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Atrio della Biblioteca Angelo Mai
9 – 30 ottobre 2004

Ideazione, testi e allestimento
A cura del Gruppo Volontari
Associazione Amici della Biblioteca

AGRICOLA, GEORGIUS. De re metallica. Basilea, Hier. Froben e Nik. Episcopius, 1556, ro., cm 34, impr., ill. (Cinq. 5, 755).

La Civica Biblioteca e Archivi Storici “Angelo Mai”, con il contributo determinante del Gruppo Volontari della associazione “Amici della Biblioteca”, partecipa alla manifestazione BergamoScienza (8-17 ottobre 2004) promossa da SINAPSI con la collaborazione della Fondazione Bergamo nella storia Onlus.
Per questa occasione è messa in mostra una selezionata rassegna di incunaboli e cinquecentine recanti alcune delle opere più significative di materia scientifica tra Rinascimento e gli albori dell’Età moderna.
Oltre che testi di autori che hanno profondamente segnato la storia delle scienze dell’Occidente, come è il caso di Vesalio, Tartaglia, Copernico, sono presentati anche libri eccezionali dal punto di vista grafico e illustrativo, veri capolavori dell’arte tipografica di tutti i tempi.
I curatori si sono avvalsi nell’allestimento della presente esposizione del catalogo pubblicato dalla Civica Biblioteca nel 1994 in occasione di una analoga esposizione dal titolo: Il libro scientifico antico della Biblioteca A. Mai, 11-25 giugno 1994.

 

ASTRONOMIA

La storia dell’Astronomia si può dividere in due periodi: quello antico, dalle origini al Cinquecento, in cui prevalse la teoria geocentrica Tolemaica, e quello moderno, con la teoria eliocentrica, da Copernico e Keplero fino ai nostri giorni.

Nata in Mesopotamia agli albori della civiltà – agli Assiro-Babilonesi si devono osservazioni assai precise sul cosmo – l’astronomia ebbe con i Greci un grande sviluppo, con la formulazione di complesse teorie basate sull’evidenza dei fenomeni celesti, che sarebbero durate sino al primo Rinascimento. Gli Arabi si sostituirono agli Occidentali nel tener vivo l’interesse per questa scienza durante tutto il Medio-Evo, periodo nel quale l’astronomia occidentale compì pochi progressi.

Già agli antichi era nota la distinzione tra astronomia e astrologia: la prima (definita da Isidoro di Siviglia “astrologia naturalis”) studia posizioni e movimenti degli astri, tendendo ad individuarne le leggi fisiche che a loro presiedono; la seconda (“astrologia superstitiosa”) intende invece trovare gli influssi degli astri sullo svolgersi della vita degli uomini. Pure se tenuta in grande considerazione da studiosi anche di grande levatura, non mancarono astronomi che – anche nell’antichità – denunciarono la fallacia dell’astrologia nell’interferire nelle vicende umane: Keplero la definì la “figlia pazza dell’astronomia”, Pico della Mirandola riteneva impossibile che corpi materiali tanto lontani potessero influire sulle vicende umane, determinate invece dalla libera volontà degli individui.

 

Qui vengono mostrati due tra i più importanti testi dell’astronomia: di quella antica col “De coelo et mundo” di Aristotele, e di quella moderna col “De revolutionibus orbium coelestium” di Copernico. L’opera di Egnazio Danti: “Dell’uso et della fabbrica dell’astrolabio” illustra invece un’applicazione pratica delle teorie astronomiche.

 

 

ASTRONOMY

The history of astronomy can be divided into two periods: the ancient one, from the origins to the 16th century, during which the geocentric Ptolemy theory was followed, and the modern period, with the heliocentric theory of Copernicus and Kepler, up to the present days.

Born in Mesopotamia at the beginning of civilisation – the Assyrians and Babylonians made very accurate observations of the sky – astronomy had its main development in Greece. The Greek astronomers set up complex theories based on physical evidence, which were accepted up to the early Renaissance times.

During the Middle-Ages, when western astronomy did not make appreciable progress, there were then the Arabs who had a keen interest towards this discipline.

The ancient people already knew the difference between astronomy and astrology: the former (which Isidorus from Seville defined “astrologia naturalis”) studies the position and the movements of stars and planets, with the the aim of detecting the physical laws which govern such movements, whereas the latter (“superstitious astrology) aims at finding their supposed influence on the human life.

Even if many scholars of remarkable skill kept astrology in high consideration, others declared the impossibility of astrology to determine human destiny. Kepler defined astrology “the crazy daughter of astronomy”, and Pico della Mirandola said that it was impossible that such distant material bodies could have any influence on human life, which depends, on the contrary, on the free will of the individual.

 

Here are shown two of the most important “textbooks” of astronomy: “De coelo et mundo” (About Heaven and Earth) by Aristotle for ancient astronomy, and “De revolutionibus orbium coelestium” (About the Revolutions of the Heavenly Bodies) by Copernicus, for modern astronomy. The book of Egnazio Danti about the use and manufacture of the astrolabe shows a practical application of the theory of the astronomers.

 

 

 

 

 

MATEMATICA E GEOMETRIA

 

Nel campo della matematica e della geometria l’età antica raggiunse il massimo splendore con le opere di Apollonio, Euclide ed Archimede nel corso del 3° secolo avanti Cristo, continuate, fino al 3° secolo dopo Cristo, da altri illustri scienziati come Pappo, Nicomaco, Erone e Diofanto.

I Romani, invece, non lasciarono nessuna impronta in questo campo, e nel Medio-Evo si sarebbero forse perse le tracce del sapere matematico se gli Arabi non avessero ripreso e commentato le opere dei Greci.

Un precursore della rinascita rinascimentale delle scienze matematiche fu il pisano Fibonacci agli inizi del ‘200: nel 1400, con il tedesco Regiomontano, con l’italiano Luca Pacioli, e più ancora nel ‘500 con Nicolò Tartaglia, Gerolamo Cardano e Lodovico Ferrari si compiono progressi sostanziali, soprattutto nel campo dell’algebra, con la soluzione, mediante formule contenenti radicali, delle equazioni di 2° e 3° grado, e di alcuni casi di quelle di 4° grado, e con approfonditi studi nel campo della teoria dei numeri, che portano all’introduzione dei numeri relativi e dei numeri complessi.

 

Sono qui esposti volumi di importanza eccezionale, sia per lo studioso – per i contenuti delle opere – , sia per il bibliofilo – per la bellezza delle vesti editoriali – : l’ “Arte dell’abaco” il primo libro a stampa che tratta di matematica, gli “Elelmenta geometriae” di Euclide, che non necessitano di commento, e il “General trattato di numeri et misure” di Nicolò Tartaglia, l’ingegnoso studioso bresciano cui tanto deve lo sviluppo dell’algebra moderna.

 

 

MATHEMATICS AND GEOMETRY

In the studies of mathematics and geometry the ancient people reached the climax in the 3rd century B. C., thanks to Apollonius, Euclid and Archimedes. The golden age of these disciplines continued up to the 3rd century a. D., with other famous scholars such as Pappus, Nicomachus, Heron and Diophantus. The Romans, on the contrary, did not leave works of importance in these fields: in the Middle-Ages there were the Arabs who reproduced and commented the works of the Greeks.

At the beginning of 1200 Fibonacci from Pisa was a forerunner of the revival of the mathematical sciences of the Renaissance. In the 15th century the German scholar Regiomontanus and the Italian Luca Pacioli, and especially in the 16th century Tartaglia, Cardano e Ferrari made substantial progress in the field of algebra: the solutions of the 2nd and 3rd order equations, and of some cases of the 4th order were found. Moreover, relative and complex numbers were introduced.

Books of exceptional importance are exhibited, both for the scholar (for their content) and for the book-lover (for the superb quality of the print): the “Arte dell’abaco”, the first printed book dealing with mathematics; the “Elementa geometriae” by Euclid, and the “General trattato di numeri et misure” by Nicolò Tartaglia, the talented scholar born in Brescia, who greatly contributed to the development of modern algebra.

 

 

 

 

 

SCIENZE NATURALI

Le scienze naturali nell’antichità furono attentamente studiate in quanto considerate di grande utilità per la conoscenza delle sostanze – tutte naturali, animali, vegetali o minerali che fossero – necessarie alla preparazione di decotti, infusi e medicamenti.

Nel Rinascimento, un notevole impulso allo studio delle scienze naturali, in particolare zoologia e botanica, venne dalle scoperte geografiche, soprattutto dalla scoperta dell’America. Il gran numero di nuove specie animali e ancor più vegetali di cui si venne a conoscenza accentuò il bisogno di una classificazione scientificamente valida, che già si era sentito – in particolare per quanto riguarda le specie vegetali, meno facilmente catalogabili di quelle animali – al fine di ordinare e razionalizzare le osservazioni e le conoscenze sulle caratteristiche sia morfologiche, sia d’uso, delle varie forme viventi. Si vennero così consolidando criteri più scientifici di descrizione e di rappresentazione, tendendo a sottoporre ad un’analisi critica più precisa anche le descrizioni fantasiose di animali mostruosi e di piante inesistenti che i viaggiatori raccontavano di avere visto nei luoghi esotici da loro visitati.

Si ebbero così numerose opere di tipo “enciclopedico”, corredate da molte e precise illustrazioni, specie nel campo della botanica, tali da consentire una rapida e precisa identificazione e classificazione; a criteri arbitrari od elementari di elencazione si vennero via via sostituendo criteri basati sull’osservazione e il riconoscimento di somiglianze, affinità e appartenenza a gruppi tra loro imparentati.

 

Nella vetrina sono mostrate due tra le più famose opere del Rinascimento dedicate alle scienze naturali: l’ “Opera omnia” del Mattioli per quanto riguarda la botanica, e uno dei volumi dell’ “Historia animalium” del Gesner per quanto riguarda la zoologia, autori entrambi considerati tra i massimi della loro epoca.

 

 

NATURAL SCIENCES

The Natural sciences were attentively cultivated in the ancient times, since they were considered of great importance for the knowledge of all those substances – all of them obtained from nature, be they animal, vegetable or mineral – necessary for the preparation of decoctions, infusions, and medicines. During the Renaissance times, a further remarkable stimulus to the studies in this field – in particular botany and zoology – came from the geographical discoveries, especially that of the Americas. The large amount of new types of animals and even more of vegetables discovered, increased the need for a more precise classification, with the aim of organizing in a scientific way all the observations on characteristics, properties and use. This led also to a more critical consideration of the various descriptions of animal monsters and fantasy trees sometimes reported by travellers in the narrations of their voyages. As a consequence, a number of “encyclopaedic” works were composed, with detailed and precise drawings, which made possible a rapid and sure reference for identification and classification. The new catalogues were no more listed according to arbitrary criteria, but taking into account similarities and affinities.

 

Two of the most popular books of natural sciences of the Renaissance are exhibited here: the “Opera omnia” by Mattioli, as far as botany is concerned, and the “Historia animalium” by Gesner, for zoology. Their authors are considered the most famous scholars of their age.

 

 

 

 

ALCHIMIA E CHIMICA

Il desiderio di individuare sostanze che potessero tramutare la materia in oro (la pietra filosofale), o fermare la decomposizione della materia organica (l’elisir di lunga vita) sta alla base dell’alchimia, da cui – a partire all’incirca dalla fine del Rinascimento – avrebbe iniziato a svilupparsi la moderna chimica.

Le origini dell’alchimia pare risalgano agli antichi Egizi; già nell’alto Medio-Evo – peraltro – erano stati introdotti strumenti (bollitori, alambicchi, filtri) e tecniche di tipo chimico (raffinazione dei metalli, preparazione di leghe, fabbricazione di coloranti) che portarono all’ottenimento di risultati pratici e di importanza economica considerevoli.

È peraltro curioso osservare come proprio lo sviluppo di nuove tecniche “chimiche” e il successo nell’ottenimento di nuove sostanze complesse a partire da sostanze più semplici, abbia da una parte contribuito a una trasformazione sempre più “scientifica” dell’alchimia in chimica, e dall’altra abbia rinfocolato le speranze degli alchimisti di poter trovare l’elemento capace di creare l’oro e di dare la salute perenne, e dato quindi nuovo vigore alla “ricerca” alchemica.

 

La vetrina presenta tre importanti opere nel settore dell’alchimia e della chimica: il “De re metallica” di Giulio Agricola, precorritrice, si può dire, della metallurgia moderna; il “De la pirotechnica” di Vanoccio Biringuccio, in cui, tra le altre preparazioni, viene illustrata quella dei fuochi d’artificio; ed infine la “Artis chemicae principes Avicenna atque Geber”, anch’essa orientata in senso chimico più che alchemico.

 

 

 

ALCHEMY AND CHEMISTRY

Alchemy was based on the wish of founding substances able to transmute other elements into gold (the philosophers’ stone) and to prevent decomposition of organic materials (elixir of life). At the end of the Renaissance period, from alchemy modern chemistry started to grow.

The Egyptians appear to have been the founders of alchemy, and in the early Middle-Age chemical equipment such as boilers, alembics, filters, etc., and technologies (metal refining, preparations of alloys, and the production of colouring matters) were already in use. This led to achievements of practical use and of remarkable economic importance.

It is odd to remark that the success of these “chemical” technologies in obtaining new complex products starting from simpler materials contributed, on one hand, to the acceleration of the passage from alchemy to chemistry, and – on the other hand – increased the expectancy of the alchemists for an easier way to find a method for creating gold and to provide everlasting health.

 

Three important books on this subject are shown: the “De re metallica” by Julius Agricola, a forerunner of modern metallurgy; the “De la pirotechnica” by Vannoccio Biringuccio, which, among others, describes the preparation of fireworks; and, finally, “Artis chemicae principes Avicenna et Geber”, which also deals more with chemistry than alchemy.

 

 

 

 

FARMACIA

Quasi certamente una delle più antiche attività dell’uomo, insieme a quella di procurarsi il cibo, è stata quella di trovare nei prodotti della natura, e in particolare in quelli del mondo vegetale, efficaci rimedi al dolore, alle malattie, ai traumi.

L’origine della scienza farmaceutica è quindi antichissima, e – data l’importanza di questa branca della conoscenza per la vita e per il benessere dell’uomo – fin dall’antichità più remota si è avvertita l’esigenza di descrivere, registrare ed illustrare le varie specie direttamente disponibili in natura, o le varie sostanze ricavate dal mondo animale, vegetale e minerale di cui erano state sperimentate, o vantate, le vere, o supposte, proprietà terapeutiche.

È infatti del 1° secolo dopo Cristo un’opera che risulterà fondamentaleanche per molti secoli a venire, fino alla fine del Rinascimento: la “De materia medica” di Dioscoride, che descrive e classifica i medicamenti fino ad allora conosciuti, illustrandone caratteristiche, proprietà, indicazioni e controindicazioni, modalità di preparazione ed uso.

 

Vengono qui esposte la “Pharmacopaea” dei medici bergamaschi del ‘500, la “Simplicium medicamentorum ex novo orbe delatorum….” di Nicolas Monardes, che illustra le proprietà medicamentose delle nuove forme di vita animale e vegetale scoperte nelle Americhe, e la “Plantarum effigies….” di Leonhard Fuchs, che illustra con precisione ben 516 tipi di piante.

 

 

PHARMACY

Together with the search for food, the search for natural substances (especially vegetables) able to relieve pains, heal wounds and cure diseaseshas certainly been one of the first industries of mankind. The origins of this science are therefore very old, and – owing to the importance of this branch of human knowledge for life and welfare – from the very old ages the need was urgent for describing and recording the different substances directly available from nature or obtained from them, having, or supposed to have, therapeutic properties. From the 1st century A. D. dates, in fact, a basic work, to which reference will be made for centuries, up to the end of the Renaissance age: the “De materia medica” by the Greek scholar Dioscoris, which describes and classifies all the medical substances known at that time. Their characteristics are discussed together with their properties, indications and counter-indications, and how to prepare and use them.

 

Three books on Pharmacy are exhibited: the “Pharmacopea” of the doctors of Bergamo of the 16th century; the book “Simplicium medicamentorum ex novo orbe delatorum” by Nicolas Monardes, describing the medical properties of the new animals and vegetables discovered in America, and “Plantarum effigies…” by Leonhard Fuchs, with exact reproductions of 516 types of vegetables.

 

 

 

 

MEDICINA

Dell’importanza dello studio delle scienze naturali per la medicina e per la farmacia si è già detto. Ma la medicina è anche lo studio di come è strutturato il corpo umano, e quindi l’anatomia, il cui maggior sviluppo si ebbe proprio nel Rinascimento (basti pensare agli studi anatomici e fisiologici di Leonardo da Vinci) diviene una delle più importanti branche della medicina.

La medicina è anche studio di come gli organi funzionano, di quali interdipendenze si creano tra di loro, di come il comportamento regolare o irregolare di qualcuno di essi influisca sul benessere fisico dell’individuo e sulla funzionalità degli altri organi: ecco allora nascere e svilupparsi, negli anni del Rinascimento, la fisiologia.

Non tutte le affezioni che possono colpire il corpo umano si possono guarire con appropriate medicine, cioè solo per via farmaceutica: è spesso necessario intervenire chirurgicamente. Le tecniche operatorie, insieme con la progettazione degli strumenti necessari, vengono così a formare un altro importante ramo della medicina, che viene illustrato con opere e con trattazioni ad hoc.

Tra i tanti campi in cui la medicina può operare non va dimenticato quello dell’aspetto fisico e della sua cura: ecco allora opere, come quella qui esposta di Gerolamo Mercuriale “De arte gymnastica”, che illustrano l’uso terapeutico e riabilitativo, oltre che atletico, della ginnastica.

Viene esposta anche la “De humani corporis fabbrica” di Vesalio, una famosissima ed accuratissima descrizione dell’anatomia umana.

 

 

MEDICINE

How important it is for medicine to study natural sciences and pharmacy has already been underlined. Medicine, however, means also to study how the human body is made: anatomyhad a remarkable development just during the Renaissance age (suffice it to mention Leonardo da Vinci), and became one of the most important branches of Medicine. Medicine is, moreover, to study how the organs work, how they are inter-correlated, how their regular or irregular behaviour affects health : physiologyis another important branch of Medicine. Since many diseases cannot be cured only with medicines, surgery may be necessary: surgery and surgical instrumentsbecame subjects of treatises of medicine.

Among the various branches of Medicine, mention has to be made of the body care: the book by Gerolamo Mercuriale “De arte gymnastica” illustrates the therapeutic and rehabilitating effects of physical exercises.

Also exhibited is the work “De humani corporis fabrica” a most famous and very accurate description of the human body written by Vesalius, regarded as the father of modern anatomy.

 

 

 

 

GEOGRAFIA

Come già dice Tolomeo nel 3° secolo avanti Cristo, “la geografia è l’imitazione del disegno della parte terrestre conosciuta”.

La geografia è quindi la scienza che studia l’aspetto fisico e i fenomeni naturali, biologici e antropici della Terra, col sussidio della cartografia.

Per un lungo periodo, tuttavia, la geografia oscillò tra il sapere teorico e libresco dei letterati che se ne occupavano, fondato sulla tradizione dotta più che sull’osservazione, e il sapere pratico basato sull’esperienza dei viaggiatori. L’esattezza oggettiva nata dalle necessità pratiche dei viaggi e dei commerci si opponeva alle elaborazioni spesso fantasiose e simboliche della “geografia” colta, anche se talora anche le relazioni e le descrizioni dei viaggiatori e dei mercanti non sono immuni dall’introdurre nel racconto elementi di fantasia, immaginazioni o invenzioni, come avviene, per fare un esempio famoso, anche nel Milione di Marco Polo.

Proprio nell’età del Rinascimento si susseguono viaggi in luoghi prima sconosciuti, di cui si era solo sentito parlare, e scoperte di nuove terre, prima del tutto ignote: ciò comporta un continuo aggiornamento e una revisione di quanto noto fino a quel momento. Pertanto, anche le descrizioni che vengono raccolte nei testi di geografia, come pure le rappresentazioni cartografiche, subiscono continue modifiche, e divengono via via più complete e precise.

Insieme con la descrizione fisica delle nuove terre scoperte, o di luoghi già noti ma sempre meglio conosciuti grazie ai nuovi viaggi, si hanno sempre più frequentemente relazioni sulla fauna e sulla flora dei nuovi territori, sui popoli che le abitano, sulle loro città, sui loro costumi e sulle loro credenze religiose e filosofiche.

 

Nella mostra vengono esposti la “Descrizione di tutta Italia con l’aggiunta di tutte le isole” di Leandro Alberti, la “Cosmografia universale” di Sebastian Münster, e il “Theatrum urbium italicorum” di Petro Bertelli, volumi tutti corredati da numerose e raffinate illustrazioni.

 

 

GEOGRAPHY

According to Ptolemy (3rd century B. C.), “Geography is the imitation of the shape of the known part of the Earth”. Therefore, Geography is the discipline which studies the physical aspect of the Earth, its natural, biological and anthropological phenomena, with the aid of cartography. For a long period of time, however, studies of geography oscillated between the theories of the men of letters, founded mainly on scholar tradition rather than on observations, and the practical knowledge, based on experience, of the travellers. However, sometimes, even in the reports and descriptions of travellers and merchants, elements of fantasy and imagination are present. During the Renaissance period the contacts with remote nations increased greatly, unknown continents were discovered, and distant countries were exploredbetter and better: it was therefore necessary to continuously update the descriptions and information collected in the books, as well as the relevant maps. More and more frequent became, moreover, reports on zoology and botany of the discovered regions, their inhabitants, their settlements, habits, philosophy and religions.

 

Here are shown the “Descrizione di tutta l’Italia con l’aggiunta di tutte le isole” (The Description of All Italy Including all the islands) by Leandro Alberti; the “Cosmografia universale” by Sebastian Münster and the “Theatrum urbium Italicarum” by Pietro Bertelli, all with a number of splendid illustrations.

 

 

INGEGNERIA

Fino dalla più lontana antichità, lo stimolo delle necessità quotidiane, il bisogno di accrescere la forza animale e di meglio sfruttare l’energia naturale disponibile, la necessità di difendersi dai nemici e di rintuzzarne gli attacchi, così come quella di spostarsi più rapidamente da luogo a luogo e di trasportare merci e bestiame, ha spinto l’uomo a ricercare (prima direttamente nella natura, e poi adattando e migliorando ciò che la natura metteva a disposizione) strumenti atti ad alleviare la fatica, a facilitare e sveltire le sue attività ed a migliorarne i risultati.

È stato questo l’inizio dell’Ingegneria, che però non ebbe, nell’antichità, grandi sviluppi – costruzioni civili e militari escluse. Ciò in quanto, da una parte, la classificazione aristotelica dello scibile umano aveva portato a separare la scienza pura dalle sue possibili applicazioni pratiche, ritenute di natura inferiore, e dall’altra la enorme disponibilità di mano d’opera (e quindi di energia) a basso costo fornita dagli schiavi rendeva non impellente lo sviluppo di tecnologie atte a ridurre la fatica e a migliorare i rendimenti.

Pertanto, nonostante gli antichi avessero già inventato numerose macchine (pompe, sifoni, gru, ingranaggi, ecc.), queste rimasero più che altro delle curiosità senza pratiche applicazioni, tranne che nel caso delle macchine militari. Solo nel Rinascimento – mutato in parte il clima filosofico, e migliorate alcune soluzioni tecnologiche – la tecnica ebbe sempre maggior impulso, e lo studio di nuove macchine, e il loro uso, si diffusero sempre più.

 

Il primo dei testi esposti: il “Theatrum instrumentorum et machinarum” di Jacques Besson illustra a quanta ingegnosità nella costruzione di macchine di ogni tipo si fosse giunti nel corso del 16° secolo. L’altro volume: “Della trasportazione dell’obelisco vaticano et delle fabriche di Sisto V” di Domenico Fontana descrive in modo particolareggiato i lavori per l’erezione del grande obelisco di Piazza S. Pietro in Roma.

 

 

ENGINEERING

From the most ancient times, the necessities of every day life, the need of increasing the force supplied by animal work, of better exploiting the available natural energy, of defence against enemies, of travelling and transporting goods, induced mankind to find tools which could reduce and make easier the work required for his activities. However, in the ancient times this did not lead to substantial results in the field of engineering, since, according to the Aristotelian classification of human knowledge, the practical applications of scientific activity were not worth much consideration, and the availability of cheap slave labour made it not essential to develop technologies able to reduce work and increase its yield. It follows that, although many different machines had been invented (pumps, siphons, cranes, gears, etc.), these did not have practical applications, except in the case of military use. Only in the Renaissance times, being partly changed the philosophical way of thinking, and better technologies having been introduced, new machines and techniques were studied, and used more and more.

 

The book by Jacques Besson “Theatrum instrumentorum et machinarum” shows how high a level of skill had been reached in the 16th century in the field of construction of machines and apparatuses for a number of different applications. The book “Della trasportazione dell’obelisco Vaticano et delle fabriche di Sisto V” (About the Transportation of the Vatican Obelisk and the Constructions of Pope Sixtus the 5th) by Alessandro Fontana describes in detail the works for the erection of the tall obelisk of S. Peter’s Square in Rome.

 

 

DIDASCALIE DEI VOLUMI ESPOSTI

 

ASTRONOMIA

  1. De caelo et mundo [in latino], trad. Theodorus Gaza, comm. S. Thomas et Petrus de Alvernia. Venezia, Giovanni e Gregorio dÈ Gregori, 31 X 1495, 2°, got, ill., IGI 809 (Inc. 4, 322).

    Aristotele tratta di astronomia nel II libro della sua opera (in 4 libri).
    Egli riassume tutta l’esperienza scientifica dell’antichità sull’argomento, nel tentativo di darne una sistemazione definitiva. Accetta la precedente teoria secondo la quale il cielo è dotato di movimento circolare perfetto ed eterno al cui centro sta la terra immobile con una circonferenza di 400.000 stadi (Km 62.800; in realtà circa 40.000 km).
    Intorno alla terra si muovono le sfere omocentriche, che sono dotate di moto spontaneo (da est verso ovest) con movimento più o meno veloce a seconda della loro distanza dalla Terra. Questa sistemazione astronomica, attraverso la teoria tolemaica, sarà alla base del pensiero medioevale.

    This book includes all the scientific knowledge of the classic age on the subject of astronomy.
    The sky has a perfect and everlasting circular movement: Earth keeps still in the centre of a system of material omocentric spheres which rotate around it, together with all the heavenly bodies. Their movement is faster and faster with their distance from the Earth, the circumference of which is 400.000 stadiums long (that is about 62.000 km; the real length is about 40.000 km).

  2. Copernicus Nicolaus. De revolutionibus orbium coelestium, Basilea, Heinrich Petri, 1566, ro., cm. 29, impr. (Cinq. 6, 663).

    Nicolò Copernico (1473-1543) studiò prima a Cracovia, poi a Bologna, Padova, Ferrara dove si laureò in diritto canonico. La sua opera fondamentale fu pubblicata nel 1543; messa all’indice nel 1616. Egli espone qui la nota teoria eliocentrica che fu in seguito chiamata copernicana senza tuttavia rinunciare a certi dati della tradizione tolemaica.
    Lo spirito conservatore del tempo si rifiutò di accettare tale teoria, perché vedeva in essa un pericoloso sovvertimento della tradizione fondata sulla Bibbia.

    This book, first published in 1543 and dedicated to Pope Paul III, expounds the new heliocentric theory of the Universe, according to which the Earth rotates around the Sun. This theory, however, still retains some of the concepts of the Aristotelian view, such as, for example, the circular motion of the planets according to the epicycles of the Ptolemy theory.
    The book has been put on the Index in 1616, since it was in contradiction with the Holy Bible.

  3. Danti Egnazio, Dell’uso e della fabbrica dell’astrolabio, Firenze, I Giunti, 1569, ro., cm 22,5, ill. (Cinq. 3, 1256).

    L’opera descrive nei dettagli la costruzione e l’uso dell’astrolabio, strumento utilizzato per determinare la posizione degli astri e la loro altezza sull’orizzonte, la invenzione del quale è attribuita all’astronomo greco Ipparco (2° secolo a. C.)

    The book describes in detail the manufacture and use of the astrolabe, an instrument used for determining the position of stars and planets, and their height above the horizon.
    Its invention is attributed to the Greek astronomer Hipparchus in the late second century B. C.

MATEMATICA e GEOMETRIA

  1. Arte dell’abaco, Treviso [Michele Manzolo], 10 XII 1478, 4°, got., IGI 906 (Inc. 2, 260).

    È il primo libro a stampa che tratta di aritmetica. Descrive le operazioni fondamentali, regole di calcolo e numerose applicazioni commerciali. Vengono anche proposti e risolti numerosi problemi.

    This is the first printed book dealing with arithmetic. It describes the arithmetic operations, give some calculation rules, and several commercial applications. Moreover, it proposes and solves a number of mathematical problems.

  2. Euclides, Elementa geometriae, comm. Johannes Campanus, Venezia, Erhard Ratdolt, 25 V 1482, 2°, got., ill., IGI 3722 (Inc. 3, 131).

    È una bellissima edizione della celeberrima opera di Euclide (3°-2° secolo a. C.), in latino, con disegni molto accurati. L’opera è, dopo la Bibbia, il libro più riprodotto nella cultura occidentale.

    It is a most beautiful edition of the very famous work by Euclid (3rd- 2nd century B. C.), translated into Latin, with very accurate drawings. This book is, after the Holy Bible, the most printed one of the western culture.

  3. Tartaglia Nicolò, General trattato di numeri et misure, Venezia, Curzio Troiano de’ Navò, 1556-1560, ro., cm 30, impr., ritr. A., ill. (Cinq. 6, 710).

    In quest’opera, vera e propria “enciclopedia” del sapere matematico in 17 libri, Nicolò Tartaglia (1499-1557) espone le conoscenze del tempo e i risultati delle sue ricerche nel campo dell’algebra. Vengono anche proposti, e risolti, numerosi problemi che figurano anche oggi in riviste di enigmistica, la cui soluzione si basa su procedimenti logici, più che su calcoli.

    This book by Nicolò Tartaglia (1499-1557), collects, in 17 chapters, all the mathematical knowledge of his time, as well as the results of his research in the field of algebra. Several problems are proposed and solved, some of which are published even today in magazines of enigmatography, the solutions of which are based more on logic than on calculations.

SCIENZE NATURALI

  1. Gesner Conrad, Historiae animalium liberI. De quadrupedibus viviparis, Zurigo, Christ. Froschauer, 1551 (Cinq. 7, 738).

    Conrad Gesner (1516-1565) è tra i cinque naturalisti a cui si deve, secondo alcuni autori, la rinascita della zoologia dopo il Medioevo. Nel 1551 iniziò la pubblicazione dell’Historia animalium, un’ immensa enciclopedia di oltre quattromila pagine in cui l’autore riporta tutto ciò che era fino allora noto sulle varie specie animali. L’attenzione del testo è concentrata sul comportamento e l’ecologia degli animali elencati in ordine alfabetico.

    Conrad Genser (1516-1565) is one of the five naturalists who made zoology have its revival after the Middle-Ages. In 1551 he began to publish the Historia animalium, a vast encyclopaedia of more than 4000 pages, in which the Author describes all the knowledge of his times on the different animal species. The attention is focused on the behaviour and ecology of the animals, listed in alphabetic order.

  2. Mattioli Pier Andrea,Opera omnia, Francoforte, Nicolai Bassaei (in cat. Nik. Bassèe), 1598 (Cinq. 7, 746).

    Il senese Mattioli (1500-1577) è considerato uno dei massimi botanici del Rinascimento.
    La sua opera ebbe fino al 1974 più di sessanta edizioni in tutte le principali lingue europee e fu per alcuni secoli l’opera di riferimento per tutti i botanici che di essa si avvarranno più o meno criticamente.

    Andrea Mattioli (1500-1577) is considered one of the most famous botanists of the Renaissance. His works had, up to 1974, more than 60 editions in all the most important European languages, and were for several centuries the reference for the botanists.

ALCHIMIA e CHIMICA

  1. Agricola Georgius, De re metallica, Basilea, Hier. Froben e Nik. Episcopius, 1556, ro., cm 34, impr., ill. (Cinq. 5, 755).

    In quest’opera di Agricola (1494-1555) vengono descritti i filoni metalliferi, gli apparecchi da usare nello sfruttamento, nella lavorazione e nella riduzione dei minerali, nella raffinazione dei metalli, come pure i diversi sali ottenuti per evaporazione delle acque naturali.

    In this book by the German scholar Agricola (1494-1555) the veins of minerals, the equipment to be used for their exploitation and processing are described, together with processes and tools for the reduction of minerals, metal refining, and the different salts obtained from the vaporization of the mineral waters.

  2. Biringuccio Vannoccio., De la pirotechnica, Venezia, ed. Curzio Troiano dÈ Navò, tip. Venturino Ruffinelli, 1540, ro., cm 21,5, ill. (Cinq. 5, 105).

    L’opera di Vannuccio Biringuccio (1480-1539) è un trattato in 10 libri che tratta delle miniere, della lavorazione dei minerali, della fusione dei metalli, della preparazione delle leghe. Vengono illustrate preparazioni di prodotti chimici, degli esplosivi e dei fuochi d’artificio. L’opera supera l’alchimia pre-scientifica, e, sia pure in modo ancora empiristico, accenna all’uso di metodi sperimentali di ricerca.

    This work by Vannoccio Biringuccio (1480-1539) is a treatise divided in ten chapters, dealing with mines, with the processing of metals, the preparation of alloys and chemical products as well as explosives and fireworks.
    This book goes beyond the pre-scientific concepts of alchemy, and, though in a still empiricist way, introduces the use of experimental research methods.

  3. Avicenna, Artis chemicae principes Avicenna atque Geber, Basilea, Peter Perna, 1572, ro., cm 16,5, ill. (Cinq. 3, 641).

    Nella prima parte, attribuita ad Avicenna (980-1037), si definiscono e si descrivono elementi e composti chimici, prodotti merceologici e modalità per preparazioni chimiche.
    La seconda parte, attribuita a Geber (alchimista arabo dell’VIII secolo), descrive metodi per la preparazione di sali di arsenico, zolfo e mercurio; vi si trovano anche osservazioni sulla calcinazione e la coppellazione dei metalli.

    In the first part, attributed to Avicenna (980-1037), elements and chemical compounds are defined and described. There are also descriptions of processes relevant to marketable goods, and methods for chemical preparations. In the second part, attributed to Geber (An Arab alchemist of the 8th century), methods for preparation of arsenic, sulphur and quicksilver salts are presented, as well as observations on calcification and cupellation of metals.

FARMACIA

  1. Pharmacopea, Bergamo, ed. Giuseppe Pigozzi, tip. Comin Ventura, 1580, ro., e co., cm 21, impr. (Cinq. 2, 1512).

    Stampata a Bergamo, è un ponderoso compendio, in 422 pagine, dei medicinali conosciuti. Con molta attenzione e scrupolo (si legge nel testo “multis vigiliis elaboratum”) suddivide i farmaci in sciroppi, succhi, elettuari, pillole, polveri, pastiglie, colliri, oli, unguenti; ne stabilisce le dosi, i metodi di preparazione, e conclude con un perfetto indice finale.
    La IV EDIZIONE della FARMACOPEA dello STATO ITALIANO, pubblicata un decennio fa, ne era solo la logica continuazione!

    Printed in Bergamo, this book is a ponderous digest of 422 pages, which lists the different medicines known at that time, distinguishing – precisely and scrupulously – among syrups, juices, electuaries, pills, powders, tablets, eye-washes, oils, ointments; it prescribes the relevant doses and describes preparations; it ends with an exhaustive index. The 5th edition of the Pharmacopeia of the Italian Republic, published about ten years ago, is just its logic continuation!

  2. Monardis Nicolao (in cat. Momardes Nicolas), Simplicium medicamentorum ex nove orbe delatorum, quorum in medicina usus est, historia. Tr. Carulus Clusius, Anversa, ex. officina Christophori Plantini (in cat. Plantin), 1579 (Cinq. 3, 438).

    Monardés, medico spagnolo, fu il primo a diffondere in Europa le conoscenze sui medicamenti naturali provenienti dall’America. La ricchezza della natura americana, l’assenza di studi naturalistici sistematici, la ricerca affannosa di specie e prodotti utili portarono a riconoscere nelle piante e negli animali d’America proprietà straordinarie. L’armadillo ad esempio era utilizzato come medicamento. Le sue proprietà analgesiche, a detta dell’autore, si concentravano nella coda.

    The Spanish physician Monardés was the first to let the Europeans know the natural medicines coming from the Americas. The abundance of the American natural products, the lack of systematic studies, the search for new species and products which could be used as medicines, led to find in American animals and vegetables special properties. For example, armadillos were used as a medicine, since, according to the Author, their tails have analgesic properties.

  3. Fuchs Leonhart, Plantarum effigies ac quinque diversis linguis redditae, Lione, Balthasar Arnoullet, 1549, gr., co., ro., cm 12,5 impr. ritr. A, ill. (Cinq. 1, 1093).

    Fuchs, medico e botanico tedesco (Wembdingen 1501-Tubinga 1566); tenne la cattedra di medicina a Tubinga. L’opera, di 516 pagine, riporta in ognuna il disegno fedele, quasi una fotografia di ogni pianta. A commento, solo cinque nomi nelle diverse lingue.

    Leonhart Fuchs, German physician and botanist (1501-1566) was professor of Medicine at the University of Tubingen. In each of the 516 pages of this book there is a very faithful draw – a photography – of a plant. The only comment are their names, in five different languages.

MEDICINA

  1. Vesalio Andrea (1514-1564), De Humani corporis fabrica, Basilea, Jo. Oporinus 1543, ill., ro., cm 43 (Cinq. 7, 777).

    André Vesale (Bruxelles 1514 – Zante 1564), anatomista e chirurgo fiammingo. Studiò a Lovanio, Parigi e a Padova dove, nel 1537, venne nominato professore di chirurgia e anatomia. Gli anni di attività accademica culminarono nella pubblicazione del De humani corporis fabrica, il primo moderno trattato di anatomia. Le tavole illustrative dell’opera, eseguite presumibilmente da allievi della scuola del Tiziano, rimangono tuttora un vero capolavoro d’arte grafica. L’opera è qui presentata nell’editio princeps.

    André Vesale (1514-1564), Flemish anatomist and surgeon, studied at the Universities of Loewen, Paris and Padua, where – since 1537 – was professor of anatomy and surgery. During this period, he published the “De Humani corporis fabrica”, the first treatise of modern anatomy. The plates contained in this book, drawn presumably by painters of the school of Titian, are true masterpieces. The book here exhibited is the Editio princeps.

  2. Mercuriale Girolamo (1530-1606), De arte gymnastica libri sex, Venezia, I Giunti 1573, cm 27 (Cinq. 5, 632).

    Conoscitore profondo delle lingue greca e latina, insegnò medicina nelle università di Padova, Bologna e Pisa. Nei sei libri della sua opera De arte gymnastica, rifacendosi alle nozioni e alle esperienze degli antichi, promosse la ginnastica moderna. Considerata un valido mezzo terapeutico e riabilitativo, la ginnastica viene suddivisa in atletica, bellica e medica; se ne consigliano le applicazioni più adatte alle diverse età e situazioni, anche patologiche. L’opera è corredata di 26 tavole di Pirro Ligorio (Napoli 1513/14 – Ferrara 1583).

    Mercuriale was professor of Medicine at the Universities of Padua, Bologna and Pisa. His treatise “De arte gymnastica”, in sex volumes, although based on the knowledge and experience of the ancient scholars, promotes the modern practice of physical training, considered as a valuable help to therapy and rehabilitation. Physical training is divided in different branches, for athletic, military and medical purposes. Its applications to the different cases, according to the different ages, conditions and pathologies of the patients are described. The book is enriched with 26 plates by Pirro Ligorio (1513-1583).

GEOGRAFIA

  1. Alberti Leandro, Descrizione di tutta Italia con l’aggiunta di tutte le isole, Venezia, Lodovico Avanzi, 1568, 1567, ill., cm. 21,8 (Cinq. 3, 1026).

    Storico e geografo domenicano (Bologna 1479 – ? 1552). L’opera qui esposta consta di due libri: ” La descrizione dell’Italia ” edito nel 1568 di 504 pagine; il secondo: ” Isole appartenenti all’Italia ” di 100 pagine. Contengono la descrizione di città, castelli, signorie con i nomi antichi e moderni a cui si aggiungono considerazioni sui costumi dei popoli e sugli uomini celebri. Segue la descrizione di tutte le isole con chiare e raffinate illustrazioni.
    La Biblioteca “A. Mai” ne possiede sei edizioni edite fra il 1550 e il 1596.

    Historian and geographer, Leandro Alberti (1479?-1552) was a Dominican friar. This book (published in 1568) is in two parts: the description of Italy in 504 pages and of the islands of Italy in 100 pages. Towns and castles of both Italy and islands are described and indicated with their old and modern names, together with considerations on customs of the inhabitants and on the famous personages. Clear and refined plates accompany the text. The Angelo Mai library owns sex editions of this book, published between 1550 and 1596.

  2. Bertelli Pietro, Theatrum Urbium Italicarum, Venezia, 1599, impr., ill., cm. 17 (Cinq. 2, 1454).

    Rilegatura in pelle chiara e coeva. Sul dorso vi è il nome dell’autore e il titolo dell’opera impresso in inchiostro. In foglio, cm. 26×17, contiene 101 carte stampate al recto e al verso. Incisioni in rame.
    Il testo in latino si compone della descrizione di 58 città e località italiane. I caratteri di stampa sono in corsivo e in romano.

    The book is bound in clear leather original cover. On the spine title and Author’s name are ink printed. In folio, it measures cm 26 x 17, and holds 101 maps printed on both sides of the sheet. The Latin text describes 58 Italian towns and other places.

  3. Münster Sebastian, Cosmografia universale, Colonia. Eredi Arnold Birckman, 1575, impr., ill., cm. 31 (Cinq. 5, 874).

    Münster fu cosmografo, matematico e orientalista tedesco (1498 – 1552). A Basilea lavorò alle grandi opere che fecero di lui un maestro degli studi cosmografici. L’opera qui presentata è il primo notevole tentativo di un’esposizione scientifica e sistematica di tutte le conoscenze geografiche allora acquisite. Le tavole topografiche delle regioni descritte sono di particolare nitidezza. Il testo è in lingua volgare.

    Münster (1498-1552), a German cosmographer, mathematician and orientalist, worked in Basel, were he composed the important works which made him a master of Cosmography. The book which is exhibited here is the first remarkable attempt to collect in a scientific and systematic way all the knowledge on Geography of his time. The topographic maps of the regions described in the book are of special neatness. The book is written in Italian vulgar language.

INGEGNERIA

  1. Besson Jacques, Theatrum instrumentorum et machinarum, Lione, Bartolomeo Vincent, 1582, ill. e rom., cm 45 (Cinq. 7, 798).

    L’opera di Jacques Besson espone ed illustra numerosi strumenti e macchine, da speciali “compassi” per disegnare ellissi e poligoni curvilinei, a pompe, seghe, torni. Vengono descritti pure bottiglie a pressione, battipali, turbine ad acqua, enormi gru per il sollevamento di navi. Viene anche proposto un misuratore delle distanze percorse in nave, per cercare una soluzione all’importante problema della determinazione della longitudine.

    The work of Jacques Besson illustrates a number of instruments and machines, spanning from special compasses for the purpose of drawing ellipses and curvilinear polygons, to pumps, saws, lathes, etc. Pressure bottles, pile-drivers, water turbines, huge cranes capable of lifting ships are also described, together with a meter of the distances covered at sea, with the aim of finding a solution to the important problem of determining longitude.

  2. Fontana Domenico, Della trasportazione dell’obelisco Vaticano et delle fabriche di Sisto V. Libro primo, Roma. Domenico Basa, 1590, ill., con ritratto dell’A., ro., cm 42 (Cinq. 7, 800).

    Domenico Fontana (1543 – 1607), architetto di Sisto V, in questo libro descrive nei dettagli l’organizzazione, i preparativi e l’effettuazione del trasporto del grande obelisco (oltre 100 m3 di volume per oltre 300 ton di peso) da lui eretto in Piazza S. Pietro.
    Per il suo trasporto ed innalzamento vennero impiegati 800 uomini e 140 cavalli; furono predisposte speciali slitte e una grande incastellatura di legno dotata di 40 argani. L’esito positivo dei lavori fu festeggiato con processioni, colpi di cannone e fuochi d’artificio.

    Domenico Fontana (1543 – 1607), chief architect of Pope Sixtus V, describes in detail, in this book, the organisation, preparation and execution of the works for the transportation and erection of the tall obelisk (100 cu. m volume, 300 ton weight) of S. Peter’s Square in Rome. 800 men were at work and 140 horses; special sleds and a huge wooden scaffold, equipped with 40 windlasses, has been designed and built on purpose.The successful consignment of the work was celebrated with religious processions, gun shots and fireworks.