Il Palazzo Nuovo, sede della Biblioteca dal 1928, fu costruito a partire dagli inizi del Seicento su disegno di Vincenzo Scamozzi e completato nel 1928 con la facciata monumentale dall’architetto Ernesto Pirovano, il quale tenne conto nel suo lavoro del disegno originario scamozziano.
Ha ospitato fino al 1873 il Comune di Bergamo e, tra Ottocento e Novecento, il Regio Istituto Tecnico e il Museo di Scienze Naturali.
Built at the beginning of the 17th century following a Vincenzo Scamozzi design (Vicenza, 1548 – Venice, 1616) and completed in 1928 by Ernesto Pirovano, ‘Palazzo Nuovo’ has been the seat of the Library since that year.
Until 1873 it housed the Municipality of Bergamo and in the following decades a Technical Institute and the Natural Sciences Museum.
Atrio scamozziano
L’atrio d’ingresso a doppia altezza con colonnato e volte a crociera misura 15 per 10 metri. L’atrio è ornato da busti, tondi e lapidi che celebrano personaggi o eventi storici della Città e del territorio e svolge la funzione di spazio espositivo della Biblioteca. I due grandi monumenti funebri seicenteschi provengono dall’antica Chiesa delle Grazie demolita nel 1857 e ricordano i fratelli Agosti e Corsino, combattenti nella battaglia di Lepanto. I 20 medaglioni in gesso raffigurano illustri bergamaschi: furono realizzati intorno al 1859 nella bottega dello scultore Antonio Galletti. I busti in marmo sono tutti di importanti artisti dell’Ottocento italiano, tranne quello di Bartolomeo Colleoni di antica fattura e un tempo sulla facciata del Palazzo.
The atrium is decorated with marble busts by Italian artists of the 19th century celebrating important personalities of the city, except the portrait of Bartolomeo Colleoni, more ancient and once on the facade of the Palace. There are bas-reliefs and twenty plaster medallions, made around 1859 in the workshop of the sculptor Antonio Galletti, depicting famous people from Bergamo. It is possible to see two funerary monuments: big 17th century tombstones that come from the ancient ‘Chiesa delle Grazie’, demolished in 1857: they commemorate the Agosti and Corsino brothers, heroes during the battle of Lepanto.
Salone Furietti
Il salone principale, originariamente sala del Maggior Consiglio, ospita la sala di studio e consultazione: è intitolato al cardinale Giuseppe Alessandro Furietti che lasciò la propria libreria di 1363 volumi alla Città di Bergamo, impegnandola all’apertura di una biblioteca pubblica.
Il grande vano a doppia altezza (lungo 22 metri, largo 10,5 e alto 15) è coperto da una volta lignea e intonacata a carena di nave rivoltata, ornata dal fregio e dalla cornice in stucco eseguiti negli anni 1668-69 dal ticinese Giovanni Angelo Sala. Al centro di ogni lato del fregio spicca lo stemma bipartito oro-vermiglio del Comune di Bergamo; al di sopra delle alte scaffalature monumentali ottocentesche ornate con 22 semicolonne ioniche, scorrono ventisei ritratti di uomini illustri (letterati, storici e studiosi locali). Sulle pareti tra le finestre spiccano, sul lato sud, il seicentesco ritratto di Donato Calvi e quello di Furietti da lui stesso donato alla Città nel 1760, e i busti marmorei di Mai, realizzato nel 1845 dallo scultore Pietro Tenerani, e di Lorenzo Mascheroni scolpito da Vincenzo Vela nel 1847; sul lato nord, le tele con i ritratti di Mai, effigiato da Giuseppe Moriggia nel 1824, e di Pier Antonio Serassi, opera di Martino de’ Boni e i busti di Agostino Salvioni, a firma di Giovanni Maria Benzoni e di Alessandro Barca realizzato dallo scultore Giosuè Meli nel 1882. Un pianoforte a coda Pleyel del 1875 viene regolarmente utilizzato per le occasioni pubbliche musicali.
The main hall, adorned in the years 1668-69 by Giovanni Angelo Sala from Ticino, was originally intended to host the major political council: now houses the study and consultation room named after Giuseppe Alessandro Furietti, the Cardinal who left his library with 1363 volumes to the City of Bergamo, committing it to the opening of a public library. At the center of each side stands the bipartite gold-vermilion symbol of the Municipality of Bergamo. Above the monumental shelves decorated with semi-columns there are 26 portraits of important and famous figures of arts and history. On the south side two impressive paintings stand out on the wall, depicting Donato Calvi and Giuseppe Alessandro Furietti. We can also find the marble busts of Angelo Mai, created in 1845 by the sculptor Pietro Tenerani, and of Lorenzo Mascheroni, sculpted by Vincenzo Vela in 1847. On the north side it is possible to admire the paintings of Angelo Mai, portrayed by Giuseppe Moriggia in 1824, and of Pier Antonio Serassi by Martino de Boni. On the same side there are the busts of Agostino Salvioni, signed by Giovanni Maria Benzoni, and of Alessandro Barca, carved by the sculptor Giosuè Meli in 1882. A Pleyel grand piano from 1875 is regularly used for public musical occasions.
Sala Tassiana
Nella Sala tassiana, così intitolata con deliberazione del Consiglio Comunale il 6 ottobre 1927, è raccolta la più importante collezione bibliografica al mondo di opere di e su Bernardo e Torquato Tasso. Gli arredi della sala, così come quelli del Salone Furietti, provengono dal Palazzo Vecchio. La volta è ornata dagli stucchi (fogliame, girali, arpie) compiuti nel 1615 da Lorenzo Girolamo e Giovanni Battista Porta e da affreschi con grottesche e allegorie delle virtù dei buoni governanti (Benignità, Provvidenza, Tolleranza, Eloquenza, Silenzio, Sincerità) eseguiti, sempre nel 1615, da Pietro Baschenis. La sala, in origine destinata alle riunioni del Minor Consiglio, è dominata dallo stemma del Comune di Bergamo sotto il motto: «LEX PRIMA CONSILII LIBERE LOQVENDI ET PATIENTER AVDIENDI». Completano il ricco e composito apparato decorativo tre grandi tempere su intonaco Al mattino, Al tramonto, Alla notte attribuite al prete-pittore Giuseppe Roncelli (1663ca. – 1729) e il grande ovale del 1585 La Repubblica di Venezia riceve doni dalla provincia di Bergamo, di Francesco Da Ponte detto Francesco Bassano (1549 – 1592). I festoni che coronano le finestre e le allegorie dei fiumi Brembo e Serio dei sovrapporta sono di Paolo Vincenzo Bonomini (1757 – 1839). Due busti in marmo, opera di Giovanni Maria Benzoni e di Vincenzo Vela, realizzati rispettivamente nel 1858 e nel 1864, e il piccolo dipinto di Fulvia Bisi Torquato Tasso a Sant’Onofrio, celebrano il grande letterato.
In Sala tassiana sono collocati i due grandi globi realizzati da Vincenzo Maria Coronelli nel 1688 e 1692, acquistati a Venezia dal padre agostiniano Angelo Finardi (1630 – 1700) per la biblioteca del convento bergamasco di Sant’Agostino e donati alla Biblioteca Civica nel 1834 da Andrea Vertova.
Sala Tassiana, so named after a resolution of the City Council on 6 October 1927, houses the most important bibliographic collection in the world of works by and about Bernardo and Torquato Tasso. This room, originally intended for meetings of the Minor Council, is dominated by coat of arms of the Municipality of Bergamo under the motto: «LEX PRIMA CONSILII LIBERE LOQVENDI ET PATIENTER AVDIENDI». The stucco ceilings (foliage, volutes, harpies) was completed in 1615 by Lorenzo Girolamo and Giovanni Battista Porta. Visitors can admire frescoes with grotesques and allegories of some virtues (Kindness, Providence, Tolerance, Eloquence, Silence, Sincerity) executed by Pietro Baschenis in the same year. The rich set of decoration is completed by three large temperas on plaster: Al mattino, Al tramonto, Alla notte, attributed to the priest-painter Giuseppe Roncelli (1663 – 1729) and by 1585 oil painting on oval canvas depicting La Repubblica di Venezia riceve doni dalla provincia di Bergamo, by Francesco Bassano. Two marble busts by Giovanni Maria Benzoni and Vincenzo Vela, made respectively in 1858 and 1864, and the small painting by Fulvia Bisi Torquato Tasso a Sant’Onofrio celebrate the great man of letters.
The two large globes made by Vincenzo Maria Coronelli in 1688 and 1692, purchased in Venice by the Augustinian Angelo Finardi (1630-1700) for the library of the Sant’Agostino Convent in Bergamo, were donated to the Civic Library in 1834 by Andrea Vertova.