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Strenne natalizie dalle collezioni della Biblioteca Civica Angelo Mai

Biblioteca Civica Angelo Mai
Atrio scamozziano

Piazza Vecchia 15, Città Alta
7 dicembre 2017 – 15 gennaio 2018

 

L’antica strena, il dono che i Romani si scambiavano quale buon augurio durante i Saturnali, le festività dicembrine in onore del dio Saturno, divengono le moderne strenne che, in varie ricorrenze, ma soprattutto a Natale, ci scambiamo ancor oggi. Ispirandosi a questa tradizione, la Biblioteca Civica Angelo Mai offre ai propri visitatori, quale strenna natalizia, un’esposizione di libri-strenna selezionati dalle proprie collezioni, scegliendo di privilegiare la visione delle copertine, non solo perché pregevoli dal punto di vista illustrativo, ma anche in quanto testimonianza immediata di un’evoluzione del gusto e delle mode editoriali che si sono succedute dall’inizio dell’Ottocento fino ad oltre la metà del secolo scorso. La mostra, prettamente natalizia, vale come augurio a tutti i frequentatori.

Il libro-strenna

La strenna, raccolta di componimenti poetici e letterari, finemente composta e illustrata, concepita come libro-dono da offrire in augurio per il capodanno, si afferma in Europa quale genere editoriale negli anni Trenta dell’Ottocento e fiorisce per tutto il periodo romantico con grande successo commerciale.
Già per il capodanno del 1611 Giovanni Keplero invia all’amico e protettore Wackher von Wakenfels un trattatello intitolato Strena seu De nive sexangula nugella, sul perché la neve cada in piccole stelle a sei punte. A partire dal 1822, con la pubblicazione a Londra del volumetto Forget me not, il ‘keepsake’, libro-ricordo, conosce una grande fortuna in patria e negli Stati Uniti. Il primo esempio italiano è il Non ti scordar di me, edito da Vallardi nel 1832, rapidamente imitato da una moltitudine di pubblicazioni simili in concorrenza fra loro.
Il culto dell’immagine, alimentato dallo sviluppo di nuove tecniche come l’incisione su acciaio e la litografia; la presenza di illustrazioni, spesso colorate, affidate a disegnatori e incisori famosi; la qualità della carta e della tipografia; il valore della rilegatura e del rivestimento, in marocchino, velluto e seta con ornamenti dorati e decorazioni sui piatti; le tirature limitate, concorrono a fare di questi volumi dei prodotti di lusso, ai quali collaborano autori di rilievo nel panorama letterario dell’epoca.
Con la metà dell’Ottocento la fortuna commerciale delle strenne inizia a decadere, ma la moda non viene meno, diversificandosi in svariati filoni editoriali: strenne dalla veste tipografica più modesta, che si fanno portavoce di messaggi educativi e di una maggiore attenzione nei confronti dell’istruzione popolare; libri-dono predisposti da aziende private e banche per i propri clienti, a scopo pubblicitario; soprattutto strenne delle grandi riviste settimanali illustrate che, a partire dall’inglese The Illustrated London News, dal francese L’Illustration e dall’Illustrazione italiana, propongono fascicoli speciali in occasione delle festività natalizie, in aggiunta alle normali uscite periodiche.
Nel Novecento la strenna diviene anche occasione di sperimentazioni editoriali d’avanguardia, alla ricerca di attrattive che possano giustificarne l’acquisto da parte di una clientela sempre più ‘distratta’ dalla ricchezza dell’offerta libraria. Sul finire del secolo, ed ancora ai giorni nostri, la strenna pubblicata solitamente a ridosso delle festività, si ripropone ancora come prodotto di lusso e oggetto di dono prezioso, da offrire ai clienti, agli amici e a tutti agli appassionati bibliofili.

L’ottocento

Nella prima metà dell’Ottocento la strenna si afferma come prodotto editoriale di lusso, curato nella grafica, ben rilegato, con copertine rigide decorate in gusto romantico.
Quindici giorni in Milano delle LL. MM. II. RR. Strenna per l’anno 1839, celebra la visita dell’Imperatore Ferdinando I a Milano in occasione della sua incoronazione a Re del Regno Lombardo-Veneto. Contiene una descrizione puntuale delle feste e delle cerimonie svoltesi nelle giornate dal 1° al 14 settembre 1838.

La Strenna italiana, pubblicata dal 1834 al 1894, vanta collaboratori quali Niccolò Tommaseo e Ippolito Nievo. La copertina del 1859 presenta una cornice decorata in oro che inquadra una figura femminile.
Non mancano le strenne offerte dai quotidiani: nel 1878 dal Corriere della sera (Milano, 1876); nel 1862 dalla Gazzetta del popolo (Torino, 1848-1945); nel 1881 da Il Capitan Fracassa (Roma, 1880-1890) giornale letterario e satirico ricco di cronache, illustrazioni e varietà.

Da metà secolo alle edizioni raffinate si affiancano pubblicazioni più povere, destinate a maggior diffusione, dal contenuto non solo dilettevole, ma anche educativo, più simili agli almanacchi.
Il Pierpaolo (Modena, 1876), offerto in omaggio ai lettori della Collezione di letture amene ed oneste, composta da 6 volumi di racconti illustrati e da 24 libretti educativi, viene elogiato da La Civiltà cattolica per “il bene prodotto da tanto bene diffuso”.
Chi mi vuole, chi non mi vuole (Venezia, 1872) è composto in prevalenza da prose.
Le Quattro stagioni. Strenna a beneficio dei rachitici (Milano, 1892), è curata dallo scrittore Emilio De Marchi e illustrata dai disegni del pittore Luigi Rossi.

Grande diffusione ottengono i volumetti offerti ai clienti dalle aziende, tra i quali spiccano le ‘strenne della salute’ proposte da case farmaceutiche e stabilimenti termali.
Per promuovere lo stabilimento di Cannobio la direzione scrive sul primo numero: “a tutti coloro che onoreranno della loro presenza lo Stabilimento La Salute nella stagione delle acque e dei bagni, le verrà in quell’anno spedito in dono a titolo di ricordo la Sternna-almanacco della salute”.
Nel gennaio del 1857 il medico Raffaele Maturi fonda a Napoli Il Morgagni, elogiata dai contemporanei come una delle più valide e positive pubblicazioni periodiche di medicina. Dal 1884 a tutti gli abbonati che versano le 12 lire della quota annuale, viene donato il mensile Bollettino delle cliniche. Bastano 60 centesimi aggiuntivi per ricevere anche la Strenna Morgagni, elegante vademecum contenente un calendario, un formulario clinico e un libretto per note e notizie di interesse generale.

Strenne del settimanale The Illustrated London News

Pubblicato per la prima volta il 14 maggio 1842, The Illustrated London News è l’antesignano dei settimanali di notizie illustrati e segna una rivoluzione nel giornalismo d’oltremanica e mondiale. Fondato da Herbert Ingram, mantiene inalterata la periodicità fino al 1971, riducendola progressivamente fino a cessare la pubblicazione nel 2003. La rivista, riccamente illustrata con xilografie, presenta una vivida immagine degli eventi britannici e mondiali, abbracciando tutti gli argomenti, dall’arte alla scienza, dalla politica alla cronaca mondana. Oltre ad avvalersi dei migliori illustratori dell’epoca, vanta tra i suoi collaboratori scrittori e giornalisti come Robert Louis Stevenson, Thomas Hardy, James Matthew Barrie, Wilkie Collins, Joseph Conrad, Arthur Conan Doyle, Rudyard Kipling, Gilbert Keith Chesterton e Agatha Christie.

La copertina del 1910 è opera di William Barribal, litografo e disegnatore: a lui si devono i manifesti con cui l’esercito inglese recluta i soldati nella Prima guerra mondiale. Le sue immagini femminili (Edwardian women) sono diventate dei classici al punto che anche nei disegnatori moderni si riscontrano tracce dell’inconfondibile ‘Barribal style’.

Strenne dei settimanali francesi

L’illustration, ispirato in parte a The Illustrated London News, appare a Parigi il 4 marzo 1843 ad un prezzo di 75 centesimi, due volte più costoso di un settimanale classico, e si rivolge a un pubblico illuminato borghese o ‘liberale’, con un contenuto politicamente neutro, a netta connotazione culturale. La rivista è ricchissima di illustrazioni e sin dagli inizi utilizza le più moderne tecniche di riproduzione (è la prima ad usare un dagherrotipo nel 1843 e in seguito sfrutterà ampiamente le possibilità del mezzo fotografico). La testata rinnova anche l’approccio giornalistico: ricerca le informazioni alla fonte, invia corrispondenti nel mondo per avere completezza di informazioni, fa appello alla collaborazione dei lettori quale fonte di eventi, ponendosi come obiettivo l’imparzialità. Questa politica editoriale rappresenta una rivoluzione in un’epoca nella quale le informazione si basano su dispacci di agenzie e, spesso, su elementi fantasiosi. La testata è quasi sempre la prima a riportare le notizie dal mondo.

Le Figarò illustrè (1883-1911) è il settimanale illustrato del quotidiano Le Figarò, testata conservatrice fondata nel 1826 e rivolta principalmente ai ceti medio-alti. Si avvale dei migliori scrittori francesi dell’epoca e le sue copertine sono illustrate, tra gli altri, da Jules Chéret e Alphonse Mucha.

Strenne di The Graphic

The Graphic viene fondato da William Luson Thomas, xilografo che ha lavorato per l’Illustrated London News. Egli porta la sua esperienza di illustratore e le sue idee di riformatore sociale nel nuovo magazine, ritenendo che le illustrazioni abbiano il potere di influenzare l’opinione pubblica su questioni politiche: tra gli argomenti trattati vi sono infatti anche numerosi temi sociali. Thomas ha affermato: “L’originalità dello schema consisteva nello stabilire un diario illustrato settimanale aperto a tutti gli artisti, qualunque fosse il loro metodo … era un’idea coraggiosa tentare un nuovo giornale al prezzo di sei pence una copia di fronte al magazine di maggior successo (l’Illustrated London News) e stabilmente venduto nel mondo, che costa quindi solo cinque pence”. Pubblicato per la prima volta il 4 dicembre 1869, The Graphic diviene subito popolare e gode di molta considerazione tra gli artisti: Vincent Van Gogh ne è un estimatore. Le illustrazioni riportate sul settimanale contribuiscono allo sviluppo del realismo sociale nell’arte britannica.

La strenna del 1893 è illustrata da Phil May, caricaturista, collaboratore fisso della rivista satirica Punch (pubblicata a Londra dal 1841 al 2002) e di The Graphic. Il suo tratto essenziale ha avuto una grande influenza sul disegno umoristico contemporaneo, segnando il passaggio dall’illustrazione vittoriana al cartoon moderno.
Nella copertina del 1913, firmata F. A. Dyer, la riproduzione di un dipinto conservato alla Walker Art Gallery di Liverpool è incorniciata con rami di vischio, tema ricorrente e molto popolare nella tradizione natalizia dei paesi anglosassoni.

Strenne di altri settimanali inglesi

The Sphere viene fondato da Clement Shorter e pubblicato dalla London Illustrated Newspapers nel gennaio 1900, al culmine della guerra boera, senza dubbio un prodotto di quel conflitto e della richiesta di illustrazioni da parte del pubblico. Si pone in concorrenza diretta con The Graphic e The Illustrated London News, in un clima di rivalità che vede nascere, di lì a poco, un’altra pubblicazione intitolata The Spear, nel tentativo di confondere i lettori. Pubblica notizie generali dal Regno Unito ma soprattutto dall’estero, con dovizie di dettagli, essendo soprattutto rivolto ai cittadini britannici che vivono nelle colonie. Durante la prima guerra mondiale, i numeri settimanali sono chiamati ‘numeri di guerra’ e oltre duecento compaiono tra il 1914 e il 1919.

Black and White, fondato nel 1891 da Charles Norris Williamson, nel 1912 fu incorporato con The Sphere. Tra gli articoli pubblicati ricordiamo novelle di Arthur Conan Doyle, lettere di Robert Louis Stevenson e racconti di Henry James, Bram Stoker, Herbert George Wells, Jerome K. Jerome. L’autore della copertina presentata è Percy Bell Hickling, uno dei più famosi illustratori di libri inglesi della prima metà del Novecento. Ha designato immagini per molti libri destinati al pubblico femminile: tra le sue opere più conosciute vi è la collana Ladybird Books of animal stories, che contiene il racconto The Wise Robin, un classico natalizio anglosassone.
The Sketch, incentrato sull’alta società, è pubblicato dall’1 febbraio 1893 dalla Illustrated London News, alla ricerca di una rivista più ‘leggera’ rispetto alla testata madre: pubblica articoli sui reali inglesi, sulla aristocrazia, sul teatro, sul cinema e sull’arte, corredati da un corposo contenuto fotografico di soggetti femminili, infantili e ritraenti la società dell’epoca.

Strenne de L’illustrazione italiana

Fondata a Milano nel 1873 da Emilio Treves, per novat’anni una delle riviste più lette in Italia, L’Illustrazione italiana si avvale della collaborazione di scrittori, artisti, grafici e fotografi di primo piano e pubblica, fin dai primi anni di vita, numeri speciali in occasione delle festività natalizie, ad emulazione degli omologhi settimanali inglesi e francesi. Le copertine documentano l’evoluzione del gusto e delle correnti artistiche nelle diverse epoche: dai fascicoli degli anni ‘80 dell’Ottocento, ancora in formato ridotto, con copertine ‘povere’, simili ai coevi almanacchi, a quelli di grandi dimensioni, con disegni di illustratori famosi quali Giovanni Mataloni, Vittorio Grassi, Guido Marussig, Walter Resentera. I numeri sono spesso dedicati a temi monografici che si sviluppano in filoni pluriennali: biografie di personaggi storici, descrizioni geografie dell’Italia, illustrazioni di stili o movimenti artistici.

La copertina del 1896 è di Giovanni Mataloni (Roma, 1869-1944), pubblicitario e illustratore, esponente del Liberty, uno dei padri del moderno cartellonismo italiano. Il suo primo manifesto per il Brevetto Auer per l’incandescenza a gas, suscitò immediata attenzione non appena comparve per le vie di Napoli nel 1895.
Quelle del 1913 e del 1929 (riportata più sotto) sono di Vittorio Grassi (Roma, 1878-1958), pittore e decoratore, direttore della parte illustrativa dell’Enciclopedia Treccani. Due suoi dipinti furono acquistati dai Reali d’Italia, fatto che contribuì a consolidare il suo successo.

Sopra, una serie di strenne dedicate a personaggi illustri: re Umberto I di Savoia, commemorato per la sua recente morte avvenuta il 29 luglio del 1900 a causa di un attentato; re Vittorio Emanuele II, in occasione del centenario della nascita (1820); Napoleone Bonaparte, ricordato a un secolo dalla scomparsa.

 

La copertina di Medioevo artistico italiano è disegnata da Guido Marussig (Trieste, 1885-Gorizia, 1972), pittore, incisore, decoratore, scenografo per le opere di Gabriele D’Annunzio.
La grafica della Bottega del ghiottone è di Walter Resentera (Seren del Grappa, Belluno, 1907-Schio, Vicenza, 1995). Allievo e collaboratore del cartellonista Marcello Dudovich, si dedica in particolare alla pittura murale, realizzando, tra le altre, le decorazioni dell’aeroporto Forlanini e del palazzo della Rinascente a Milano.

Il secondo Novecento

Nel secondo Novecento la strenna cerca soluzioni originali per competere con la maggiore offerta editoriale; oppure diviene strumento di sperimentazioni grafiche.
Alta Brianza, impaginata secondo la tradizione, esordisce nel 1953 con un’originale copertina metallica in alluminio.
La Strenna Utet, edita dal 1961, conserva una veste grafica più tradizionale, punta sull’offerta di contenuti ‘colti’ e si presenta a carattere monografico, che mantiene fino ai nostri giorni. Nel 1975 pubblica una raccolta dei più significativi contributi teorici sul tema della città ideale elaborati dagli architetti rinascimentali. Tra questi figura anche Vincenzo Scamozzi, progettista del Palazzo sede della Biblioteca Mai.

Caractère Noël. L’annuel de l’imprimé français, pubblicato dal 1951 al 1964 dalla Compagnie française d’éditions, supplemento natalizio della rivista Caractère (Parigi, 1949-1978), si configura come rassegna delle tecniche grafiche all’avanguardia ed è composto da documenti inediti appositamente realizzati dai migliori grafici francesi. L’annata 1960 si apre con Salut a l’an X. La man de lure (d’aprés Grégoire), ottenuta con un timbro in rilievo. La copertina è firmata dallo scultore Emile Gilioli. Il numero passa in rassegna cinque secoli di storia tipografica francese, allineando molteplici esempi, con privilegiata attenzione alla contemporaneità.

Strenne bergamasche

Anche i più diffusi quotidiani bergamaschi tra Otto e Novecento si cimentano in saltuarie edizioni di strenne, delle quali sono presentate le annate: 1862
della Gazzetta di Bergamo (1856-1914); 1896 de L’Unione (1891-1899); 1902 della Gazzetta provinciale di Bergamo (1877-19011); 1908 de L’Eco di Bergamo (dal 1880); 1930 de La Voce di Bergamo (1925-1943). Accanto a queste, la strenna del 1898 del quindicinale umoristico Giopì (1894-1915).

Più simili a veri e propri almanacchi La nuova strenna bergamasca del 1891, L’Orobia del 1878 e Il Cronista della città e provincia di Bergamo del 1872, che contiene una cronologia “delle più spaventevoli carestie, pestilenze, inondazioni, e di altri strani fenomeni avvenuti in Bergamo, e nel suo territorio dall’anno 450 al 1672”; e un “almanacco dei segreti” con “indicazioni utili a tutti” organizzate per voci in ordine alfabetico. Le prime due annate si fermano alla lettera A: non sappiamo se le lettere successive abbiano trovato occasione per essere pubblicate.

Mostra a cura di
Clelia Chiarolini, Luca Guaschetti, Maria Elisabetta Manca
con la collaborazione di
Associazione Amici della Biblioteca Angelo Mai