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«Gustave Doré rimane per molti il più illustre degli illustratori, e alcune sue illustrazioni della Bibbia o dell’Inferno di Dante resteranno per sempre impresse nella memoria collettiva. Forte di una straordinaria diffusione sia in vita che dopo la morte, in Europa come negli Stati Uniti, Doré è stato uno dei maggiori diffusori della cultura europea attraverso le illustrazioni dei grandi classici (Dante, Rabelais, Cervantes, La Fontaine, Milton…), ma anche di autori a lui contemporanei (Balzac, Gautier, Poe, Coleridge, Tennyson…) … Oltre ad occupare un posto di primo piano nella cultura visiva del XIX secolo, egli segna l’immaginario del XX e quello di inizio XXI, tanto nel fumetto, di cui è considerato uno dei padri fondatori, quanto nel campo cinematografico. Come nessun altro artista del suo secolo, Doré adopera le tecniche più disparate per mostrare attraverso il filtro del suo “occhio visionario” lo spettacolo ricco e pullulante della poesia frutto della sua immaginazione, come alla perenne ricerca di nuovi confini» (da Gustave Doré (1832-1883). La fantasia al potere, Musee d’Orsay 18 febbraio – 11 maggio 2014).

Le illustrazioni di Gustave Doré e la Divina Commedia sono diventate così intimamente connesse che ancora oggi, a più di 160 anni dalla loro prima pubblicazione, la resa del testo dantesco di Doré determina la nostra visione della Commedia.
Progettate nel 1855, le illustrazioni della Commedia, nelle intenzioni di Doré, avrebbero inaugurato una serie editoriale di “capolavori della letteratura” dei più grandi autori (Omero, Byron, Goethe, Racine, Corneille…). La scelta di aprire la serie con la Commedia riflette la popolarità di Dante nella cultura francese di metà Ottocento. Sino a tutto il Settecento, l’interesse della Francia per Dante è principalmente rivolto alla figura del poeta e si limita per la sua opera agli episodi di Paolo e Francesca (Inferno, canto V) e Ugolino (Inferno, canto XXXIII). Dal XIX secolo si assiste alla crescita della fortuna dell’opera dantesca con numerose traduzioni in francese della Commedia, studi critici, la nascita di giornali e riviste specializzate e oltre duecento opere di pittura e scultura a tema dantesco realizzate tra il 1800 e il 1930.

Nonostante il crescente interesse per il poema, Doré inizialmente non trova editori disposti a sostenere le spese di produzione della costosa edizione in-folio progettata: sarà dunque lo stesso artista a finanziare la pubblicazione del primo libro della serie, Inferno, stampata nel 1861 da Hachette. Il volume dell’Inferno ha subito un grande successo: «a partire dall’inverno 1860-1861 Gustave Doré invase la scena parigina con Dante» (Philippe Kaenel), la tiratura è presto esaurita e già l’anno successivo gli editori europei e statunitensi fanno a gara per assicurarsi i diritti. Diventa quindi naturale pensare di completare l’opera con le illustrazioni delle altre due cantiche della Commedia: nel 1868 Hachette pubblica il Purgatorio e il Paradiso e l’opera completa è illustrata da 135 tavole e dal ritratto di Dante nell’antiporta.

Doré sceglie di illustrare la Commedia, lasciandosi guidare essenzialmente dal proprio estro, attraverso gli episodi che più accendessero la fantasia, sua e dei lettori. Si spiegano così per l’Inferno, al quale sono in media dedicate più di due tavole per canto, il grande spazio per gli episodi di Paolo e Francesca e del conte Ugolino, o l’onore di una incisione per personaggi minimi come Taide (Inferno, canto XVIII) e Mirra (Inferno, canto XXX). Per la stessa ragione si comprendono vuoti che ci appaiono sorprendenti: Virgilio mostra a Dante le fiammelle dei consiglieri fraudolenti, ma Ulisse è assente; una sola tavola è riservata a Farinata degli Uberti, che occulta totalmente Cavalcante Cavalcanti. Non mancano infine “tradimenti” al testo a vantaggio dell’efficacia della rappresentazione (il Minotauro è rappresentato con corpo umano e testa di toro; Gerione ha ali di drago che non si trovano nella Commedia; Lucifero ha una faccia sola e non le tre che dovrebbero essere intente a divorare Giuda, Bruto e Cassio).

I settantasei disegni dell’Inferno, primo saggio d’interpretazione dantesca, affermano definitivamente la vocazione di Doré come illustratore capace di divulgare l’opera di Dante (ma anche altri poemi) attraverso un’interpretazione grafica d’immediata suggestione.
Le tavole, in bianco e nero, della Commedia sono unanimemente considerate dalla critica un perfetto connubio tra l’abilità di Doré e la vivida immaginazione visiva di Dante. Lo scrittore ed amico Théophile Gautier, recensendo l’edizione del 1861 dichiara che «nessun artista avrebbe potuto illustrare Dante meglio di Doré. Oltre al talento composito e grafico… possiede occhio visionario di cui parla il poeta, capace di svelare l’aspetto segreto e singolare della natura. Riconosce nelle cose il lato bizzarro, fantastico e misterioso… La sua matita vertiginosa […] crea quelle impercettibili deviazioni che conferiscono all’uomo l’aspetto spaventoso dello spettro, all’albero sembianze umane, alle radici il contorcimento dei serpenti, alle piante le biforcazioni inquietanti della mandragora, alle nubi forme ambigue e cangianti… con lui la foresta formicola di occhi fosforescenti che vi osservano… nelle sue pirotecniche architetture mescola Ann Radcliffe e Piranesi […] questi disegni sono composizioni così ampie e ricche da trasformarsi senza difficoltà in quadri storici».

Nel 1868 l’editore milanese Edoardo Sonzogno, nel pieno rilancio dell’attività editoriale familiare rilevata sette anni prima, pubblica la prima edizione italiana della Divina Commedia illustrata da Gustave Doré.

L’opera, un volume in tre parti, presenta un’introduzione sulla vita e le opere di Dante ed è corredata da 135 incisioni a piena pagina (75 per l’Inferno, 42 per il Purgatorio e 18 per il Paradiso) e da antiporta al primo volume con ritratto di Dante illustrato da Gustave Doré; il testo è disposto su due colonne ed è completato da note «tratte dai migliori interpreti antichi e moderni» a cura di Eugenio Camerini. La copertina è in cartonato, con il solo nome dell’autore stampato a caratteri cubitali in nero e oro su fondo fucsia e contornato da una cornice con elementi geometrici.

 

La biblioteca possiede un’altra edizione Sonzogno, pubblicata nel 1937 nella collana Biblioteca Classica illustrata: l’esemplare presenta identico contenuto rispetto all’edizione ottocentesca ma con numerazione e formato diversi; è inoltre priva dell’introduzione e delle veline a protezione delle tavole e il ritratto di Dante è posizionato all’inizio della cantica del Paradiso. La copertina è in finta pergamena con unghiature e lacci rossi, decorata con filetti, gigli fiorentini e ritratto di Dante in tondo dorati; il titolo è in inchiostro nero con iniziali in nero, rosso e oro, sia in copertina che sul dorso.

L’edizione Sonzogno ha avuto una enorme diffusione (è stata pubblicata sino al 1942) anche grazie alla scelta di essere venduta in edicola a fascicoli, così da poter raggiungere un numero nettamente superiore di lettori rispetto a quanti avrebbero potuto acquistare l’opera nella costosa versione in volume.
Le immagini di Doré entrano in questo modo nell’immaginario collettivo del pubblico italiano anche grazie alla pubblicazione delle sole tavole sia su carta, in collane popolari quali Oscar Mondadori, sia online.

Piace infine segnalare, e non solo come semplice curiosità, come nell’Italia ottocentesca in cui molti patrioti e intellettuali, animati dall’esigenza della definizione di un’identità italiana, fanno riferimento a “precursori” come Dante, Petrarca e Machiavelli, Giuseppe Garibaldi conservi nella sua biblioteca di Caprera anche la «famosa edizione della Divina Commedia illustrata da Gustavo Doré per la Sonzogno nel 1869».

La Divina Commedia / di Dante Alighieri ; illustrata da Gustavo Doré e dichiarata con note tratte dai migliori commenti per cura di Eugenio Camerini.- Milano : Sonzogno, 1868. – 3 v. ; 43 cm. – ((Antiporta con ritratto di Dante Alighieri. – Testo su due colonne. – 3 parti in un volume in-folio, ognuna con proprio frontespizio. – In antiporta al primo volume ritratto di Dante illustrato dal Doré; complessivamente, 135 incisioni a piena pagina fuori testo, tutte protette da velina. Collocazione: Salone P 10 13

La Divina Commedia / Dante Alighieri ; illustrata da Gustavo Doré e dichiarata con note tratte dai migliori commenti per cura di Eugenio Camerini. – Milano : Sonzogno, stampa 1937. – 679 p. : ill. ; 33 cm. Collocazione: Sala 21 G 5 57

Guarda le illustrazioni di Gustave Doré per la Divina Commedia sul sito della Fondazione Alinari per la fotografia.