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Prosegue nell’anno 2016 il XVIII ciclo di seminari «Fonti e temi di storia locale» organizzato da Archivio Bergamasco, con il patrocinio del Comune e della Provincia di Bergamo, in collaborazione con la Biblioteca Civica, la Fondazione MIA e la Fondazione Bergamo nella Storia.

Tre i seminari previsti presso la Sala del Cancelliere della Biblioteca:

Venerdì 22 aprile 2016, ore 17.30, Marco Robecchi, presenta Il volgarizzamento bergamasco dell’Elucidarium di Onorio di Autun dal codice MA 188 della Biblioteca Mai (secolo XV). Coordina Giulio Orazio Bravi.
Viene presentata l’edizione critica, di recente pubblicazione presso la collana «Biblioteca di Carte Romanze» dell’Università degli Studi di Milano, del volgarizzamento bergamasco di metà Quattrocento dell’Elucidarium di Onorio di Autun, sorta di catechismo dall’enorme fortuna in epoca medievale. Esso è tramandato dal codice MA 188 conservato presso la Biblioteca Mai. Si tratta di un importante testimone della cultura bergamasca del XV secolo, riconducibile alla vita confraternale della città.

Venerdì 6 maggio 2016, ore 17.30, Giulia Francesca Zani, vincitrice del Premio Savoldelli 2014, presenta La biblioteca Piatti. Storia rocambolesca di una preziosa raccolta bergamasca. Coordina Paola Palermo.
All’interno del prezioso “Fondo Locatelli” conservato presso la Biblioteca Mai si possono rintracciare provenienze ulteriori: ex libris e segni di possesso aiutano a ricostruire la storia della biblioteca Piatti. La raccolta deve il suo nome ai fratelli Piatti, Francesco e Faustino, che prelevarono dalle biblioteche dei conventi bergamaschi numerosi volumi, al fine di sottrarli alle soppressioni napoleoniche. Le fonti fanno migrare la raccolta dalla città di Bergamo a quella di Brescia, probabilmente dapprima in mano della famiglia Simoni, e poi dei Fé d’Ostiani; quindi ad Antonia Suardi Ponti e da questa a Giuseppe Locatelli.

Venerdì 3 giugno 2016, ore 17.30, Fabrizio Costantini, vincitore della Borsa Cicolari 2015, presenta Bergamo, Romano e i mercati dei cereali nel Bergamasco d’età moderna. Coordina Gianluigi Della Valentina.
Le relazioni dei rettori di Bergamo non sembrano lasciare molti dubbi: uno dei problemi più delicati per tutto il Bergamasco moderno fu quello dell’approvvigionamento di biade. Naturalmente sterile, incapace di auto-sostentarsi anche dopo l’introduzione del mais, la provincia dovette costruire fin dalle soglie dell’età moderna un sistema annonario basato su un sostanziale libero ingresso dei grani e una completa libertà di circolazione interna, sviluppando un apparato di gestione delle derrate particolarmente leggero e poco invasivo rispetto ad altri contesti d’Antico Regime.