Tra le più longeve e fortunate nella storia della critica dantesca, la Divina Commedia Scartazzini-Vandelli viene riproposta da oltre un secolo con indiscussa fedeltà per il testo, l’apparato critico e le soluzioni grafiche adottate tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Dare conto delle origini, delle evoluzioni e delle puntuali ristampe di questo testo impone uno scavo nella biografia intellettuale dell’uomo da cui scaturì la celebre edizione pubblicata da Ulrico Hoepli, per la prima volta nel 1893. Il grigionese Giovanni Andrea Scartazzini nacque a Bondo, in val Bregaglia, nel 1837. Quello che ben più tardi Michele Barbi avrebbe definito uno dei dantisti più operosi acquistò presto confidenza con i versi danteschi, letti presso il focolare domestico ancor prima di intraprendere gli studi teologici a Basilea e a Berna conclusisi nel ministero di pastore riformato, esercitato in borghi a ridosso degli alpeggi svizzeri, dove la Commedia dantesca gli rimase compagna fedele, seconda per costanza alla sola Bibbia, nutrimento del suo apostolato.
Studioso instancabile, Scartazzini mutò più volte posizione, corresse e ampliò la propria visione attorno all’opera del sommo poeta. In merito al proprio lavoro ebbe a esternare il piccol vanto di aver architettato uno spoglio sistematico, onnipervasivo al punto da spaziare tra il Trecento più coevo a Dante e l’edizione romana della Commedia curata da Baldassarre Lombardi nel 1794. Gli scritti scartazziniani su Dante recano, dunque, oltre cinque secoli di esegesi al proprio seguito, senza contare gli innumerevoli riferimenti biblici, la teologia cristiana medievale e, su tutto, san Tommaso e la sua Summa. Insegnante per un periodo presso la Scuola Cantonale di Coira, Scartazzini operò nel pieno bilinguismo; duplice, pertanto, anche la sua scrittura, sensibile alla ricezione in area tedesca dei contenuti della tradizione letteraria italiana. Oltre a occuparsi di Dante, infatti, tra il 1871 e il 1883 il pastore grigionese curò due edizioni della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso e una del Canzoniere di Francesco Petrarca per l’editore Brockhaus di Lipsia, fedele compagno di strada nelle iniziative editoriali dello studioso in Germania. Nel 1869 Scartazzini entrò a far parte della Deutsche Dante-Gesellschaft, la società dantesca sorta pochi anni prima attorno a Karl Witte e sotto l’egida di re Giovanni di Sassonia, traduttore della Commedia in lingua tedesca. Di lì a poco Scartazzini si sarebbe cimentato nella complessa opera di raccolta e organizzazione del materiale poi confluito nel commentario allegato all’editio maior, ancora una volta lipsiense, della Divina Commedia, edita a partire dal 1874 in quattro volumi, dedicati alle tre cantiche dantesche con l’aggiunta di un quarto di Prolegomeni, una lettura propedeutica riguardo la vita e le opere dell’Alighieri.
Il frontespizio dei quattro volumi che costituiscono l’editio maior della Divina Commedia commentata da Scartazzini, edita a Lipsia dall’editore Brockhaus tra il 1874 e il 1890.
In concomitanza con l’uscita del Purgatorio nel 1875, Scartazzini fece ritorno a casa, chiamato a esercitare le proprie mansioni spirituali a Soglio, dove nel 1880 gli avrebbe fatto visita Ulrico Hoepli. Da questo incontro scaturì, anzitutto, la pubblicazione dei due volumi dedicati a Dante in Germania, tra il 1881 e il 1883, opera nella quale l’autore spazia da un profilo storico-critico della letteratura dantesca alemanna ai risultati più recenti della filologia e dell’assiduità letteraria. Seguirono a breve distanza due manualetti dedicati alla Vita e alle Opere di Dante, testi che segnalano la precocità di una tendenza divulgativa volta a intercettare interesse e studio tra i banchi di scuola e tra gli appassionati digiuni di accademismo. Questi libri di piccolo formato tascabile vennero compattati in seconda edizione nel volume Dantologia, di una decina d’anni successivo. Nel 1884 Scartazzini dovette lasciare le terre natali e si stabilì a Fahrwangen, in Argovia. Qui trascorse gli ultimi diciassette anni di vita, approntando l’editio minor della sua Divina Commedia e redigendo tra il 1896 e il 1899 un’Enciclopedia Dantesca, vero e proprio dizionario dedicato alla vita e alle opere di Dante, in tre volumi e per quattro tomi complessivi, con l’ultimo volume affidato più tardi da Ulrico Hoepli alle cure di Antonio Fiammazzo nel 1905.
Il frontespizio del primo volume di Dante in Germania edito nel 1881 da Hoepli, come la successiva manualistica qui esemplificata dalle copertine del tascabile dedicato alla Vita di Dante e della riassuntiva Dantologia del 1894.
Chiude il frontespizio del primo volume dell’Enciclopedia Dantesca.
Terminata la stampa dell’editio maior della Commedia con il quarto volume del 1890, Scartazzini e Hoepli maturarono il proposito di trasfondere i contenuti poderosi accumulati nell’edizione tedesca in una nuova versione, agile e manuale, del poema dantesco. Nacque in questo modo la benemerita edizione hoepliana con il commento dello studioso svizzero, nell’intento lungimirante di allargare la platea dei lettori, uscendo dagli angusti ambiti delle università del tempo. Il testo si impose come modello di presentazione dei versi di Dante, rispondendo a una precisa vocazione didattica di Scartazzini. In capo a ogni canto, infatti, il curatore appose una scheda riassuntiva che non funzionasse da semplice argomento, ma ricordasse per profondità le rubricae degli antichi chiosatori amanuensi. I canti vennero inoltre suddivisi in episodi, corredati da un paratesto che descrive lo svolgimento degli eventi, anticipando gruppi di note contenenti più specifici rimandi culturali per gruppi di terzine. Questo schema efficace era stato inaugurato già nell’edizione lipsiense, e più precisamente a partire dal XXV canto del Purgatorio, ma trovò nel volume hoepliano la sua più netta realizzazione, con l’aggiunta di elementi indicativi del titolo, della materia, del luogo e della porzione dei versi contenuti nella sottostante pagina.
La pregevolissima copertina dell’editio minor impressa da Ulrico Hoepli nel 1893 con relativo frontespizio.
Di questa prima edizione venne realizzata un’ulteriore stampa in quattro tomi, relativi alle cantiche dantesche e al rimario, con indice dei nomi propri e delle cose notabili.
Giovanni Andrea Scartazzini si spense nel 1901, non prima di aver sottoposto due volte a revisione la sua Commedia hoepliana, tra il 1896 e il 1899, e dopo aver atteso a una nuova edizione dell’Inferno edito da Brockhaus nel 1900. L’eredità italiana, volta a non snaturare il messaggio didascalico del testo impresso a Milano, venne raccolta da Giuseppe Vandelli, filologo allievo di Pio Rajna e successivo curatore di un nuovo canone per l’edizione della Commedia in occasione del cosiddetto Dante del Centenario promosso nel 1921. Il dantista modenese associò il proprio nome a quello di Scartazzini a partire dalla quarta edizione promossa da Hoepli nel 1903, quando anche il rimario venne perfezionato con l’intervento di Luigi Polacco. Da questo momento in poi Vandelli dedicherà venticinque anni di impegno al rinnovo della proposta scartazziniana, con un particolare occhio di riguardo alle scuole. Un nuovo punto di svolta nella costante revisione al testo venne offerto nel 1929, quando l’opera venne data alle stampe per la decima volta specificando l’impiego del nuovo testo critico decretato dallo stesso curatore e accolto dalla Società Dantesca Italiana.
Il frontespizio dell’edizione del 1903, quarta per ordine e per la prima volta curata da Giuseppe Vandelli.
A lato il frontespizio della diciottesima edizione del testo, pubblicata nel 1964, alla vigilia del celebre centenario dantesco dell’anno successivo.
Anche per Gabriele d’Annunzio il testo diverrà il mio Dante scolastico, fittamente postillato e conservato presso la biblioteca del Vittoriale. Il preciso richiamo a un’impronta didattica fece del commento scartazziniano un modello da imitare per le edizioni scolastiche della Commedia, un sottogenere rigoglioso, sorto nell’ambito della dantistica proprio nei primi decenni del Novecento. A richiamarsi all’impostazione offerta al volume hoepliano fu anche Natalino Sapegno, sulla cui editio minor per le scuole, mediata da guide paratestuali, si sarebbero formate diverse generazioni di studenti e appassionati dalla metà del Novecento. La Scartazzini-Vandelli avrebbe influito anche sui successivi testi approntati da Siro Chimenz, per UTET negli anni Sessanta, e da Umberto Bosco e Giovanni Reggio, curatori nel 1979 presso l’editore fiorentino Le Monnier di una Commedia ad uso scolastico ancora molto gettonata. Una menzione a sé stante in termini di prestigio merita l’edizione del commento scartazziniano-vandelliano dato alle stampe dalle Lettere a Firenze tra il 1978 e il 1980, con le celeberrime illustrazioni di Gustave Doré e la prefazione del Presidente della Società Dantesca Italiana Francesco Mazzoni.
Nel 2011 l’editore Hoepli ha promosso l’ennesima ristampa di un testo giunto alla ventunesima edizione e che già un secolo addietro, nel 1910, poté definirsi un successo editoriale, con una vendita di oltre 16000 copie, numero ben ragguardevole per il mercato librario del tempo. Guglielmo Gorni ha definito l’edizione Scartazzini-Vandelli della Commedia quale paradigma di continuità nell’esegesi del poema, un testo dunque duraturo quanto gli auspici e gli elogi che lo hanno accompagnato in questo ultracentenario cammino. In occasione dell’attuale anniversario dantesco la terra di origine ha dedicato allo studioso grigionese una mostra monografica intitolata Giovanni Andrea Scartazzini. Dantista, teologo, pubblicista, presso il Museo Etnografico Ciäsa Granda di Stampa, in Bregaglia, a 120 anni dalla scomparsa di questo illuminato chiosatore di montagna, tra il Nord e il Sud delle Alpi, lontano da biblioteche e grandi istituzioni, in una sorta di esilio patrio che molto rivela, come scrisse Mazzoni, della grandezza e della solitudine di Scartazzini.
Per quanto attiene le numerose stampe della Divina Commedia con il commento di G. A. Scartazzini presenti in Biblioteca, ci limitiamo a segnalare quella del 1893, la prima hoepliana, con segnatura Galleria Cass. III E 4 8 e Excav. 1 3699/1-4, e quella del 1903, dove viene fissato il nuovo canone al testo approntato da Giuseppe Vandelli, con segnatura Sala 24 Y 6 19. Per una consultazione più prossima a noi si indica l’edizione con segnatura Sala 40 Z 3 41. Versione digitale
L’edizione lipsiense Brockhaus in quattro volumi della Divina Commedia con il commento scartazziniano è consultabile in Biblioteca con segnatura Sala 2 Picc. 7 1-4. Versione digitale (Inferno)
I due volumi dell’opera Dante in Germania editi da Ulrico Hoepli tra il 1881 e il 1883 sono consultabili in Biblioteca con segnatura Salone P 4 5-6. Versione digitale (Parte Prima)
I due manualetti Hoepli dedicati alla Vita di Dante e alle Opere di Dante sono consultabili in Biblioteca con segnatura Sala 34 W 1 313/1-2; compattati nella seconda edizione intitolata Dantologia. Vita e opere di Dante Alighieri con segnatura Sala 34 W 1 18. Versione digitale (Opere di Dante)
L’Enciclopedia Dantesca promossa da Scartazzini e conclusa da Fiammazzo presso Hoepli in tre volumi per quattro tomi complessivi è consultabile in Biblioteca con segnatura Cons. F 2 13/1-4. Versione digitale (Volume I. A-L)
Per la vita e l’operato di G. A. Scartazzini si segnala la biografia dedicatagli da Reto Roedel per la casa editrice Elvetica di Chiasso nel 1969, consultabile in Biblioteca con segnatura Sala 40 L 1 103.