Alla fine dell’Ottocento il pittore e miniatore toscano Attilio Razzolini, coadiuvato da giovani artisti del tempo (Jacopo Olivotto, Alessandrelli, Silvio Bicchi, Pochini e Tetti), illustrò i cento canti della Divina Commedia con altrettante cartoline realizzate con la tecnica rinascimentale della miniatura su pergamena. Ogni cartolina si presentava in formato doppio: sul verso si trovavano la scritta «Cartolina Postale Italiana», il riquadro per l’affrancatura e le righe per scrivere il nome del destinatario; ornavano la composizione un medaglione incastonato da un fregio col giglio di Firenze, con l’icona di Dante per i canti dell’Inferno, di Virgilio per quelli del Purgatorio e di Beatrice per quelli del Paradiso; nell’altro riquadro del verso vi era lo spazio bianco per scrivere la missiva. Nei due riquadri del recto si trovavano le illustrazioni e il testo dei canti, arricchiti da capilettera fregiati in rosso, blu e oro.
Queste cartoline furono riprodotte nel 1902 per i tipi della Alfieri & Lacroix di Milano e allora utilizzate per inviare saluti o brevi notizie. Nello stesso anno la casa editrice pubblicò l’intera raccolta di cartoline in forma di volume: ne risultò una particolarissima edizione in-24° oblungo (cm 14 x 19 circa), composta da 106 pagine litografate, non numerate, in cartoncino rigido telato, riproducenti per ovvi motivi editoriali solo il recto delle cartoline con il testo e le illustrazioni.
Il poema dantesco è introdotto da uno splendido frontespizio miniato; altrettanto decorata è la pagina che introduce ogni cantica.
I canti sono illustrati da bellissimi fregi e sontuosi capilettera: una vignetta miniata completa la composizione. Il testo è trascritto secondo l’Antica Vulgata in caratteri gotici del Quattrocento ed è disposto su quattro colonne. I versi sono impreziositi da iniziali ornate in rosso, blu e oro che richiamano le miniature medioevali. L’edizione è ovviamente priva di note e di commenti, data l’originale destinazione d’uso delle miniature come cartoline, materiale effimero per eccellenza.
La legatura editoriale è in piena pergamena con unghiature ai piatti e legacci (rimasto un solo legaccio in camoscio) con taglio superiore dorato; la copertina presenta al piatto un titolo in nero, rosso, blu ed oro; le pagine in spesso cartone attaccate su onglets.
Il volume rappresenta un esempio di adesione anche dell’editoria al gusto eclettico ispirato al revival medievale e rinascimentale diffuso a cavallo tra Otto e Novecento.
La Biblioteca Mai ha acquisito un esemplare di questa edizione nel 2017, dono della signora Fulvia Pedrinoni Arzuffi. Una nota di possesso indica la provenienza dalla biblioteca dell’Avvocato Giuseppe Battistelli (Collocazione: G 1 17033).
Sfoglia una versione digitale del volume, disponibile su Internet Archive.