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Bergamo – Biblioteca Civica Angelo Mai, Atrio scamozziano
Piazza Vecchia, Città Alta

26 settembre – 3 novembre 2018

Presentazione venerdì 26 settembre, ore 18.00

In occasione della Giornata tassiana 2018, viene allestita nell’Atrio scamozziano una mostra bibliografica dedicata alla fortuna teatrale di Torquato Tasso come personaggio e alle riprese di episodi e personaggi della Gerusalemme liberata sulle scene.
Sino dagli ultimi anni del Cinquecento il poema tassiano e i suoi protagonisti divengono materia per commedie, tragedie e libretti, in particolare Armida. Il secondo Settecento e l’Ottocento sono invece i secoli della nascita del mito romantico di Tasso, tormentato eroe scelto anche da Gaetano Donizetti per una delle sue opere.

Ingresso libero.

Il teatro è da sempre specchio della società; per questo può essere utile, per capire la fortuna di un autore e della sua opera, vedere come essa venga ripresa, rivisitata, parodiata sulle scene. La Gerusalemme liberata, sin dal suo apparire (1581), diviene un fondamentale modello poetico e ispira situazioni e personaggi del mondo teatrale, già a partire dagli ultimi anni del Cinquecento.
Oltre alla celeberrima messa in musica del Combattimento di Tancredi e Clorinda ad opera di Claudio Monteverdi (1624), personaggi quali Armida, Rinaldo, Goffredo, Olindo e Sofronia sono stati al centro di testi teatrali che hanno posto in scena, più o meno fedelmente, le loro vicende.
Nella ‘Raccolta tassiana’, Armida è il personaggio più rappresentato, con riprese illustri, in ambito musicale, da parte di Lully, Händel, Gluck, Haydn, Rossini.
Accanto alla fortuna teatrale della Liberata, se ne attesta un’altra, a partire soprattutto dalla metà del XVIII secolo, che riguarda invece il suo autore. Torquato Tasso diviene infatti personaggio drammatico amato dai letterati e dal pubblico per via della sua esistenza tormentata, del suo amore infelice – reale o romanzato che sia – per Eleonora d’Este, della sua insoddisfazione letteraria, della prigionia nell’Ospedale di Sant’Anna a Ferrara e della difficile convivenza con l’ipocrisia della vita di corte.
I materiali in mostra appartengono in gran parte alla ‘Raccolta tassiana’ della Biblioteca Civica Angelo Mai; alcuni materiali ottocenteschi provengono dalla Biblioteca musicale Gaetano Donizetti. Le immagini di scena del Torquato Tasso nell’allestimento di Federico Bertolani (Bergamo, Teatro Donizetti, novembre 2014) sono stati concessi dalla Fondazione Donizetti, che ringraziamo per la gentile collaborazione.

La Liberata e i suoi personaggi in musica e a teatro

Il trasferimento della Liberata sulle scene teatrali, in versi e in musica, comporta la scomparsa del disegno complessivo del poema a vantaggio della messa a fuoco di singoli personaggi o di coppie.
Suscitano particolare interesse gli eroi cristiani Rinaldo e Tancredi, dipinti quali campioni di virtù capaci di affrontare e vincere le tentazioni amorose.
Solo Claudio Monteverdi riprende direttamente il testo di Tasso per il Combattimento di Tancredi e Clorinda, 1624, mentre altri autori operano per lo più riscritture e rielaborazioni delle situazioni originali.

Anche le vicende di Erminia in fuga o quelle edificanti di Sofronia e Olindo diventano soggetti di balli, melodrammi e cantate.
Segno di particolare fortuna dei nomi tassiani sulle scene è il caso di due stampe seicentesche acquistate dal bibliofilo Luigi Locatelli (Armida “comedia nova” di Giovan Battista Calderari e Clorinda tragicomedia boscareccia di Silvestro Branchi) i cui soggetti non hanno nulla a che fare con la Liberata.

La fortuna e il mito di Armida

Il personaggio tassiano di maggior fortuna sulle scene musicali è quello della maga Armida, sensuale e pericolosa, pagana in grado di sedurre i crociati e di farli suoi prigionieri in luoghi di delizie, ma poi anche amante abbandonata dal cristiano Rinaldo. Il tema del conflitto fra dovere e amore garantisce ad Armida un successo internazionale e di lunga durata, che permette di allineare i nomi dei più grandi musicisti fra Seicento e Novecento: dal testo iconico della tragédie lyrique di Jean-Baptiste Lully, 1686; ad Antonio Vivaldi, 1718; Niccolò Jommelli, 1770; Antonio Salieri, 1771; Cristoph Willibald Gluck, 1777; Luigi Cherubini, 1782; Franz Jospeh Haydn, 1784; Gioachino Rossini, 1817; Antonin Dvorak, 1904.

Concepita come autentica primadonna fin dal poema di Tasso, Armida ha attratto le principali cantanti liriche: si ricorda in particolare l’interpretazione di riferimento per l’opera rossiniana offerta da Maria Callas nel 1952, in uno spettacolo del Maggio Musicale Fiorentino con le scene di Alberto Savinio.

Tasso nel Settecento

Nel 1755 Goldoni compone una commedia in versi che ha come protagonista Torquato Tasso; tradizionalmente questa viene considerata la prima attestazione di Tasso come personaggio. In realtà il commediografo veronese Giulio Cesare Becelli (1686-1750), già nel 1748 lo mette in scena negli inferi, «coronato di bieta», coinvolto in una gara poetica con Ariosto, per stabilire chi sia il miglior poeta epico-cavalleresco e porre così fine alle dispute tra ariostisti e tassisti.

Il Settecento è un secolo molto attento alla storia e alle opere di Bernardo e Torquato Tasso: nel corso del secolo vengono ripubblicati i loro testi e si innesca una piccola contesa su quale sia la loro patria, Bergamo o Venezia. Goldoni quasi certamente conosce due bellissime edizioni, la Liberata illustrata da Giovanni Battista Piazzetta (1682-1754); e El Goffredo del Tasso canta’ alla barcariola, che riprende una tradizione – più volte ricordata anche da Goldoni stesso – secondo la quale i gondolieri sarebbero soliti intonare ottave della Liberata in veneziano. Il Torquato Tasso è giocato sugli equivoci creati dalla presenza in scena di tre donne con il medesimo nome, Eleonora, nome dell’innamorata di Tasso. Goldoni non conduce ricerche sulla biografia tassiana ma si limita a riprendere la voce del Grand Dictionnaire historique, ou Le mélange curieux de l’histoire sacrée et profane di Louis Moréri (1674).
La Vita di Torquato Tasso, ricostruita attraverso documenti, è invece al centro delle ricerche del bergamasco Pierantonio Serassi (1721-1791) che la pubblica nel 1785. Goethe, durante il suo soggiorno romano (1786-1788), ha modo di leggerla e viene spinto dal complesso profilo psicologico del poeta tracciato da Serassi a modificare profondamente la
sua tragedia Torquato Tasso (1790). Il dramma goethiano pone le basi della drammaturgia ottocentesca, in quanto presenta tutti gli elementi che daranno vita al mito romantico di Tasso: il contrasto tra il potere e il desiderio di libertà del poeta di corte; la rivalità con il segretario del Duca d’Este, Antonio Montecatino; l’amore controverso per la sorella del Duca, Eleonora d’Este.

Donizetti e la persistenza del mito romantico di Torquato Tasso

L’Ottocento consacra Tasso come personaggio teatrale con caratteristiche proprie: una natura corrucciata, romantica, tormentata dai difficili rapporti con la corte e dall’amore impossibile per Eleonora d’Este.
Ritroviamo i medesimi elementi anche nel libretto di Iacopo Ferretti (1784-1852), messo in musica da Gaetano Donizetti, andato in scena per la prima volta al Teatro Valle di Roma il 9 settembre 1833. Il librettista, oltre a trarre ispirazione dalle opere di Goldoni e Goethe, si lascia influenzare dalla commedia storica del contemporaneo Giovanni Rosini (1776-1855), autore nel 1832 anche di un Saggio sugli amori di Torquato Tasso e sulle cause della sua prigionia (1832).

L’opera è significativamente dedicata dal maestro Donizetti alle tre città di Tasso, che in parte sono anche le sue: Bergamo, Sorrento e Roma. Donizetti è il primo a intraprendere il non facile impegno di mettere in musica la vita del melanconico poeta, dopo che Manuel Garcia si era cimentato nella ben più circoscritta opera La mort du Tasse (1821). Il musicista si documenta in maniera non superficiale, come dichiara in una lettera indirizzata al suo maestro Simone Mayr (27 maggio 1833): «Indovini cosa scrivo? Il Tasso! Lessi Goethe, Rossini, Goldoni, Duval, Serassi, Zuccaia e le ultime cose del Missirini […] e da tanti tante cose alle quali ora aggiungo quelle del sig. Colleoni, ne formo un piano e da quello un’Opera».
La tradizione del teatro educativo ad uso dei collegi, di antica matrice gesuitica, persiste anche nell’Ottocento e coinvolge il personaggio-Tasso, che diviene protagonista di una tragedia edita in una ‘Collezione di rappresentazioni drammatiche per collegi ed oratori’, ma anche di una commedia del romano Girolamo Sabatucci (?-1904), pubblicata – dopo la princeps del 1869 – nella collezione del ‘Piccolo teatro delle case d’educazione’.
La spiritualità tassiana e la sua vita tormentata, ma sempre di specchiata moralità, devono essere sembrate un soggetto particolarmente utile ai fini educativi.
Le disavventure di Tasso, «consumato dall’amore melanconico», continuano ad affascinare l’immaginario di chi scrive per il teatro anche in anni più recenti, come dimostra il dramma Torquato Tasso (2015) di Alessandro Cabianca, ispirato alla vita del poeta e basato, oltre che sui testi di illustri predecessori quali Goldoni e Goethe, anche sull’epistolario tassiano.

Opere esposte

Baour Lormian, Jerusalem delivree. Opera en cinq actes. Rappresentata per la prima volta al Théatre de l’Académie imperiale de musique il 15 septembre 1812, Paris, Roullet, 1812. (Tassi. G 4 13/5).

François-Guillaume Ménageot, Jérusalem délivrée. Bozzetti dei costumi di scena (1812). Nella prima immagine, da sinistra: Goffredo, Tangredi, Ruggero. Nella seconda, da sinistra: Clorinda, Argante e Arsete

Girolamo Manzone, Il Goffredo del Tasso ridotto in opera drammatica, Napoli, per Ottavio Beltrano, si vende d’Andrea Paladino libraro al Monte della Pietà, 1630. (Tassi. A 3 40)

Angelo Galleani, Goffredo di Buglione e la liberazione di Gerusalemme. Dramma storico in 5 atti e sei quadri, Roma, Libreria salesiana, 1900. (Tassi. I 2 13/11)

Johann Friederich Overbeck, L’arcangelo Gabriele appare a Goffredo di Buglione. Affresco, 1819-1827, Roma, Casa Massimo, Stanza del Tasso (Gerusalemme liberata. Riproduzione)

Louise Sébastien Mercier, Olinde et Sophronie. Dramma eroico in cinque atti, in prosa, Paris, Le Jay, 1771 (Tassi. H 6 16)

Livio Morosini, Armida e Rinaldo. Ballo eroico diviso in tre atti. Da rappresentarsi nel nobil Teatro di Apollo nel carnevale dell’anno 1826, Roma, C. Puccinelli, 1826. (Tassi. H 3 35/9)

Giouanni Villifranchi, Gl’amori d’Armida la fuga d’Erminia del signor Torquato Tasso. La cortesia di Leone à Ruggiero del sig. Lodouico Ariosto ridotti in fauola scenica, Venetia, Gio. Battista Ciotti, 1600. (Tassi. A 4 17/2)

Biagio Marini, Le lagrime d’Erminia, Parma, A. Viotti, 1623. Ristampa anastatica dell’esemplare conservato a Bologna, Civico Museo Bibliografico Musicale, AA.239 (Bologna, Forni, stampa 1971). (Tassi. N 3 33)

Nicolas Poussin, Tancrède et Herminie, 1649. Olio su tela, San Pietroburgo, Ermitage (riproduzione)

Giovanni Battista Calderari, Armida comedia noua, Venetia, Orlando Zara, 1600. (Tassi. G 1 44)

Silvestro Branchi, Clorinda tragicomedia boscareccia, Bologna, Bartolomeo Cochi, 1613. (Tassi. G 1 42)

Jean-Baptiste de Lully, Armide. Tragédie en cinq actes et un prologue. Paroles de Quinault. Ridotto per pianoforte e canto da Théodore de Lajarte, Paris, Théodore Michaelis, [188?]. Riproduzione dello spartito «Représentée par l’Académie Royale de Musique le 15 Février 1686». (SPETT.Missiroli.MUSED.1401)

Armida. Dramma Eroico rappresentato nel Teatro di S. Altezza Il Sig.r Principe Niccolo Estherasi de Galantha posto in Musica dal Sig.r Maestro Giuseppe Haydn l’anno 1784, partitura. (MAI.Mayr.576)

Francesco Saverio De’ Rogati, L’Armida abbandonata. Dramma per musica, Colle, Angiolo M. Martini, e compagni, 1785. (Tassi. F 3 2/6)

Giovanni Battista Tiepolo, Rinaldo abbandona Armida, Vicenza, Villa Valmarana, 1757, affresco (riproduzione)

Quinault, Armide. Tragédie lyrique. Rappresentata al teatro dell’Opéra con la musica di Jean-Baptiste de Lully, il 1686 e per la prima volta messo in scena nel medesimo teatro con la musica di Christoph Willibald Gluck. Spartito con partitura per piano e voce, Paris – Bruxelles, Henry Lemoine & Cie, 1902. (MAI.Gavazzeni.MUS.0445)

Armida. Melodramma in tre atti di Giovanni Schmidt, posto in musica da Gioachino Rossini, riduzione per Canto con accompagnamento di Pianoforte di Alessandro Truzzi.
Fa parte di:
Nuova compiuta edizione di tutte le opere teatrali edite ed inedite ridotte per canto e piano del celebre maestro Gioachino Rossini, Milano, Tito di Gio. Ricordi. (MAI.Gavazzeni.MUS.0985)

Alberto Savinio, Costume di scena per l’Armida di Gioacchino Rossini. Allestimento in occasione del Maggio Musicale Fiorentino disegnato nei primi anni Cinquanta dallo scrittore, pittore, compositore, Alberto Savinio, fratello di Giorgio De Chirico (riproduzione)

Allestimento dell’Armida di Rossini per la regia di Luca Ronconi, Pesaro, Adriatic Arena, 10 agosto 2014 (foto di scena, riproduzione)

Maria Callas interpreta Armida nell’omonimo dramma di Rossini. Allestimento diretto da Giulio Serafin, Firenze, XV Maggio Musicale Fiorentino, 1952 (foto di scena, riproduzioni)

Christoph Willibald Gluck, Armida. Opera in cinque atti completa per canto e pianoforte, riduzione di Gialdino Gialdini, versione ritmica di Angelo Zanardini, Milano, Ricordi & C., [tra il 1911 e il 1913], spartito. (MUSIC.4.160)

Torquato Tasso, La Gerusalemme liberata. Con le figure di Giambatista Piazzetta. Dedicato alla sacra real maesta di Maria Teresa d’Austria, Venezia, Giambatista Albrizzi, 1745. (Tassi. B 8 4)

Tomaso Mondini, El Goffredo del Tasso canta’ alla barcariola, Venezia, Tommaso Bettinelli, 1746. (Tassi. F 2 2/1.1)

[Giulio Cesare Becelli], L’ariostista ed il tassista. Commedia, Roveredo, Francescantonio Marchesani librajo, 1748. (Tassi. F 3 3/6)
«Ma il mondo folle ed ignorante e ingrato
Mi pospone e coronarmi di bieta,
E sulla terra e quaggiu nell’Inferno
Mi paga di dispregio e d’odio eterno»
(v. 4, p. 49)

Carlo Goldoni, Il Torquato Tasso. Commedia di cinque atti in versi, rappresentata per la prima volta in Venezia il carnevale dell’anno 1755, s.l., s.n., 1755. (Tassi. C 8 29/1)

Carlo Goldoni, Torquato Tasso, Roma, E. Perino, 1891. (Tassi. F 3 3/2)

Gaetano Donizetti, Torquato Tasso. Spartito autografo con l’abbozzo della partitura della scena Tor mi potevi alto signor la vita. (Biblioteca musicale Gaetano Donizetti, MUSMU. Ms. 17)

Iacopo Ferretti, Torquato Tasso. Melodramma in tre atti, musica del m° Gaetano Donizetti ridotta con accompagnamento di pianoforte dall’abate G. Moro, Milano, F. Lucca, 1833, riproduzione dello spartito.
Edizione dedicata dall’autore alle tre città di Bergamo, Sorrento e Roma

Fulvia Bisi, Torquato Tasso nel convento dei Girolamiti di Sant’Onofrio, olio su tela, sec. XIX. (Sala Tassiana)

Scelta di immagini dell’allestimento del Torquato Tasso andato in scena al Teatro Donizetti di Bergamo il 9 e l’11 novembre del 2014 per la regia di Federico Bertolani. (Archivio della Fondazione Donizetti)

Johann Wolfgang Goethe, Torquato Tasso. Ein Schauspiel von Goethe, Stuttgart – Tubingen, Cotta, 1847. Stampato in gotico-Fraktur. (Tassi. G 3 29)

Johann Wolfgang Goethe, Torquato Tasso. A cura di Eugenio Bernardi, traduzione di Cesare Lievi, Venezia, Marsilio, 1988. (Tassi.L.3.20)

Girolamo Sabatucci, Torquato Tasso. Commedia in cinque atti in versi, Modena, Tipografia dell’Immacolata Concezione, s.d. (Tassi. D 2 5/1)

Torquato Tasso, Tragedia in cinque atti ridotta, Trento, Artigianelli, 1898 (‘Collezione di rappresentazioni drammatiche per collegi ed oratori’). (Tassi. H 2 11/7)

Alessandro Cabianca, Torquato Tasso. Dramma, Padova, Gruppo 90-ArtePoesia, 2015. (Tass.2.175)

Curatori della mostra:
Cristina Cappelletti, Università di Verona – Centro di Studi Tassiani
Luca Carlo Rossi, Università di Bergamo – Centro di Studi Tassiani
Lorenza Maffioletti, Biblioteca Civica Angelo Mai – Centro di Studi Tassiani