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I quotidiani locali L’Eco di Bergamo e Il Giornale del Popolo del 27 aprile 1945 restituiscono, anche nella loro impaginazione, le ore convulse che seguono il 26 aprile, giorno in cui le colonne partigiane entrano in Bergamo.
L’Eco titola «Bergamo nelle mani dei patrioti» e pubblica il proclama del Comitato di liberazione affisso sui muri della città e dei paesi della provincia.
Il Giornale del Popolo (leggilo in versione digitale sul sito della Biblioteca Digitale lombarda) esce in edizione straordinaria con il titolo «L’Italia affrancatasi dai suoi oppressori riafferma il suo diritto alla libertà, alla indipendenza, alla eguaglianza»
Brevi trafiletti danno conto dei combattimenti militari sui vari fronti e della situazione nelle città del Nord Italia.

Il Comitato di liberazione, preso possesso della Prefettura, provvede immediatamente all’insediamento delle autorità provvisorie provinciali e cittadine, nominando l’Avv. Ezio Zambianchi Prefetto della Provincia di Bergamo e l’Avv. Antonio Cavalli Sindaco di Bergamo.

A fronte della straordinarietà degli eventi fa da contraltare la vita quotidiana che pure deve continuare. Un esempio è fornito dal Registro delle delibere del Consiglio Comunale, che scandisce l’ordinaria attività amministrativa del Comune di Bergamo.
Se il Podestà di Bergamo delibera per l’ultima volta proprio il 25 aprile 1945 su temi quali le «concessioni di aumento periodico di stipendio» e lo «stato degli utenti pesi e misure», le sei delibere immediatamente successive del 30 aprile 1945 a firma del Sindaco hanno oggetto «Liquidazioni e pagamento di spese su fondi a calcolo» (cinque) e «Diritti di segreteria esatti nel mese di aprile» (una).
In questa apparente normalità, la caduta del regime fascista è testimoniata visivamente nel registro dalle 6 pagine bianche che separano le delibere del Podestà (che terminano a p. 305) da quelle del Sindaco (la cui numerazione ricomincia da pagina 1).

Del 7 maggio 1945 la prima delibera che testimonia la Liberazione, con il conferimento della cittadinanza onoraria al Conte Manfred Czernin – «Maggiore Manfredi» – rappresentante del Comando Superiore Alleato in Bergamo e tra i protagonisti delle operazioni che dal marzo 1945 culminarono poi nella resa di Bergamo.

Il lento ritorno alla normalità è testimoniato anche da due documenti conservati nell’archivio della Biblioteca Civica:

– datato 2 maggio 1945 l’Inventario degli oggetti trovati nel Ricovero pubblico allestito nei sotterranei del Palazzo Nuovo (sede della Biblioteca Civica): oltre all’«armadietto di pronto soccorso» utile in un rifugio antiaereo, spicca la presenza di tre lampadine elettriche, una delle quali subito restituita al legittimo proprietario;

– datato 17 maggio 1945, l’ordine di servizio a firma di Antonio Zambianchi ai capi reparto e ai capi servizio: «il saluto romano e l’uso del voi, introdotti dal sepolto regime fascista, sono aboliti».