Emporium nacque nel 1895, lo stesso anno in cui si inaugurò la prima Biennale di Venezia, e vide le stampe fino al 1964. L’intento del progetto, molto innovativo per i tempi, venne espresso con chiarezza nel manifesto programmatico del dicembre 1894 dagli ideatori, Paolo Gaffuri, fondatore dell’Istituto Italiano d’Arti Grafiche, e Arcangelo Ghisleri: «Popolarizzare l’alta coltura, i risultati della scienza, il fior fiore delle arti, non solamente dell’Italia, ma di tutto il mondo civile; con notizie e monografie precise, brevi, succose, dovute a specialisti, e accompagnate sempre da illustrazioni, che siano documenti, presi dal vero e sui luoghi, riprodotti con sistemi ultimi dell’arte grafica più progredita; tale l’intento della nuova Rivista».
Lo spirito della pubblicazione, che doveva essere «universale e bella, utile e attuale, italiana e cosmopolita, ben illustrata, rivolta a tutti, nello stesso tempo di lusso e popolare», è rappresentato anche da un’accurata scelta del titolo, preferito tra i molti proposti, in quanto breve e sonoro. Il programma venne rispettato e per 840 fascicoli mensili, suddivisi in 138 volumi semestrali, la rivista propose ai lettori, a livello specialistico, ma in forma divulgativa e piacevole, scritti su tematiche artistiche riguardanti movimenti e correnti, arte antica, arte contemporanea, architettura, musica, letteratura, cinema, arti decorative e applicate, pubblicizzazione di musei e mostre; si occupò di scoperte scientifiche, conquiste tecnologiche e industriali, attualità, moderne forme di vita sociale, moda; affrontò la divulgazione storica. Il tutto corredato da immagini di altissima qualità che si pongono in rapporto diretto con la scrittura, reso possibile da una ricerca all’avanguardia sul piano tecnico-tipografico, parte integrante dell’operazione culturale nel suo insieme.
Lavoro preliminare e poi assiduo di Gaffuri fu la raccolta di riviste internazionali, alla ricerca continua di articoli da tradurre, cliché fotografici da acquisire, modelli di comunicazione inediti, in grado di ricavare spazi commerciali e culturali ancora inesplorati, che facessero da traino anche per il resto della produzione editoriale dell’Istituto, dedicata all’arte, alla cartografia, alle scienze.
Le riviste da cui Emporium ha ricevuto maggiori influssi sono l’inglese The Studio (1893), da cui eredita il carattere cosmopolita e la spinta verso la modernità, e le tedesche Pan (1895) e Jugend (1896), da cui trae il gusto per la divulgazione e per i temi popolari. Non mancano l’umorismo e la satira, accompagnati da vignette e grafica caricaturale, i cui emuli si identificano nell’Illustrated London News, nel settimanale parigino Le Rire, nel tedesco Simplicissimus.
Il messaggio pubblicitario, utilizzato fin dalle prime uscite e introdotto seguendo il modello di alcuni prototipi americani ed europei, contribuì a rafforzare il carattere divulgativo della rivista.
L’attenzione dei fondatori per le arti contemporanee e per lo spirito modernista interdisciplinare, tipico dell’Art Nouveau, emerge dalle splendide copertine, che cambiano di mese in mese e riflettono il variare degli stili e del gusto. L’originalità della veste grafica complessiva di Emporium e la gravitazione intorno alla rivista di un folto gruppo di artisti e disegnatori operanti nel campo della cartellonistica e della grafica pubblicitaria, unitamente alla collaborazione di importanti studiosi e artisti italiani, connotano la rivista come uno dei prodotti editoriali più affascinanti e significativi del tempo.
Sfoglia Emporium sul sito della Scuola Normale Superiore di Pisa.
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