Alcune edizioni settecentesche della Commedia si distinguono per la specifica attenzione rivolta alla tradizione esegetica e all’ecdotica del Poema.
Tra queste, l’edizione padovana del 1726-27 che si annuncia ragguardevole già nel titolo: La Divina Commedia di Dante Alighieri già ridotta a miglior lezione dagli Accademici della Crusca, ed ora accresciuta di un doppio Rimario, e di tre Indici copiosissimi per opera del Signor Gio[vanni] Antonio Volpi […] il tutto distribuito in tre volumi.
Prediletta dagli Accademici per la lezione esatta e completa del testo, grazie al corredo del rimario e degli indici, fu ritenuta una delle migliori imprese della celebre tipografia Volpi-Cominiana che si distinse, a Padova, nella prima metà del Settecento, per la produzione di testi classici molto corretti e tipograficamente curati. Diretta da Giuseppe Comino per conto dei fratelli Giannantonio e Gaetano Volpi, l’officina si avvaleva infatti sia della grande cultura dei Volpi (il primo, professore di filosofia, lettere greche e latine nello Studio padovano ed esponente della scuola filologica di quell’università; il secondo, bibliofilo erudito), sia dell’alto grado di professionalità e della sensibilità estetica di Giuseppe Comino, sia della collaborazione degli intellettuali del tempo quali Anton Federico Seghezzi e Pier Antonio Serassi.
La stampa cominiana della Commedia è distribuita in tre tomi: nel primo sono comprese le tre Cantiche; Le vite di Dante e del Petrarca scritte da Lionardo Aretino «cavate da un manuscritto antico della Libreria di Francesco Redi, e confrontate con altri testi a penna»; il Catalogo di molte delle principali edizioni che sono state fatte della Divina commedia di Dante Alighieri «disposto per ordine di cronologia, e arricchito di qualche osservazione da G[iannantonio] V[olpi]».
La tipografia Volpi-Cominiana contrassegnò le proprie stampe con due differenti marche tipografiche. La prima, usata nell’edizione della Commedia, raffigura un contadino che scava in profondità tra le rovine: chiara allusione all’intento di Giannantonio Volpi di riportare alla luce i testi nella loro versione corretta, ma anche richiamo alla passione archeologica fiorita durante il XVIII secolo. Il motto che figura nel cartiglio riprende un aforisma oraziano: «Quidquid sub terra est in apricum proferet aetas» (Tutto ciò che è sotto terra, tornerà alla luce col tempo; EpistoIe, 6, 24).
Nel secondo tomo, si trova il Rimario di tutte le desinenze de’ versi della Divina commedia di Dante Alighieri «ordinato ne’ suoi versi interi co’ numeri segnati in ciascun terzetto; i quali citano distintamente i capitoli dell’Inferno, del Purgatorio, e del Paradiso. Opera già pubblicata in Napoli l’anno 1602 da Carlo Noci, presso Gian-Jacopo Carlino, ed ora notabilmente migliorata, arricchita d’un indice delle sole rime, e in tutto corrispondente al testo de’ signori accademici della Crusca».
Del 1727 è infine il Volume terzo che abbraccia i soliti argomenti, e le allegorie sopra ogni canto del poema di Dante Alighieri; e di più tre indici ricchissimi, «che spiegano tutte le cose difficili, e tutte l’erudizioni di esso poema, e tengono la vece d’un’intero comento; composti con somma diligenza dal sig. Gio. Antonio Volpi».
I tre volumi sono di fattura e di aspetto pregevoli: stampati in carta chiara e fina con filigrana ben visibile, sono impreziositi da un ritratto di Dante inciso a bulino da Michael Heylbroeck (Gand, 1635 – Brescia, 1733) su disegno di Michelangelo Cornale; anche le prime pagine di ciascuna cantica hanno fregi e iniziali decorate.
Gli esemplari della Mai recano il timbro di appartenenza al Liceo di Bergamo (oggi Liceo Sarpi), che testimonia l’acquisizione dell’opera, avvenuta a metà Ottocento, a seguito del decreto emanato dal governo austriaco nel 1825 che ordinava il passaggio delle biblioteche scolastiche a quelle pubbliche; sono rilegati in pergamena e si offrono al lettore con tagli rifilati e spruzzati in blu.
Sfoglia i tre volumi conservati dalla Harvard University, disponibili in versione digitale sul sito della HathiTrust Digital Library: vol. 1, vol. 2, vol. 3.