all’individuazione di una sede opportuna per la Corte d’appello: la scelta cade, infine, sul complesso di Casa Suardi, residenza del podestà e della sua curia durante il lungo periodo della dominazione veneta. La vocazione di questo luogo ad essere sede di istituzioni giudiziarie è destinata a resistere ai rivolgimenti politici del XIX sec. e a perdurare sino agli anni ‘20 del ‘900.
The series of reforms following the spread of revolutionary ideas and the decline of the Ancient Regime had a deep impact on the institutional system of Bergamo. In the legal context, the reorganization carried out from 1802 within the framework of the newly established Italian Republic is particularly relevant: the law enacted on 22 July prescribed (art. 5) that an Appeal Court had to be established in each Department, while the provision of the following day, a copy of which is published below, regulated the first election of the judges operating in the Appeal Courts. During the previous months there were discussions concerning the identification of a suitable location for the Appeal Court: the final choice fell on the complex of Casa Suardi, residence of the podestà and his court during the long Venetian domination. The vocation of this place to be seat of judicial institutions lasted until the 1920s.
Decreto per la prima elezione dei giudici di appello e di prima istanza, 1802 luglio 23, anno I [della Repubblica italiana]. Archivio storico comunale, Sezione Ottocento, Faldone 193, Tit. XVI, Fasc. I, Fascetto 3.1
Decreto emanato dal Consiglio legislativo della Repubblica italiana il 23 luglio 1802 contenente prescrizioni per la prima elezione dei giudici d’appello e di prima istanza – in particolare, pretori, luogotenenti e conciliatori, la cui presenza in ciascun capoluogo di Dipartimento è prevista dalla legge del 22 luglio 1802 sull’organizzazione dei tribunali.
Text of the law enacted by the Legislative Council of the Italian Republic on 23 July 1802, including a series of provisions for the first election of appeal and first instance judges, whose presence in each Department is provided for by the 22 July law on the organization of courts.
Giuseppe Manzini, Secondo piano superiore dei locali destinati ad uso dell’ufficio tasse della pretura urbana, 1818 giugno 7. Archivio storico comunale, Sezione Post-Unitaria, b. 984, f. 3
Tavola mutila raffigurante la pianta della porzione sud-occidentale di Casa Suardi, ora occupata dal Museo del Cinquecento (Museo delle Storie di Bergamo): si tratta di un allegato ad un documento datato 7 giugno 1818. La nettezza del taglio lascia pensare che lo stralcio della tavola sia avvenuto intenzionalmente. La tavola consente di apprezzare la differente destinazione d’uso degli ambienti disposti intorno alla Torre Civica – da notare, in particolare, la distinzione degli spazi nella Sala delle udienze – e la progettazione di alcuni interventi di ristrutturazione all’interno e all’esterno dell’edificio, evidenziati in nero (demolizioni) e rosso (aggiunte).
This mutilated plate, representing the plant of the south-western area of Casa Suardi, now occupied by the Museo del Cinquecento (Museo delle Storie di Bergamo), was enclosed to a document dated 7 June 1818. The plate allows us to understand the organisation of the spaces surrounding the Civic Tower and the planning of some renovation works inside and outside the building, highlighted whit black colour (demolition) and red colour (additions).
Il Tribunale e il Comune di Bergamo
Il Tribunale e la Procura occupano un complesso di ambienti suddivisi tra molteplici enti proprietari, fra cui si distinguono il Comune di Bergamo e, fino al 1876, il Demanio pubblico.
La documentazione esposta mette in risalto due episodi, cronologicamente prossimi l’uno all’altro, che esemplificano gli intrecci e le relazioni sviluppatisi nel corso del tempo tra i differenti soggetti pubblici.
The Court and the Prosecution Office occupied a complex of spaces divided between different owners, including the Municipality of Bergamo and the Public Domain. The documents displayed highlight two episodes, chronologically close to each other, that exemplify the weaves and connections developed over time between these different public entities.
Pianta del primo piano superiore del fabbricato in Piazza Garibaldi occupato dal Regio Tribunale, 1875 settembre 26, con integrazioni in data 1876 luglio 24. Archivio storico comunale, Sezione Post-Unitaria, b. 983, f. 2
La tavola rappresenta la pianta del primo piano del Tribunale, con particolare riferimento alle porzioni di proprietà del Demanio pubblico, segnalate in rosso, e della Congregazione di Carità, segnalate in giallo: nel complesso, questi ambienti corrispondono agli spazi oggi occupati dagli Archivi storici.
La tavola, realizzata come allegato di una relazione peritale del 26 settembre 1875 presentata alla Giunta comunale, è stata in seguito modificata in data 24 luglio 1876 con alcune correzioni e integrazioni. La relazione peritale illustra la complessa situazione degli uffici giudiziari, che occupano spazi di proprietà, da una parte, del Comune di Bergamo, dall’altra, del Demanio pubblico, della Congregazione di Carità e del Teatro della Società: questi ultimi ambienti risultano occupati dalla Presidenza del Tribunale, dai consessi civili e correzionali, dalla cancelleria e dalla Pretura del I mandamento.
Con atto del 28 dicembre 1876 (notaio Giacomo Antonio Marieni), il Comune acquista gli ambienti di ragione demaniale, mantenendone la destinazione d’uso a servizio del Tribunale.
This plate depicts the plant of the Court’s first floor, with reference to the portions owned by the Public Domain, marked in red colour, and of the Congregation of Charity, marked in yellow colour: overall, these spaces correspond to the area currently occupied by the Historical Archives.
The plate is an attachment to a report that shows the complex situation of the judicial offices, that occupy spaces owned, on the one side, by the Municipality of Bergamo, and, on the other side, by the Public Domain, the Congregation of Charity and the Teatro della Società: these last rooms were occupied by the Presidency of the Court and the First District Court. With the deed of 28 December 1876 (notary: Giacomo Antonio Marieni), the Municipality acquired the state-owned facilities, maintaining their intended use at the service of the Court.
Introduzione dell’illuminazione a gas negli edifici giudiziari, 1877 luglio 18. Archivio storico comunale, Sezione Post-Unitaria, Atti del Consiglio Comunale, fascc. XV-XVII (1874 set 14 – 1878 lug 31)
Verbale della seduta del 18 luglio 1877: a fronte della richiesta, avanzata dalla Presidenza del Tribunale, di introdurre l’illuminazione a gas negli uffici giudiziari, il Comune, dopo aver ottenuto l’assenso della Prefettura, accetta di sostenere parte della spesa prevista, ma solamente per gli spazi destinati alla Corte d’Assise e alla Procura – spazi ora occupati dal Museo del Cinquecento (Museo delle Storie di Bergamo). Gli uffici propri del Tribunale, ora sede degli Archivi storici, rimangono invece privi di illuminazione, in quanto «salvi casi rarissimi ed eccezionali non sono aperti che di giorno».
Minutes of 18 July 1877 session: following the proposal of the Presidency of the Court to introduce gas illumination in judicial offices, the Municipality accepted to cover part of the expected costs, but only for the spaces occupied by the Assize Court and the Prosecutor’s Office, where the Museo del Cinquecento (Museo delle Storie di Bergamo) is currently hosted. The offices of the Court itself, now seat of the Historical Archives, remained without lighting, being open, with very few exceptions, only during the day.
Verso una nuova destinazione
Nel corso dei primi decenni del ‘900 diviene sempre più evidente l’inadeguatezza di Casa Suardi ad ospitare la sede degli uffici giudiziari: l’esigenza di una struttura moderna, vicina al nuovo centro istituzionale sviluppatosi in Città bassa, induce a ricercare differenti soluzioni, che si concretizzano nel nuovo Palazzo di Giustizia progettato da Marcello Piacentini e inaugurato nel 1925.
La necessità di destinare Casa Suardi ad un nuovo uso si inquadra all’interno del dibattito sul recupero degli edifici istituzionali che si affacciano su Piazza Vecchia. Questo dibattito, a sua volta, si inserisce in un contesto più ampio, con riferimento ai progetti di risanamento dell’intera area cinta dalle mura venete.
During the first decades of the 20th century the inadequacy of Casa Suardi to house the seat of the judicial offices became increasingly clear: the need for a modern structure, close to the new institutional centre developed in the Lower City, led to the search for different solutions. The new Palace of Justice designed by Marcello Piacentini, was inaugurated in 1925.
At the same time, the necessity to find a new purpose for Casa Suardi was part of a broader debate on the recovery of the complexes surrounding Piazza Vecchia and on the restoration plans of the whole area within the Venetian walls.
Pel trasporto della sede del tribunale, in “L’Eco di Bergamo”, 25-26 agosto 1906. Archivio storico comunale, Sezione Post-Unitaria, b. 983, f. 1
L’articolo, non firmato, dà conto delle numerose petizioni per il trasferimento del Tribunale in Città bassa, susseguitesi a partire dal novembre 1901. La necessità di reperire una nuova sede più vicina alla stazione e agli altri uffici pubblici, già traslocati al di fuori di Città alta, risulta tanto più urgente nel momento in cui si prendono in considerazione le criticità strutturali di Casa Suardi, ormai non più adeguata ad ospitare gli uffici giudiziari.
This unsigned article reports on the numerous petitions for the transfer of the Court to the Lower City presented since November 1901. The need to find a new seat, closer to the railway station and the other public offices, already moved outside the Upper City, was made more urgent by the structural weaknesses of Casa Suardi, which had become by then inadequate to house the judicial offices.
Pianta dei locali affittati alla Regia Procura e al Tribunale di Bergamo, 1915 novembre 4. Archivio storico comunale, Sezione Post-Unitaria, b. 117bis, f. 2
Lo schizzo fa parte della documentazione prodotta per l’inventario dei beni della Città di Bergamo realizzato tra il 1915 e il 1916: le indicazioni relative alle destinazioni dei singoli spazi sono concentrate in corrispondenza degli ambienti prossimi alla Torre, ora occupati dal Museo del Cinquecento (Museo delle Storie di Bergamo).
La pianta è stata realizzata a corredo della descrizione dei locali di Casa Suardi di proprietà comunale, contenente il computo complessivo delle superfici e la stima della rendita dell’edificio. La descrizione pone in luce «la vetustà dei suddescritti fabbricati», suggerendo l’eventualità di conferire loro «una destinazione diversa dall’attuale».
This sketch is part of the documentation produced for a new asset inventory of the Town of Bergamo realized between 1915 and 1916: it depicts the second floor of Casa Suardi – to be precise, of the area owned by the Municipality, with a more detailed representation of the spaces now occupied by the Museo del Cinquecento (Museo delle Storie di Bergamo). The plant was realized to accompany a description of the complex including an overall calculation of its surface and income. This description emphasizes the antiquity of the building, suggesting the destination to a different purpose.
Ciro Caversazzi, Del ristabilimento degli antichi palazzi comunali di Bergamo, in “Bollettino della Civica Biblioteca di Bergamo”, anno XIII, nn. 1-4 (gennaio-dicembre 1919). Sala 23 497
Il contributo di Ciro Caversazzi rappresenta uno snodo particolarmente significativo nella riflessione intorno al recupero degli edifici che si affacciano su Piazza Vecchia e che costituiscono storicamente il cuore politico-istituzionale di Bergamo. La tavola riprodotta, realizzata da Camillo Galizzi e Angelo Manighetti, sintetizza gli interventi di restauro ipotizzati da Caversazzi con riferimento all’hospitium comunis Pergami, sede del podestà e della sua curia. In modo particolare, la tavola di Galizzi consente di avere una visione d’insieme della proposta di Caversazzi, che prevede un intervento piuttosto incisivo, destinato a rimanere in larga parte irrealizzato: fra le proposte non accolte, si segnalano la demolizione delle «fabbricucce» addossate allo scalone e il recupero della merlatura sia in corrispondenza della porzione occidentale del complesso, sia alla sommità della Torre – in quest’ultimo caso, l’autore progetta il recupero dell’antica merlatura a coda di rondine.
Una parte significativa dell’archivio di Camillo Galizzi, tra cui la tavola qui esposta, è andata perduta durante gli anni ’60. La documentazione residuale è conservata in Casa Suardi.
This article by Ciro Caversazzi represents a significant contribution to the debate on the recovery of the buildings overlooking Piazza Vecchia, the institutional heart of Bergamo during the Ancient Regime. The plate here reproduced, drawn by Camillo Galizzi and Angelo Manighetti, offer a summary of the restoration works hypothesized by Caversazzi in relation with the hospitium comunis Pergami, seat of the podestà and of his court. In particular, Galizzi’s plate provides us with an overall view of the proposal made by Caversazzi, destined to be mostly unachieved. The project included the demolition of the «fabbricucce» leaning against the stairway and the recovery of the battlement in the western part of the complex, as well as at the top of the Civic Tower – these last ones were swallow-tailed battlements. Unfortunately, a significant part of Camillo Galizzi’s archive, including the plates that accompany this article, was lost during the 1960s. The remaining documents are now preserved in Casa Suardi.
Le carceri di Piazza Vecchia
La documentazione iconografica presentata consente di inquadrare le carceri comunali “ai piedi della Torre” all’interno della cornice architettonica costituita dal Palazzo del Podestà e da Piazza Vecchia. A corredo, si presentano alcune fonti documentarie che danno conto di specifici momenti della storia dell’edificio carcerario a cavallo tra Antico Regime e periodo post-rivoluzionario.
The iconographic documentation presenteds allows us to place the municipal prison below the Tower within the architectural framework of the Palazzo del Podestà and Piazza Vecchia. In addition, some documentary sources are presented, concerning specific episodes of the history of the detention building between the Ancient Regime and the post-revolutionary period.
Bottelli, Giovanni Tomaso, Pianta de’ beni di raggione della magnifica città di Bergamo, 1758. Cartografia, C 7 cc. 6-7
Pianta dei beni del Comune in Piazza Vecchia disegnata dall’agrimensore pubblico Giovanni Tomaso Bottelli: da notare l’indicazione della collocazione della prigione, detta «la Comuna», del corpo di guardia e di uno spazio attiguo riconducibile al Consorzio dei Carcerati.
Map of the municipal properties in Piazza Vecchia realized by the public surveyor Giovanni Tomaso Bottelli: the location of the prison, called «la Comuna», the guardhouse and a nearby area connected with the Consortium for Assisting Prisoners are clearly pointed out.
Capitanio ingegnere comunale, Disegno planometrico della Piazza Vecchia, e del portico sotto il Palazzo Vecchio, con alcune adiacenze, china e acquerello in policromia, 1817 marzo 18. Archivio storico comunale, Sezione Ottocento, Disegni 365
Planimetria di Piazza Vecchia e di Piazza Duomo, con indicazione degli edifici circostanti: si noti, in modo particolare, la presenza del corpo di guardia e delle carceri criminali.
Plan of Piazza Vecchia and Piazza Duomo, with description of the surrounding buildings: it is particularly important to note the presence of the guardhouse and the criminal prison.
Marco Sebastiano Giampiccoli, Forum maximum Bergomi, acquaforte, [1780-1797]. ST B 159
La stampa, realizzata dall’incisore veneziano Marco Sebastiano Giampiccoli (1737-1809), rappresenta una veduta di Piazza Vecchia con al centro Palazzo del Podestà e ai lati Palazzo Vecchio e Palazzo Nuovo. Si tratta di un’incisione facente parte di una serie di vedute cittadine databili con tutta probabilità all’ultimo quarto del XVIII secolo. Si noti, fra l’altro, la rappresentazione, seppur in forma piuttosto idealizzata, della fontana offerta alla Città da Alvise Contarini, podestà tra il 1779 e il 1781: una traccia di questa munificenza è riscontrabile anche nell’elogio tributato al Contarini da parte della Città, contenuto nel registro delle Azioni riprodotto oltre. Nel lato sinistro della stampa è possibile distinguere chiaramente, al di sotto dello scalone di accesso a Palazzo della Ragione, il luogo identificato dagli studiosi come ingresso delle antiche carceri. Al di sotto dell’illustrazione trova spazio la dedica a Gerolamo Sottocasa, il cui stemma è riprodotto nella parte inferiore centrale della stampa.
This print, realized by the Venetian engraver Marco Sebastiano Giampiccoli (1737-1809), depicts a view of Piazza Vecchia with Palazzo del Podestà in the centre, Palazzo Vecchio and Palazzo Nuovo on the sides. The engraving is part of a series of urban views which can most likely be dated to the last quarter of the 18th century. The representation of the fountain donated to Bergamo by podestà Alvise Contarini stands out: a trace of this act of generosity can also be found in the praise paid to Contarini by the Municipality, noted in the record book of Resolutions posted below. On the left side of the print, under the stairway of Palazzo della Ragione, the place identified as the entrance to the ancient prison is clearly represented.
1. Elogio al podestà Alvise Contarini II, 1781 febbraio 27. Archivio storico comunale, Sezione Antico Regime, Azioni dei Consigli, Registri delle Azioni, 1.2.3.1-89 (1778 gennaio 15 – 1784 marzo 27)
Elogio tributato dal Consiglio durante la seduta del 27 febbraio 1781 al podestà Alvise Contarini, giunto al termine del proprio mandato (c. 147r): tra i meriti ascritti al rettore spiccano «l’ampliazione delle Pretorie Carceri» e l’«erezione della Fontana ad ornamento della nostra Piazza, e commodo degli Abitanti».
On f. 147r we can read the praise paid by the Council during the session of 27 February 1781 to podestà Alvise Contarini, who had reached the end of his mandate: among the merits attributed to the governor, the enlargement of the prison and the offer of the fountain in Piazza Vecchia stand out for their importance.
2. Avviso d’asta per “Opere di miglioramento al locale ad uso delle carceri Pretoriali”, 1847 settembre 29. Archivio storico comunale, Sezione Post-Unitaria, b. 985, f. 3
Avviso d’asta, firmato dal podestà Guglielmo Lochis in data 29 settembre 1847, per lavori da effettuarsi nelle carceri pretoriali.
Auction notice, signed by the podestà Guglielmo Lochis on 29 September 1847, concerning works to be realized in the prison of the District Court.
Dai podestà al Tribunale
Durante gli ultimi anni del XIX secolo il complesso di Casa Suardi diviene oggetto degli interessi storico-eruditi di numerosi studiosi: fra questi, spicca la figura di Girolamo Secco Suardo, il quale sfrutta ampiamente le ricerche effettuate, fra l’altro, presso l’Archivio Municipale del Comune di Bergamo, l’Archivio di Stato di Milano e l’archivio privato di famiglia, al fine di ricostruire la storia di alcuni tra i più importanti complessi architettonici di Bergamo.
A corredo dei propri studi, Secco Suardo realizza e commissiona numerose copie di tavole, disegni e mappe, di cui fa dono alla Biblioteca Angelo Mai: alcuni di questi documenti sono stati scelti per illustrare momenti distinti, ma ugualmente significativi, della vicenda di Casa Suardi, a testimonianza di un processo di rifunzionalizzazione degli spazi, che può essere ricomposto in un quadro unitario e coerente attraverso la mediazione della ricerca storica.
During the last years of the 19th century the complex of Casa Suardi aroused the interest of numerous scholars: among them, we would like to remember Girolamo Secco Suardo, who realized and commissioned numerous copies of plates, drawings and maps, later donated to the Angelo Mai Library: some of these documents have been chosen in order to enlighten significant moments of the history of Casa Suardi.
Leonardo Isabello, La casa di Zentilino Suardo, ante 1544 agosto 29 (copia a china eseguita ante 1899 novembre). Bergamo illustrata, fald. 9, n. 12
La tavola presenta una copia della pianta di Casa Suardi di Leonardo Isabello, nominato perito nella procedura di divisione del palazzo fra la famiglia Avogadri e il Consorzio della Misericordia Maggiore, fino ad allora comproprietari, avviata agli inizi del 1544 dal podestà Tommaso Lippomano; la divisione viene sancita con l’atto rogato dal notaio Girolamo da San Pellegrino il 29 agosto dello stesso anno. La copia è stata eseguita da Girolamo Secco Suardo da un esemplare rinvenuto tra le carte dell’Ufficio tecnico comunale, come si evince da una lettera indirizzata ad Angelo Mazzi, all’epoca direttore della Biblioteca Civica, nel novembre 1899 (cfr. Bergamo illustrata, fald. 9, n. 2v). Si notino, al piano terreno, le numerose botteghe che affacciano su Piazza Vecchia e sulla Corsarola, destinate a rimanere una presenza costante nella storia di questo complesso. In virtù della sua antichità e dell’importanza dell’edificio rappresentato, la pianta dell’Isabello è stata oggetto di ricerche approfondite nel corso dei decenni passati: tra queste, si menzionano gli studi di Mario Caciagli e Monica Resmini; quest’ultimo pubblicato per gli “Atti dell’Ateneo di scienze, lettere ed arti di Bergamo”, è esposto in mostra.
The plate presents a copy of the plan of Casa Suardi drawn by Leonardo Isabello, appointed expert on occasion of the subdivision of the palace between the Avogadri family and the Congregation of Mercy, until that moment co-owners of the property: the subdivision was decided at the beginning of 1544 by podestà Tommaso Lippomano and was sanctioned in the deed signed by the notary Girolamo from San Pellegrino on 29 August of the same year. This copy was realized by Girolamo Secco Suardo from an exemplar found in the Technical Office of the Municipality of Bergamo. Due to its antiquity and the importance of the building depicted, Isabello’s plan has been the object of thorough research in the last decades: we must remember, in particular, the studies of Mario Caciagli and Monica Resmini, whose article, published in the “Atti dell’Ateneo di scienze, lettere ed arti di Bergamo“, is on display in this showcase.
Monica Resmini, Palatium residentiae domini potestatis. La dimora del podestà tra XIV e XVII secolo, in “Atti dell’Ateneo di scienze, lettere ed arti di Bergamo”, vol. LXXII, a.a. 2008-2009, pp. 373-384. Sala 23 10
L’articolo è uno degli studi più recenti dedicati all’analisi della pianta di Leonardo Isabello, valorizzata come strumento per approfondire la conoscenza degli interventi architettonici promossi dai podestà veneti in Casa Suardi nel passaggio tra XV e XVI secolo.
Confrontando le fonti relative alla storia più antica dell’edificio con la documentazione prodotta in occasione dell’atto di divisione del 1544, la studiosa pone l’accento in modo particolare sulla rideterminazione degli spazi in funzione del ruolo pubblico del podestà e del cerimoniale legato alla sua carica; nel contempo, sottolinea l’attenzione prestata dall’autorità veneta all’ornamentazione (con rifermento, fra l’altro, agli affreschi realizzati da Bramante), al decoro e alla comodità degli ambienti.
This is one of the most recent studies dedicated to the analysis of Leonardo Isabello’s plan, exploited as an instrument to explore the architectural interventions promoted by the Venetian podestà between the XVth and the XVIth century. From the comparison with previous and contemporary sources some important elements arise: on the one hand, the attention to ornamentation and personal comfort; on the other hand, the redefinition of some spaces in connection with the public role of the podestà and the ceremonial associated with his office: this trend was destined to strengthen even further during the following decades.
Girolamo Secco Suardo, Il Palazzo della Ragione in Bergamo ed edifici ad esso adiacenti. L’antica demolita Basilica di Sant’Alessandro in Bergamo, Bergamo, Officine dell’Istituto Italiano d’arti grafiche, 1901. Sala 34 U 1 5
Girolamo Secco Suardo rielabora e sistematizza le proprie ricerche in questo studio monografico, che dedica ampio spazio al confronto tra il caso bergamasco e altri esempi di architetture di area lombarda e non solo. A pag. 17 l’autore propone una fotografia raffigurante «il cortiletto della Regia Procura in Bergamo», corrispondente al cavedio del Palazzo del Podestà, ora incluso negli spazi espositivi del Museo del Cinquecento (Museo delle Storie di Bergamo).
Girolamo Secco Suardo systematised his research in this monographic study, dedicating wide space to the comparison between the situation in Bergamo and other architectural complexes. On p. 17 the author prints a photograph depicting «the small courtyard of the Royal Prosecution in Bergamo», which corresponds to the atrium of Palazzo del Podestà, currently included in the exhibition spaces of the Museo del Cinquecento (Museo delle Storie di Bergamo).
Pianta di Casa Suardi e di alcuni edifici adiacenti, disegno a china, [1861-1906?]. Bergamo illustrata, faldone 9, n. 11
Il disegno a china, conservato insieme a due autografi di Girolamo Secco Suardo (cfr. Bergamo illustrata, faldone 9, nn. 1-9), presenta una pianta del complesso di Casa Suardi e di alcuni edifici adiacenti, con particolare riferimento al Teatro della Società e al Palazzo della Ragione, all’epoca occupato dalla Biblioteca Civica. Sono evidenziati alcuni locali seminterrati posti nella porzione sud-occidentale del complesso, che si suppone si trovassero un tempo al livello dell’originario piano terreno; la lettura della tavola è aiutata dalla rappresentazione schematica di uno spaccato dell’edificio, riportata al n. 10 di questo faldone, che fornisce un prospetto del livello dei vari ambienti sviluppatisi in prossimità della Torre, utilizzando come riferimento il piano di Piazza Vecchia.
This pen-and-ink drawing depicts a plan of Casa Suardi and some adjacent buildings, with particular reference to the Teatro della Società and the Palazzo della Ragione. Some basement rooms in the south-western part of the complex are highlighted: it is supposed that these spaces were once at the same level of the original ground floor; a cross-section of the building, offers a general view of the level of the different premises surrounding the Tower, using Piazza Vecchia as a benchmark.
Mappa censuaria di Piazza Vecchia e degli edifici adiacenti, disegno a china, 1850 (copia eseguita il 6 settembre 1899). Bergamo illustrata, faldone 9, n. 13
La mappa censuaria corrisponde alla copia commissionata da Girolamo Secco Suardo e donata alla Biblioteca Civica della quale si fa menzione nella lettera ad Angelo Mazzi del novembre 1899 (cfr. Bergamo illustrata, faldone 9, n. 2r). La mappa è accompagnata da un prospetto contenente informazioni sui proprietari e le destinazioni dei differenti fabbricati; si segnalano, in particolare, i mappali 723 e 729. Il primo, di ragione della «Città di Bergamo», viene descritto come «Fabbricato per uso dell’Imperial Regia Pretura Urbana ed Archivio dell’Imperial Regio Tribunale di I Istanza, con botteghe», e corrisponde agli spazi ora occupati dal Museo del Cinquecento. Il mappale 729 è riconducibile ad un fabbricato la cui proprietà è suddivisa tra una molteplicità di soggetti («Città di Bergamo. Luogo Pio della Pietà di Bergamo. Luogo Pio Elemosiniero della Misericordia Maggiore di Bergamo e Caleppio Nobile Giulio quondam Girolamo ed Erario Civile Imperial Regio ramo camerale e per esso l’Imperial Regia Cassa Centrale in Milano»); esso viene descritto come «Fabbricato ad uso dell’Imperial Regio Tribunale di prima istanza» e si estende al di sopra di una serie di locali a destinazione commerciale: si tratta degli spazi attualmente occupati dagli Archivi storici.
This pen-and-ink drawing is a copy of an 1850 land registry map, commissioned by Girolamo Secco Suardo and donated to the Civic Library. The map is accompanied by a table including information about the owners and the destination of each building: we must focus on parcels 723 and 729. The first one, property of the Municipality of Bergamo, was occupied by the Urban District Court and the archive of the Court of First Instance, together with some workshops: these spaces currently host the Museo del Cinquecento. Parcel 729 corresponds to a building whose property was divided among different entities (the Municipality, the Luogo Pio della Pietà, the Congregation of Mercy, the nobleman Giulio Caleppio and the Exchequer); it is described as a space destined to the Court of First Instance and can be identified with the premises now occupied by the Historical Archives of the Angelo Mai Library.