Incunaboli
Si definiscono incunaboli i libri a stampa prodotti in Europa, nella seconda metà del XV secolo, con la tecnica dei caratteri mobili. Dai primi esempi di Johann Gutenberg, in particolare con la Bibbia in latino di grande formato detta delle 42 linee (1453-55), all’anno 1500 si calcola una produzione di circa 35.000 edizioni con 450.000 esemplari diffusi per il mondo. La Biblioteca Angelo Mai ne conserva oggi 2.140; fra di essi il nucleo particolarmente prezioso degli oltre 80 incunaboli miniati.
La raccolta si è formata per gran parte a seguito delle soppressioni napoleoniche, con l’arrivo in Biblioteca nel 1797 delle ricche librerie di conventi e monasteri. Per tale motivo è marcata la presenza di opere religiose, ma non mancano edizioni di testi filosofici, classici, opere scientifiche e storiche, acquisite da conventi e monasteri che avevano aderito alla riforma dell’Osservanza o che erano stati particolarmente sensibili ai nuovi valori dell’Umanesimo.
Nella storia della Biblioteca possiamo individuare la raccolta degli incunaboli già nel 1820, in occasione della stesura di cataloghi manoscritti, uno dei quali specifico per le edizioni del XV secolo. Ciò a dimostrazione del fatto che la principale biblioteca bergamasca, già da allora, si rifaceva a una consolidata tradizione, risalente al XVII secolo, di particolare attenzione a queste pubblicazioni. Proprio nel Seicento nacque infatti il termine ‘incunabolo’, per individuare una tipologia libraria caratterizzata dalla rarità e preziosità degli esemplari superstiti. Nel 1843, in occasione del trasferimento della Biblioteca al Palazzo della Ragione, venne avviato un altro catalogo a libro su iniziativa del bibliotecario Agostino Salvioni, che diede l’incarico a Bartolomeo Secco Suardo; fra i 29 volumi di grande formato del catalogo, che riprendeva la suddivisione per materie già adottata nel catalogo del 1820, con l’aggiunta delle segnature, troviamo quello dedicato alla ‘Sala I’, riservato proprio agli incunaboli oltre che alla giurisprudenza civile e canonica. Nel 1966 il direttore Luigi Chiodi pubblicò l’Indice degli incunaboli della Biblioteca Civica di Bergamo, assegnando ai volumi le segnature tutt’oggi in uso e dando la possibilità di ricerca alfabetica per luoghi di edizione, editori e tipografi. Nel 1989 uscì il volume Codici e incunaboli miniati della Biblioteca Civica di Bergamo, con una descrizione più accurata degli apparati decorativi.
Attualmente può essere consultato il sito web della Biblioteca, che propone il catalogo on line di tutti gli incunaboli posseduti, con ricerca per autore, luogo, contenuto, editore/tipografo, anno, segnatura, parola chiave.
Gli incunaboli della Biblioteca Mai sono segnalati inoltre nei più importanti repertori e cataloghi nazionali e internazionali: l’IGI, l’Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d’Italia (1943-1981), consultabile on line, storico punto di riferimento anche per la nostra raccolta; Incunabula Short Title Catalogue (ISTC), creato dalla British Library; Material evidence in incunabula (MEI), progetto cui la Biblioteca ha aderito dal 2013.
Sfoglia gli oltre 80 incunaboli miniati della Biblioteca sul sito della BDL.
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