biblioteca_mai Nessun commento

E’ noto come, nonostante l’assenza dell’autografo, dopo la morte di Dante il testo della Commedia conosca una subitanea e ampia diffusione in Italia, soprattutto in ambito centro–settentrionale, testimoniata dalle molte copie manoscritte integrali e dal rapido successo di poemi allegorico-didattici liberamente ispirati all’esempio dantesco.
Il grande numero di manoscritti pervenuti sino a noi (oltre 800) alimenta ancora oggi intensi cantieri di lavoro che vedono impegnati i filologi nello studio sia dei codici che contengono il testo completo, sia dei molti frammenti.

Tra questi si annoverano i due Frammenti in pergamena che il catalogo informatico dei manoscritti della Biblioteca Angelo Mai, consultabile nel Censimento dei manoscritti delle biblioteche italiane MANUS on line, registra alla segnatura Cassaforte 4.3.

Databili al XIV secolo, i due fogli, scritti al recto e al verso, hanno dimensioni molto simili (mm 361 x 265 e mm 363 x 260) e sono redatti in una bella scrittura gotica in inchiostro bruno su 24 righe, con segni di paragrafo in inchiostro rosso. Il testo è disposto su una sola colonna e appartiene alla Commedia, precisamente all’Inferno, con i versi da 76 a 123 del canto XXIX e i versi da 64 a 111 del canto XXX. I due fogli mostrano macchie e scritte spurie e soprattutto segni e pieghe che raccontano l’utilizzo come coperte di un altro libro. Era questa una pratica diffusa sin dal medioevo in tutta Europa: il costo della pergamena e la sua resistenza ne facevano un materiale perfetto per essere posto a protezione dei fascicoli legati a formare un codice.

 

Nel nostro caso, i due fogli manoscritti formavano la coperta del celebre Erbario di Guarnerino da Padova, un codice cartaceo, illustrato con erbe e ricette fito-officinali, redatto a Padova da Guarnerino e datato 1441. I due fogli vennero staccati per dotare il codice di Guarnerino di una legatura più robusta. Fortunatamente il Bibliotecario di Bergamo, in considerazione dell’importanza del testo e della qualità del frammento manoscritto, decise di conservare adeguatamente i fogli, dotandoli di una legatura moderna e redigendo una nota ancora oggi ben leggibile:

Alighieri Dante
Divina Commedia Inferno
Due frammenti dei canti XXIX e XXX
Membranaceo del Secolo XIV

La pergamena serviva di coperta a due trattati, entrambi del XV secolo: il primo sulle virtù delle erbe, con intercalate figure nel testo, ma solo in parte, perché più numerosi sono gli spazi liberi lasciati in bianco; il secondo rappresenta le sole erbe in più grandi proporzioni accompagnate dai loro nomi. Il primo è scritto in dialetto veneto, a dimostrazione che doveva essere usato dagli studenti che frequentavano l’Università di Padova. In testa al secondo libro vi è un ritratto a figura intera, sopra il quale è scritto: «Iste herbe pincte sunt per me magistrum Antonium Guarnerinum filium olim Bonaventura de Padua et fuerunt pincte ad honorem et invidia Sancye (sic) trinitatis patris filii et spiritus sancti (rasura) in millesimo quatuorcentesimo quadragesimo primo decimo octavo julii in (rasura) in civitate feltrina».

La descrizione e le note del Guarnerino forniscono preziose informazioni anche sui nostri frammenti: i due fogli danteschi provenivano certamente da un codice che circolava nell’Italia settentrionale ed in particolare nell’area veneta. Sappiamo dai documenti che un Antonio Guarnerino pittore era tra gli artisti che decorarono il Castelvecchio di Verona. La nota (posta alla carta 44 dell’Erbario) ci conferma che Guarnerino era di Padova e che si trovava a Feltre quando nel 1441 completò il lavoro di illustrazione del codice.

Leggi la presentazione dell’iniziativa … a riveder le stelle.