Dal 13 maggio al 9 luglio 2016 nell’Atrio scamozziano è visitabile la mostra ‘Sole di Giustizia’. San Bernardino da Siena nel patrimonio librario della Biblioteca Civica di Bergamo.
Organizzata dalla Biblioteca Civica in collaborazione con il Centro Culturale delle Grazie in occasione del Dies Bernardinianus 2016, promosso dal Centro e dall’Associazione Amici di San Bernardino di Lallio in occasione della ricorrenza liturgica annuale del 20 maggio, la mostra mette in luce l’importanza che il pensiero e l’opera di San Bernardino da Siena hanno avuto per Bergamo e il suo territorio e per la cultura umanistica europea, attraverso un percorso fra testi manoscritti e a stampa che tramandano la vita e le opere del grande francescano.
Nato l’8 settembre 1380 a Massa Marittima, Bernardino degli Albizzeschi entra nell’Ordine dei frati Minori dell’Osservanza e inizia, giovanissimo, la sua predicazione. Nel 1422 fonda a Bergamo il convento francescano di Santa Maria delle Grazie, lasciando nella città e nel territorio numerose testimonianze della sua presenza. Muore all’Aquila il 20 maggio 1444 e viene canonizzato nel 1450. La prima sezione della Mostra è dedicata alla vita e alle opere del Santo e presenta alcuni tra i più antichi esemplari manoscritti e a stampa delle sue prediche e dei testi che ne narrano la vita. La seconda sezione è dedicata all’iconografia del Santo: tra le molte effigi che lo ritraggono, sono particolarmente rilevanti quelle miniate nella bottega di Jacopo da Balsamo. La mostra si conclude con testimonianze documentarie che raccontano della permanenza e dell’attività di San Bernardino a Bergamo e una selezione di legature storiche che presentano il trigramma bernardiniano ‘IHS’.
“Chi è misericordioso sarà degno di misericordia”
La citazione, tratta da una predica bernardiniana, introduce la prima sezione della Mostra, nella quale sono esposti libri manoscritti e a stampa che tramandano le prediche del Santo e alcune edizioni della vita. Bernardino intraprende la sua attività di predicatore attorno al 1405 e tiene alcuni cicli di prediche dapprima in Toscana e, a partire dal successivo decennio, nell’Italia centro-settentrionale. Le sue opere sono ricche di riferimenti alla quotidianità e cercano di esortare i fedeli ad applicare in essa i precetti evangelici.
Tra i temi che ricorrono frequentemente nei sermoni vi sono la concordia sociale, la corretta conduzione degli affari, l’usura e la devozione al Nome di Gesù, devozione che Bernardino aveva introdotto mostrando, durante le prediche, una tavoletta con le lettere ’IHS’ (abbreviatura per contrazione del nome di Gesù in latino medievale “Ihesus”) circondate da un sole con dodici raggi serpentiformi che corrispondono a dodici attributi del nome di Gesù.
Già a partire dal terzo quarto del Quattrocento le opere di Bernardino vennero stampate in numerose edizioni, a testimonianza della fortuna che i suoi scritti godettero presso i contemporanei. Numerose sono anche le Vite composte dai suoi discepoli e seguaci: di particolare rilevanza la testimonianza diretta di S. Giovanni da Capestrano, confidente e amico del Santo.
La fortuna delle opere bernardiniane fu vastissima e furono molteplici le ristampe delle sue prediche e dei suoi trattati dal Cinquecento al Novecento. Sono di particolare rilevanza le edizioni dell’Opera omnia qui esposte, impreziosite da antiporte calcografiche raffiguranti episodi della vita di San Bernadino.
A Bergamo, peggio che peggio
Le devastazioni che accolgono Bernardino al suo arrivo a Bergamo gli fanno ritenere che la situazione sia tra le peggiori della Lombardia. Giunge in città nel novembre del 1419, dopo aver pacificato Treviglio e Caravaggio.
A Bergamo si stabilisce nel convento di S. Francesco di Città Alta, del quale, secondo la tradizione, fu poi eletto Guardiano. Durante la sua permanenza nella città e nel territorio, avvicina alla spiritualità francescana la comunità di nobildonne che si erano ritirate in preghiera presso Rosate e promuove la pacificazione delle fazioni rivali, predicando anche nelle Valli Seriana e Brembana.
Il 26 febbraio 1422, giorno delle Ceneri, Bernardino inizia il ciclo di predicazione quaresimale nella basilica di S. Maria Maggiore. Per dare ulteriore forza alla sua predicazione, il Santo invita i presenti a chiamare al successivo sermone tutto il popolo con la promessa che avrebbe mostrato una lettera ‘discesa dal cielo’ e directa ecclesie Pergami. Copiato il passo dell’Apocalisse indirizzato alla chiesa di Pergamo, lo mostra ai fedeli giocando sull’omografia tra il nome della città dell’Asia minore e il nome latino della città di Bergamo, Pergamum. Pietro Ondei di Alzano, Procuratore della Città, commosso dalle parole di pace del Santo, gli dona un terreno poco fuori dalle antiche mura, nell’odierna Porta Nuova, per costruire un convento da dedicare a S. Maria delle Grazie. Qui prenderà i voti Eustachio Licini Cacciaguerra che, con il suo testamento del 1451 (riprodotto in mostra), destinò le sue sostanze alla chiesa di S. Bernardino a Lallio, all’epoca in corso di ultimazione.
Sono presentate, in questa sezione, importanti testimonianze dell’attività di S. Bernardino a Bergamo e una copia dello statuto cittadino che annovera, tra i giorni festivi della città, il 20 maggio, quale memoria liturgica dedicata al Santo. Ricca è la rassegna di legature storiche che recano impresso il trigramma ‚’IHS’: di particolare importanza lo Statuto del 1453 decorato con il simbolo bernardiniano, a testimonianza del legame tra il Santo e la Città.
Curatori della mostra: Fabrizio Brena e Andrea Mora, Centro Culturale delle Grazie.
Ingresso libero.