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Alessandro Manzoni, I promessi sposi, edizione illustrata da Francesco Gonin, Milano, Guglielmini e Redaelli, 1840 – (Manzoniana 4 216); Adelchi, Milano, Ferrario, 1822 – (Cassaf. 1. 6)

Al successo della prima edizione dei Promessi sposi (tra il 1825 e il 1827), fece seguito un proliferare incontrollato di edizioni economiche, tanto trascurate nella redazione e nella veste grafica, da indurre l’Autore a pubblicare, nel 1840, una seconda edizione del romanzo (la cosiddetta ‘quarantana’), stampata con inchiostri di qualità e su carta pregiata, corredata da illustrazioni xilografiche e arricchita dall’inedita Storia della colonna infame. Per le illustrazioni, che nel progetto dell’Autore dovevano punteggiare e ‘commentare’ passo passo il testo del romanzo storico, Manzoni contattò vari pittori, fra i quali Francesco Hayez, che tuttavia non soddisfecero appieno le sue aspettative. Si rivolse infine a Francesco Gonin (1808-1889), giovane e promettente pittore piemontese che, soggiornando a Milano nel 1835, aveva avuto modo di frequentare il cenacolo di Massimo d’Azeglio e i protagonisti della scena letteraria del momento (Tommaso Grossi, Giulio Carcano e Cesare Cantù), attingendo alla cultura del romanticismo storico propria di quel primo fervido Ottocento. Dal 1839 al 1842, Manzoni e Gonin lavorarono a stretto contatto, realizzando una serie di immagini, che commentano perfettamente, e per certi versi integrano, il testo del romanzo.
L’esemplare presente in Biblioteca appartiene al fondo manzoniano del senatore Giuseppe Belotti (1908-2005), donato alla Mai nel 1973 e nel 1979, e composto dalle edizioni delle opere di Manzoni (liriche, tragedie, scritti letterari, linguistici e storici, lettere e carteggi), in lingua italiana e in traduzione. Per le edizioni dei Promessi sposi, «l’impegno dello studioso – scrive Belotti – ha ceduto il passo alle piccole ambizioni del collezionista», con esiti straordinari, data la presenza di prime edizioni ed esemplari reperiti sul mercato antiquario. Alle edizioni del romanzo, il collezionista non ha trascurato di aggiungere i documenti relativi ai personaggi storici e le maggiori fonti storiche di riferimento: la Storia di Milano di Pietro Verri, il De peste Mediolani di Giuseppe Ripamonti, Il memorando contagio seguito in Bergamo l’anno 1630 di Lorenzo Ghirardelli. Non manca poi un’ampia bibliografia della critica manzoniana, nazionale ed europea, nella quale figurano anche i contributi dello stesso Belotti. Di Manzoni, la Biblioteca conserva anche un prezioso esemplare dell’Adelchi, stampato a Milano nel 1822, ricevuto in dono nel 1932 da Arrigo Fuzier, presidente della Banca mutua popolare di Bergamo. Il volume, splendidamente rilegato in cuoio di Russia con taglio dorato e impressioni in oro, appartiene a un’edizione di venti esemplari stampati su carta velina di Salò; ma ciò che lo rende unico è la dedica manoscritta al recto del secondo foglio di guardia: «Al suo dilettissimo fratello Enrico Blondel, Enrichetta Manzoni Blondel e l’autore».

Sfoglia una copia dei Promessi sposi illustrati da Francesco Gonin conservata alla Biblioteca Braidense.

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