biblioteca_mai Nessun commento

I Corali di Santa Maria Maggiore

Dal 1880 presso la Biblioteca sono depositati 14 monumentali Corali miniati (le dimensioni, variabili, si aggirano per lo più sui 540 x 390 mm), con notazione musicale quadrata, risalenti alla seconda metà del XV secolo, prodotti per le celebrazioni liturgiche della basilica di Santa Maria Maggiore e appartenenti al fondo della cappella musicale della chiesa. Si tratta di cinque Graduali (testi e musica del ‘proprio’ della Messa), otto Antifonari (testi e musica per la celebrazione dell’Ufficio) e un Innario, miniati per lo più da Jacopo da Balsemo e dalla sua bottega (il nome «IACOBUS» compare in un fregio nell’Antifonario VII).
Iacopo è forse di origine milanese, ma risulta operoso a Bergamo per circa cinquant’anni, nella seconda metà del XV secolo, a partire dalla sua prima opera nota, la decorazione dello Statuto di Bergamo del 1453. L’impegnativo ciclo di Corali eseguito per la MÎA data dal sesto al nono decennio del Quattrocento e comprende diverse decine di iniziali istoriate, numerosissime iniziali decorate, molti fregi fitomorfi, secondo un programma figurativo che rivela, nella sua ricchezza, tutta l’ambizione del Consorzio nel dotare la cappella di Santa Maria di una serie di libri liturgici di grande prestigio, confermato dal pregio delle splendide legature.
Lo studio dei testi ha evidenziato alcuni brani unici di uso prettamente locale, in particolare per il culto di sant’Alessandro, sant’Antonio Abate, santa Giustina, santa Grata, san Martino, a Bergamo molto venerati, probabilmente secondo una liturgia specifica pretridentina.
Di particolare interesse, nell’Antifonario II, la presenza di un’iniziale istoriata non finita, che consente di osservare le fasi di realizzazione della miniatura e studiarne gli aspetti propriamente tecnicoesecutivi.
Del Balsemo abbiamo già sottolineato la posizione egemone nella miniatura bergamasca del secondo Quattrocento: dalla bottega escono diversi Antifonari per la Cattedrale, nonché il Breviario di Santa Grata e numerosi altri codici della Mai, testi sia di contenuto religioso che di tradizione classica. La ricostruzione dell’attività della bottega è comunque tuttora in corso e non cessa di sorprendere, con scoperte in altre biblioteche lombarde e venete, per la vastità della produzione.
Iacopo era divenuto cittadino di Bergamo nel 1452, comparendo l’anno seguente nei documenti come «magistrum … miniatorem». In Città risulta aver intessuto contatti con le principali istituzioni laiche e religiose, col clero sia secolare che regolare: con la MÎA aveva rapporti anche economici, riguardo a terreni ereditati in zona di Comun Nuovo; era in contatto con l’umanista Giacomo Filippo Foresti, che gli commissionò la decorazione di quattro esemplari del suo Supplementum Chronicarum, incaricandolo di vendere copie della sua opera, una delle quali fu acquistata dal fratello di Ambrogio da Calepio, a riprova della dimestichezza che il miniatore aveva con l’ambiente umanistico e osservante del convento di Sant’Agostino. Il Balsemo svolgeva quindi anche attività di commercio di libri, forse di scriptorium, gestiva i propri averi con riconosciuta oculatezza, venne incaricato dal Comune di eseguire rilievi topografici, nel 1497-1498 di tutto il territorio bergamasco; venne consultato dal Comune per stimare dipinti; realizzò le insegne del podestà Stefano Contarini sui Libri criminali del Comune. La sua lunga e poliedrica attività termina all’anno 1503, probabile data della sua morte.
Dal punto di vista stilistico il miniatore si dimostra eclettico erede della lunga stagione tardogotica milanese, prolungatasi dal primo Quattrocento sotto i Visconti (da Giovannino e Salomone de Grassi a Michelino da Besozzo al Magister Vitae Imperatorum), risentendo anche dell’ambiente culturale cremonese. Questa fedeltà, dovuta molto alla produzione seriale di bottega, appare talora venata di attenzione per i valori dell’Umanesimo figurativo, la costruzione dello spazio e l’attenta resa fisionomica, come avviene nel ritratto all’antica del prestigioso giureconsulto Antonio Bonghi, che compare nella copia privata dello Statuto di Bergamo del 1453 (ca. 1480).

Visita la mostra dedicata ai 14 corali della Mai nel 2018, con link alle riproduzioni digitali di tutti i codici, pubblicate sul sito della BDL.

Guarda tutti gli articoli pubblicati per #iorestoacasa con il patriomonio della Biblioteca.