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La caricatura all’opera

Satira e melodramma nel Risorgimento

10 novembre 2023 – 25 febbraio 2024
Atrio scamozziano

Dalla storia all’attualità: la caricatura all’opera

Chi ha già visitato la mostra Tutta in voi la luce mia all’Accademia Carrara, lo avrà percepito con chiarezza. La rievocazione del passato messa in scena dalla pittura di storia è in perfetta sintonia con il melodramma. La caricatura, invece, sembra andare in direzione opposta. Non rappresenta il passato ma il presente. Non si ispira alla storia ma all’attualità più palpitante. Eppure, negli anni caldi dell’Italia risorgimentale non mancano intrecci imprevisti tra opera lirica e caricatura. Questa mostra vuole documentarne alcuni, nella convinzione che la satira visiva consenta un punto di vista non scontato sul processo di affermazione del melodramma nella cultura risorgimentale. Trattata con sospetto e relegata alla dimensione privata negli anni della Restaurazione, la caricatura si afferma in Italia soltanto nel 1848. Attraverso il nuovo medium del giornale satirico illustrato, essa diventa una delle forme di comunicazione più popolari e tipiche dell’Ottocento.
Il percorso espositivo prende avvio dalle caricature teatrali realizzate nella Francia della Monarchia di Luglio, fondamentale punto di riferimento per i caricaturisti italiani, per poi focalizzarsi sull’Italia risorgimentale. Accanto a una selezione di disegni originali, sono esposte soprattutto le immagini stampate sui giornali satirici, in gran parte provenienti dal fondo di Paolo Moretti, di recente donato alla Biblioteca Mai. Due sono i filoni principali della mostra. Il primo documenta il crescente ruolo rivestito dal melodramma nella storia della caricatura politica. Avviato sin dal 1848 con l’uso disinvolto e attualizzante dei versi dei librettisti come didascalie per immagini satiriche, il riferimento alle opere liriche più note consente ai caricaturisti di attingere a un potente patrimonio, condiviso con un pubblico sempre più vasto. Il secondo riguarda la documentazione visiva del mondo operistico attraverso uno specifico genere di umorismo grafico: la caricatura teatrale che, dalla metà degli anni Cinquanta, rinnova in senso balzachiano la tradizione di Anton Maria Zanetti e Pier Leone Ghezzi. È in questa fase che emergono alcuni caricaturisti specializzati nel genere teatrale: Teja, Delfico, Parera, sono i protagonisti della mostra, insieme a un’indiscreta folla di “spettatori parlanti” che, come in un rumoroso teatro ottocentesco, popolano il percorso espositivo. Tra questi ultimi, anche il vecchio Hayez, il più grande pittore di storia dell’Ottocento italiano, ritratto in caricatura da Parera, a segnare una continuità tra questa piccola mostra e la grande esposizione della Carrara.

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Marino e l’Adone alla Mai

400 anni tra metamorfosi e meraviglia

A distanza di quattro secoli dalla pubblicazione, l’Adone continua a essere una fonte di incanto per la sua ricchezza e per lo stile peculiare del suo autore. Questa mostra, nata in accompagnamento alla giornata dedicata al poema dall’Ateneo di Scienze Lettere e Arti e dall’Università degli studi di Bergamo, intende indagare la ricezione di Marino e la fortuna dell’Adone nei fondi della Biblioteca Angelo Mai attraverso i libri posseduti da personaggi di spicco della comunità locale e l’illustrazione del vasto patrimonio testuale e iconografico che fa da sfondo al poema più lungo della nostra letteratura.

La mostra è divisa in tre sezioni: una panoramica sulle opere di Marino, una sezione di approfondimento sull’Adone e una ricostruzione della polemica seicentesca sul poema.

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B3 Bernardo Buontalenti Bergamo

Sala tassiana

1 – 15 dicembre 2023
December 1st – 15th 2023

inaugurazione venerdì 1 dicembre, ore 12

Acquistato dalla Direzione Generale Archivi dell’allora Ministero per i Beni e le Attività Cultura nel 2018, il Libro di Meccanica ed Ornato è una straordinaria testimonianza della poliedrica cultura scenografica e architettonica del suo tempo.

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Nello specchio di Armida

Il canto XVI della Gerusalemme Liberata
e la sua fortuna iconografica

11 ottobre – 4 novembre 2023
Atrio scamozziano

Maliziosa, infida, calcolatrice, ma anche disperatamente fragile di fronte alla forza travolgente dei sentimenti autentici; irresistibile femme fatale e vittima indifesa dei suoi stessi inganni; appassionata e vendicativa, orgogliosa e implorante, narcisista e battagliera: Armida, bellissima principessa saracena pronta a trasformarsi, per amore del suo nemico, in devota “ancilla” cristiana, è una delle figure più ambigue e sfuggenti che il tormentato genio di Torquato Tasso abbia regalato alla storia della letteratura.
È soprattutto nel canto XVI della Gerusalemme liberata che la maga pagana monopolizza il palcoscenico da assoluta primadonna, sfoderando una straordinaria gamma di sfumature psicologiche e registri espressivi: se inizialmente la vediamo trionfare sul campione cristiano Rinaldo, ridotto a suo adorante cicisbeo in un paradisiaco giardino delle delizie, quando l’eroe fugge dalle Isole Fortunate per tornare ai suoi doveri di crociato mostra tutta la vulnerabilità e la furia dell’amante abbandonata, riunendo in sé le più potenti suggestioni di illustri protagoniste del mito antico, dell’epica classica e del romanzo cavalleresco, da Arianna a Didone, da Alcina ad Olimpia.
Sulla base in primis delle edizioni illustrate della Liberata che la Biblioteca Civica Angelo Mai custodisce nella sua ricchissima Raccolta Tassiana, la mostra intende accompagnarci in questo caleidoscopico labirinto di specchi in cui si rifrangono i mille volti di Armida: pronta a catturare anche noi lettori, a distanza di secoli, con l’incantesimo del suo immortale fascino.

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Che tipi a Bergamo e Brescia!

I più antichi libri a stampa testimoni di una rivoluzione

Atrio scamozziano
30 giugno – 7 ottobre 2023

Ingresso libero durante gli orari di apertura della Biblioteca

Inaugurazione venerdì 30 giugno ore 18.00

Visite guidate giovedì 31 agosto, 7, 14, 21, 28 settembre, 5 ottobre, ore 16.30-17.30

In questo anno 2023 di Bergamo-Brescia Capitale italiana della cultura, le principali biblioteche di conservazione delle due città, la Biblioteca Angelo Mai e la Biblioteca Queriniana, nate entrambe nel Settecento, propongono al visitatore un duplice itinerario nel mondo dei libri del secondo Quattrocento, alle origini della stampa a caratteri mobili, indubbiamente uno dei periodi più vivaci per la storia del libro e delle biblioteche.
La Biblioteca Angelo Mai, ricca di un patrimonio di 1700 incunaboli – così sono chiamati i libri pubblicati nel XV secolo – intende qui valorizzare questa cospicua eredità, acquisita grazie alle antiche soppressioni di conventi e monasteri locali, ma anche a trasferimenti istituzionali, donazioni, acquisti oculati.
Si vuole mettere in luce la ricca circolazione di libri a stampa avvenuta a quell’epoca nel territorio bergamasco, che vede fra i principali protagonisti l’erudito Giacomo Filippo Foresti, un frate agostiniano che pubblicò importanti monografie e fu attivissimo nella compravendita di libri dando così slancio alla biblioteca del Convento di S. Agostino, all’epoca una delle più ricche in città.
Attraverso questo percorso il visitatore è invitato a esplorare le tecniche di produzione del libro antico: l’utilizzo dei caratteri mobili e del torchio, la stampa e la fascicolazione dei fogli, la realizzazione della decorazione e il confezionamento della legatura, fino a comprendere cosa significhi leggere, scrivere, fare cultura con la nuova rivoluzionaria arte tipografica che lo stesso Foresti non esitò a definire «non humana ma più presto divina et da Dio mandata».

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A cavallo del secchio

Fantasie e opere di Italo Clavino
tra i libri della Biblioteca Angelo Mai

Atrio scamozziano
28 aprile – 25 giugno 2023

In occasione del centenario della nascita di Italo Calvino la Biblioteca Angelo Mai offre un percorso e un confronto con il patrimonio librario legato a una figura centrale della storia letteraria e culturale italiana del Novecento. Le opere esposte riflettono coerenze e discontinuità dell’acquisizione di romanzi e racconti, filtrati nelle case di tanti italiani sin dai tempi della scuola, e diventano l’occasione per comprendere, in controluce, le dinamiche di collezione e fruizione adottate nel secondo Novecento quando a Bergamo si avvia il Sistema polarizzato della pubblica lettura e la Biblioteca Civica affronta il delicato passaggio identitario per diverse e nuove politiche degli acquisti.

L’esposizione propone solo un saggio di una vastissima produzione, che spazia tra generi e forme, comunicando con la cultura corrente e con l’opera narrativa di più generazioni, a fianco delle quali Calvino attraversa quaranta anni di vita intellettuale, dedicando a tanti progetti editoriali un tempo non inferiore a quello concesso alla propria opera. Nella pluralità di voci si cerca – anche mediante i testi che intervallano il percorso – di far risuonare la varietà di interessi di un autore che ha ridiscusso giorno per giorno strategie e missione del mestiere di scrittore, in equilibrio scostante tra realismo e fantasia, tra cronaca e fiaba: a cavallo del secchio, dunque, come il protagonista di un racconto di Kafka con il quale Calvino chiude una celebre lezione all’insegna della leggerezza.

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IO, MEDEA

Dal 16 marzo al 4 giugno 2023, per la mostra diffusa IO, MEDEA. La leggenda bianca del Rinascimento lombardo, in Sala Tassiana è esposto il codice quattrocentesco Commentariorum liber de vita et gestis invictissimi bello principis Bartholomeo Colei, per Antonium Cornazzanum ad clarissimam Bergomensem Republicam, da sempre conservato in Biblioteca alla segnatura Cassaforte 2 4.

Il testo è la fonte più autorevole sulla vita di Bartolomeo Colleoni (Solza, 1395 – Malpaga, 1475), dal 1445 capitano generale della Repubblica di Venezia. Antonio Cornazzano (Piacenza 1430 ca. – Ferrara 1484) raccolse le informazioni direttamente da Colleoni nel castello di Malpaga, dove soggiornò tra il 1473 e il marzo 1474; e completò la composizione in prosa latina con le vicende della vita e l’illustrazione delle virtù di Colleoni, poco dopo la morte del Capitano avvenuta nel novembre del 1475 (alla quale non fu presente e che non compare nella Vita).

Il contenuto e la confezione materiale del libro, concepiti unitariamente, confermano il carattere celebrativo e commemorativo e il legame tra la Città e Bartolomeo Colleoni.

Il prezioso codice appartiene al Comune di Bergamo dal XV secolo. La scrittura umanistica rotonda calligrafica, disposta a piena pagina con ampi margini su pergamena di ottima qualità, è in argento; i titoli sono in oro a foglia; le note marginali sono in argento e i notabilia in oro in polvere.
La sontuosa legatura originale, in seta rossa con ricami a rilievo in filo d’oro e d’argento, reca al centro dei piatti lo stemma della Città di Bergamo in smalto, entro sole raggiato, con l’iscrizione «Sola nobilitas est virtus»; agli angoli le scritte «Forteza, temperanza, iusticia, prudentia», le virtù cardinali proprie del buon governo. I fermagli in argento dorato a teste di leone simboleggiano la protezione del codice; il taglio in oro ha tracce di bulinatura.

A f. 7v la miniatura a piena pagina di Bartolomeo Colleoni ritratto su un cavallo impennato e con gli attributi del comando: la berretta rossa, il bastone e la corazza. La figura e il paesaggio con rocce, colline, fiumi e una citta in lontananza (Venezia?) sono incorniciate da un arco in forme rinascimentali, con capitelli in oro alla cui sommità arde un braciere d’argento con il fuoco. Un festone attraversa l’arco: un putto alato suona la tuba in corrispondenza con la testa di Colleoni. Il volto di Colleoni è un ritratto di profilo, all’antica, in segno di nobilitazione, fortemente realistico nel descrivere rughe e segni dell’età, forse ripreso dall’affresco ora nel Luogo Pio di Città Alta datato al 1470-1475, proveniente dalla sagrestia vecchia dell’Incoronata di Martinengo.
Sul foglio 8r iniziale M (su 5 righe), in oro a foglio e tempera come il fregio con motivi vegetali o floreali stilizzati che circonda nel margine inferiore lo stemma Colleoni, con teste di leone (lo stesso apposto sulla tomba di Medea).
La decorazione alla ferrarese vicina al modello della Bibbia di Borso d’Este è attribuita a Giovan Pietro Birago, miniatore lombardo attivo per gli Sforza a Milano, che firma anche tre dei diciotto Corali del Duomo Vecchio di Brescia.

L’ingresso è libero durante gli orari di apertura della Biblioteca. Il codice può essere sfogliato in formato digitale sul portale della Biblioteca Digitale Lombarda.

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Curiosar nel Novecento

Cucina e convivialità tra pentole, utensili, menù e ricette

15 – 22 aprile 2023

Dal 15 al 22 aprile l’Atrio scamozziano della Biblioteca ospita la mostra Curiosar nel Novecento. Cucina e convivialità tra pentole, utensili, menù e ricette, proposta dalla Delegazione di Bergamo dell’Accademia Italiana della Cucina in occasione del Settantesimo anniversario della fondazione e curata da Annamaria Bisutti, Maria Elisabetta Manca e Clelia Chiarolini, in collaborazione con l’Associazione Amici della Biblioteca Angelo Mai e il Museo della Pentola Baldassare Agnelli. In esposizione stampe, litografie, affiche, menu, libri, riviste e altro.

Inaugurazione venerdì 14, ore 17.30. Ingresso libero durante gli orari di apertura della Biblioteca. Scarica la cartolina.

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Quando le montagne conquistarono gli uomini

Muoversi in sicurezza sulle Alpi
fra Ottocento e primo Novecento

MOSTRA PER I 150 ANNI DELLA SEZIONE BERGAMASCA DEL CAI
20 marzo – 11 aprile 2023

Dal 20 marzo all’11 aprile 2023 l’Atrio scamozziano della Biblioteca ospita la mostra Quando le montagne conquistarono gli uomini. Muoversi in sicurezza sulle Alpi fra Ottocento e primo Novecento, organizzata in collaborazione con il Club Alpino Italiano – Sezione di Bergamo per commemorare i 150 anni della fondazione.

Presentazione

A distanza di dieci anni dalla partecipazione della Biblioteca Angelo Mai alla mostra diffusa per i 150 anni dalla nascita del Club Alpino Italiano, si ripropone un’occasione per esporre libri e documenti legati al mondo della montagna, in concomitanza con i 150 anni della sezione bergamasca del CAI. Ecco la felice proposta di materiali che provengono sia dal patrimonio della Biblioteca Civica sia da quello della Biblioteca del CAI-Bergamo. Il titolo prescelto, Quando le montagne conquistarono gli uomini. Muoversi in sicurezza sulle Alpi fra Ottocento e primo Novecento, vuole ribaltare l’idea, comunemente accettata, dell’uomo che conquista, con le sue sole forze, vette sempre più alte e impegnative. Si vuole invece sottolineare come siano in realtà le montagne ad aver conquistato gli uomini, con il loro fascino, con le sfide che esse ci mettono davanti, con i limiti e i rischi che ci impongono di accettare. Questa prospettiva si è resa particolarmente evidente soprattutto a partire dall’Ottocento, da quando cioè la montagna è stata vissuta e affrontata non solo per necessità, ma anche per svago, per sport o come banco di prova per sfidare i propri limiti. Fin dai tempi più antichi gli uomini hanno percorso le montagne attraversando i valichi: si trattava di trasportatori, commercianti, studenti, studiosi, pellegrini, viaggiatori benestanti. Già nei secoli passati ci si preoccupava della sicurezza sia dei viaggiatori sia delle merci trasportate. E’ solo però a partire dall’Ottocento che il tema della sicurezza in montagna, e del soccorso alle persone in caso di necessità, si traduce in ‘scienza’ in conseguenza del progresso tecnologico e della medicina. In un’epoca di ormai piena espansione della produzione industriale del libro a stampa, ecco che troviamo pubblicazioni sia per gli specialisti sia, e soprattutto, per escursionisti, alpinisti e amanti della montagna in genere. Si tratta spesso di edizioni economiche, ma anche riccamente illustrate, grazie all’ampio utilizzo della litografia, della cromolitografia e della fotografia.

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