Tra gli almanacchi bergamaschi riveste molta importanza Bergamo, o sia notizie patrie, presente sulla scena editoriale locale dal 1815 al 1892. Nato come uno dei tanti almanacchi economici diffusi nei primi anni dell’Ottocento, riscosse un immediato successo che sorprese lo stesso compilatore, Carlo Facchinetti, indotto, per gli anni successivi, ad arricchire di informazioni sempre più dettagliate la sua creatura.
I primi numeri ricalcano i vecchi lunari e calendari del secolo precedente: riportano previsioni stagionali del tempo, feste mobili, eclissi, equinozio e solstizio, calendario con orari di levata del sole e lunazioni, nomi dei santi; una parte narrativa, storico-artistica, è dedicata prevalentemente a notizie che riguardano le vicende più antiche di Bergamo.
Con il trascorrere degli anni aumentò il numero delle pagine, per ospitare nuove rubriche: tavole di ragguaglio sul valore delle diverse monete, dei pesi e delle misure; arrivi e partenze dei corrieri, statistiche demografiche e geografiche, informazioni astronomiche, consigli di agronomia; compaiono anche motti e proverbi e considerazioni moraleggianti inframmezzate nei calendari. Le narrazioni sulla storia e sull’arte si fanno più approfondite e curate e affrontano, in occasioni particolari, come la visita delle maestà imperiali o l’insediamento del vescovo, anche eventi di attualità, sebbene rimanga assente ogni considerazione politica.
La feconda intuizione di Facchinetti, che rende l’almanacco una fonte preziosissima per la ricostruzione storica della vita bergamasca, furono però le rubriche dedicate alle informazioni pratiche e alle cariche: gerarchia ecclesiastica, parrocchie e contrade del territorio con i nomi dei parroci; notizie sulle famiglie reali; autorità politiche, amministrative e giudiziarie; autorità militari; istituti educativi e di beneficenza, ospedali; elenco dei professionisti: ingegneri, architetti, agrimensori, ragionieri, avvocati, notai, medici, farmacisti; fiere e mercati, commercianti e artigiani, esercenti che gestiscono le botteghe nella Fiera di Bergamo; ricevitorie del lotto, necrologi di personalità locali.
Alla parte narrativa collaborarono, spesso in anonimato, personalità di spicco della cultura bergamasca, quali Angelo Mazzi, Gabriele Rosa, Antonio Tiraboschi, Gabriele Dossi, Pasino Locatelli, Carlo Lochis, Elia Zerbini, Giovanni Maria Finazzi. Tra le informazioni trasmesse si segnalano, per esempio, gli elenchi delle opere d’arte con la loro ubicazione, pubblicati in un’aggiunta al volume del 1833.
Dall’almanacco bergamasco trassero ispirazione i patrioti Cesare Correnti, Carlo Tenca e Achille Mauri per un’analoga iniziativa milanese, Il Nipote del Vesta-Verde, pubblicato dal 1848 al 1859. Nel 1854, approfittando della morte di Facchinetti, si verificò invece un tentativo di appropriazione: Agostino Locatelli stampò, coi tipi di Pietro Locatelli, un almanacco dal titolo ingannevole Bergamo ossia notizie patrie.
L’iniziale tipografo Sonzogni lasciò la stampa a Mazzoleni nel 1824, quindi a Pagnoncelli nel 1858. Con la crisi della casa editrice e la sua chiusura nel 1892, cessò anche la vita dell’almanacco, che tuttavia ebbe un erede: Bergamo e sua provincia nel 1893, quindi Diario-guida della città e provincia di Bergamo, dal 1894 fino alla metà del secolo successivo.
La Biblioteca conserva anche il copione manoscritto utilizzato da Facchinetti nel 1814 per la preparazione del primo numero, approvato dalla censura austriaca.
Sfoglia le annate dell’almanacco Bergamo, o sia notizie patrie sul sito della BDL.
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