gestione_mai Nessun commento

Civica Biblioteca e Archivi Storici ”Angelo Mai”
Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti
Università degli Studi di Bergamo – Sezione di Italianistica

Bergamo, Atrio della Biblioteca
7 aprile – 3 maggio 2006

 

Cesare Cantù, incisione di Giuseppe Salvioni, fine sec. XIX (Biblioteca Mai, ST. A 90)

La Civica Biblioteca “A. Mai” e l’Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti e la Sezione di Italianistica dell’Università di Bergamo dedicano una mostra a Cesare Cantù nella prosecuzione delle celebrazioni per il bicentenario della nascita (1804). Vengono esposte editio princeps, riviste, lettere di Cantù ora depositate in Biblioteca o all’Ateneo e una preziosa incisione di fine Ottocento raffigurante l’Autore.

Giovedì 27 aprile verrà celebrato il Convegno “Cesare Cantù e dintorni” che le Istituzione bergamasche hanno voluto dedicare a Cantù scrittore, storico e grande divulgatore della cultura del suo tempo. Sede del Convegno sarà l’aula 15 dell’Università degli Studi in Piazza Vecchia 8

Tutte le iniziative sono patrocinate, tra gli altri, dalla Regione Lombardia, dalla Provincia e dal Comune di Bergamo, dalla Provincia di Lecco e dal Comune di Brivio, dalle maggiori università lombarde (Statali di Bergamo, Milano, Pavia), dal Centro Studi Cesare Cantù.

 

BERGAMO PER CESARE CANTÙ

Nel 1833 Cesare Cantù, appena ventinovenne, fu invitato dall’Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo ad associarsi all’Istituzione. Cantù si era già distinto nel panorama della cultura lombarda e nazionale grazie ad alcune opere poetiche, tra le quali la novella in versi Algiso è l’esempio più notevole, e storiche: la Storia della città e della diocesi di Como e, soprattutto, la Storia lombarda del secolo XVII, importante lavoro di approfondimento della realtà seicentesca messa in auge da Manzoni. L’Ateneo di Bergamo, sempre attento a individuare giovani preparati e promettenti, anche questa volta si mostrò lungimirante nella sua scelta di nominare socio un intellettuale che ben esprimeva il nuovo spirito romantico, fatto di aspirazione ad una patria nazionale e di amore per le proprie radici locali, di abnegazione nella ricerca di queste ultime e di intensa spiritualità nell’esprimerle artisticamente. Cantù ben incarna questi sentimenti e li esprime chiaramente nella lettera di ringraziamento per la nomina: “Una società di tanti letterati e scienziati, il cui nome suona caro ed onorevole alla patria, ha diritto di aspettare dai socj suoi non galanti futilità ed inerzie canore, ma lavori che corrispondano alla vocazione, al desiderio, al bisogno dei tempi”.

Cantù intrattenne rapporti epistolari molto intensi con molti alti esponenti della gerarchia cattolica italiana. Parte di questo carteggio è conservato alla Civica Biblioteca “A. Mai”, che ne venne in possesso attraverso l’acquisto del Fondo Locatelli e quindi dell’archivio Lochis. Come già documentato da monsignor Luigi Chiodi, già direttore della Biblioteca, il conte Lochis acquistò negli anni 1890-1891 le carte appartenute all’avvocato Alessandro Brasca, cugino di Cantù, e proprio tra di esse si trovavano le lettere di quest’ultimo, oggi consultabili nel faldone MMB 638 e così suddivise:

  • Lettere di vescovi e prelati italiani al Cantù; sono 203 e provengono da diocesi sparse in tutto il territorio nazionale.
  • Lettere di vari corrispondenti a Cesare Cantù; sono 64 e hanno come mittente soprattutto Alessandro Brasca. Vi sono però anche lettere di Silvio Pellico, Quintino Sella, Giovanni Faldella e di altri importanti personaggi.
  • Lettere di Cantù; sono 54, dirette per la maggior parte ad Alessandro Brasca.

Oltre alle lettere, la Civica Biblioteca “A. Mai”, possiede un cospicuo numero di edizioni di opere del Cantù, tra le quali molte editio princeps. Questo rende particolarmente preziosa la documentazione fornita dalla Biblioteca sull’intensa attività editoriale nella quale Cantù si adoperò per tutto il corso della vita. Particolarmente significativo il caso della Margherita Pusterla. Ben presto quest’opera divenne un vero e proprio romanzo di consumo e la prima edizione fu largamente ristampata e riedita, spesso in modo illecito, a testimonianza non solo della larghissima diffusione del romanzo, ma anche dell’incessante rielaborazione alla quale l’Autore sottopose il suo testo più famoso. Numerose furono anche le collaborazioni di Cantù con le riviste letterarie o storiche del suo tempo, alcune delle quali da lui fondate e dirette, qui testimoniate dalla presenza del “Ricoglitore italiano e straniero” e dell'”Archivio storico lombardo”.

 

BIOGRAFIA

Originario di Brivio in Brianza, Cesare Cantù si trasferì ancor giovane a Milano, dove studiò al Collegio S. Alessandro. Appena diciassettenne, nel 1821, divenne professore di grammatica nel ginnasio di Sondrio, nel 1827 in quello di Como e dal 1832 tornò a Milano, insegnante in quella stessa istituzione che l’aveva visto allievo impegnato e precoce.

Cantù dichiarò in più occasioni la sua adesione al romanticismo: nel 1828 con la novella in versi Algiso e nel 1831 con il volume Sul romanzo storico. Lettera di un romantico. Si dedicò inoltre alla letteratura pedagogica e di educazione popolare di impostazione cattolica, teorizzata nel saggio Della letteratura popolare, e della quale sono esempi il romanzo Il Galantuomo, la raccolta di racconti Il buon fanciullo, le conferenze popolari pubblicate in Buon senso e buon cuore e, soprattutto, il romanzo Il portafoglio di un operaio del 1871, ideato e scritto per indagare quella nuova realtà industriale che andava lentamente costituendosi nelle regioni settentrionali dell’Italia postunitaria. L’opera maggiore di Cantù è il romanzo storico La Margherita Pusterla del 1838, che ebbe un subitaneo successo e decine di edizioni e traduzioni in più lingue. La dedizione di Cantù alla narrativa, e specificatamente quella ambientata in Lombardia, non conobbe interruzioni, arricchendosi nel 1871 con le Novelle lombarde e nel 1883 con le Novelle brianzole.

Arrestato nel 1833 per attività anti-austriache, scontò un anno di carcere, perse il posto di insegnante e fu costretto all’esilio, prima in Svizzera e poi in Piemonte. Dopo il 1848, nonostante l’adesione e la partecipazione alle Cinque giornate di Milano, si spostò su posizioni moderate e, successivamente, fu deputato nel nuovo Parlamento nazionale (1860-67) tra le fila dell’opposizione clericale. Accanto alla sua opera di storiografo locale, dai lavori giovanili Storia della città e della diocesi di Como e Sulla Storia lombarda del sec. XVII al saggio Degli studi storici in Lombardia, va collocata quella di compilatore e divulgatore, esemplificate con la Storia della letteratura greca, la Storia della letteratura latina, la Storia della letteratura italiana e la Storia universale. Quest’ultima, ripresa e ampliata in numerose ristampe o riedizioni, si trasformò ben presto in una delle più fortunate operazioni editoriali del XIX secolo e, soprattutto, divenne il testo canonico su cui si formarono intere generazioni di italiani. Fondamentale, a questo proposito, rimane la testimonianza di Carducci, il quale, in una lettera al Cantù, ricorda con profondo affetto le ripetute letture che segnarono la sua fanciullezza in Toscana.

Cantù affiancò agli studi storici le attività connesse alle cariche di sovrintendente dell’Archivio di Stato di Milano e di presidente della Società Storica Lombarda, per la quale, nel 1874, fondò il periodico “Archivio storico lombardo”. Notevoli anche i suoi contributi storico-biografici sui letterati italiani: L’abate Parini e la Lombardia nel secolo passato, Vincenzo Monti e l’età che fu sua, oltre ai ricordi personali contenuti in Alessandro Manzoni. Reminiscenze e alla raccolta Illustri italiani.

La bibliografia di Cesare Cantù ha un orizzonte disciplinare ampio e la sua opera fonda ha profonde radici in forti motivazioni ideologico-politiche, verificabili anche nella sua ultima grande fatica, quella Cronistoria dell’indipendenza italiana pubblicata a Torino dal 1872 al 1877, nella quale l’Autore cerca di offrire al lettore il bilancio di una stagione complessa e intrisa di sofferenze, realizzatasi alfine, seppure in mezzo a molti contrasti e ad infinite perplessità che si trascinarono nel dibattito politico per buona parte del restante Ottocento.

 


CATALOGO DELLA MOSTRA: “BERGAMO PER CESARE CANTÙ”

Bacheca n. 1: La lirica, le novelle e i diari di viaggio

  1. Algiso, novella, Como, dai figli di Carlantonio Ostinelli, 1828
  2. La Madonna d’Imbevera, Milano, per Gaspare Truffi e Socj, 1835
  3. Sei novelle offerte alla mobilissima Sofia Pedrabissi il giorno che si fa sposa al dottor Carlo Alfieri, Milano, coi torchi di G. Truffi, 1841
  4. Paesaggi e Macchiette, Milano, Paolo Carrara libraio-editore, 1868
  5. Novelle lombarde, 2a ed. con incisioni, Milano, libreria editrice di educazione e d’istruzione Paolo Carrara, 1871
  6. Novelle brianzole, Milano, Edoardo Sonzogno, 1883

Bacheca n. 2: Il romanzo storico

  1. Margherita Pusterla, Milano, [coi tipi di G. Truffi], 1838, 3 voll.
  2. Margherita Pusterla. Racconto, Milano, presso lo Stabilimento librario Volpato, 1850
  3. Margherita Pusterla. Romanzo storico, Milano, Bietti, 1911

Bacheca n. 3: La letteratura per l’infanzia e popolare

  1. Il buon fanciullo. Racconti d’un maestro elementare, Milano, per Gaspare Truffi e Socj, 1837
  2. Il Galantuomo, ovvero i diritti e i doveri. Corso di morale popolare, 18a ed. illustrata con vignette, Milano, Stabilimento librario Natale Battezzati, 1858
  3. Buon senso e buon cuore. Conferenze popolari, Milano, Ditta tipografica libraria editrice Giacomo Agnelli, 1870
  4. Esempj di bontà, Milano, Tip. e libr. Editrice Giacomo Agnelli, 1873
  5. Attenzione! Riflessi di un popolano, Milano, Tipografia e libreria editrice ditta Giacomo Agnelli, 1876
  6. Della letteratura popolare, in “Il Ricoglitore italiano e straniero”, III (1835), pp. 769-813

Bacheca n. 4: Dalla storia lombarda alla storia universale

  1. Storia della città e della diocesi di Como. Esposta in dieci libri, Como, presso i figli di Carlantonio Ostinelli, 1829-1831, 2 voll., vol. 1° (1829)
  2. Sulla storia Lombarda del secolo XVII. Ragionamenti di Cesare Cantù per commento ai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, Milano, presso l’editore dell’Indicatore – presso la ditta Antonio Fortunato Stella e Figli, 1832
  3. Rivoluzione della Valtellina nel secolo XVIII, Como, presso i figli di Carlantonio Ostinelli, marzo 1831
  4. Storia di cento anni (1750-1850), Firenze, Felice Le Monnier, 1851, 3 voll., vol. 1°
  5. Il sacro macello di Valtellina. Episodio della riforma religiosa in Italia, Firenze, Giuseppe Mariani, 1853
  6. Gli eretici d’Italia. Discorsi storici, Torino, Unione tipografico-editrice, 1865-66, 3 t. in 2 voll., vol. 1° (1865)
  7. Della indipendenza Italiana. Cronistoria, Torino, Unione tipografico-editrice torinese, 1872-1876, 3 voll., vol. 1° (1872)
  8. Degli studj storici in Lombardia, in “Archivio storico lombardo”, I (1874), pp. 5-17

Bacheca n. 5: Cantù divulgatore e compilatore: dalla Storia universale alle storie letterarie

  1. Enciclopedia storica ovvero storia universale comparata e documentata. Opera originale italiana. Programma, Torino, presso Giuseppe Pomba e C., 1837
  2. Storia universale. Tavole illustrative, Napoli, presso lo stabilimento tipografico dell’Ateneo, 1852
  3. Tre discorsi sulla Storia Universale. Preceduti da notizie intorno alla vita ed alle opere del medesimo, di Mario Carletti, Firenze, Mariani, 1853
  4. Storia della letteratura greca, Firenze, Felice Le Monnier, 1863
  5. Storia della letteratura latina, Firenze, Felice Le Monnier, 1864
  6. Storia della letteratura italiana, Firenze, Felice Le Monnier, 1865

Bacheca n. 6: Le biografie e la memoria

  1. L’abate Parini e la Lombardia nel secolo passato. Studj, Milano, presso Giacomo Gnocchi, 1854
  2. Tommaso Grossi, Torino, dall’Unione tipografico-editrice, 1862
  3. Monti e l’età che fu sua, Milano, Fratelli Treves, 1879
  4. Alessandro Manzoni. Reminiscenze, Milano, F.lli Treves, 1882, 2 voll.
  5. Illustri italiani. Ritratti, 3. ed., Milano, Gaetano Brigola e Comp., s. d., 3 voll.

Bacheca n. 7: I rapporti con l’Ateneo di Scienze Lettere e Arti e il carteggio bergamasco

  1. Giuseppe Salvioni, Cesare Cantù, ritratto a mezzo busto e di tre quarti, xilografia, fine sec. XIX
  2. Processo originale degli untori nella peste del 1630, Milano, a spese degli editori [co’ torchi di G. Truffi], 1839
  3. Luigi Chiodi, L’archivio di Cesare Cantù alla Biblioteca Civica di Bergamo, in “Bergomum. Bollettino della Civica Biblioteca”, 23 (1969), 2-4, pp. 45-80
  4. Lord Byron. Discorso ai signori soci dell’Ateneo di Bergamo. Aggiuntavi alcune traduzioni ed una serie di lettere dello stesso Byron ove si narrano i suoi viaggi in Italia e nella Grecia, Milano, presso l’editore dei giornali L’indicatore e Il barbiere di Siviglia, 1833
  5. Lettera ad Alessandro Brasca, Sala Comacina, 20 settembre 1884, Bergamo, Civica Biblioteca “A. Mai”, Archivio di Cesare Cantù, MMB 638, Lettere di Cantù, 55
  6. Lettera “All’Inclito Ateneo di Bergamo”, Milano, 10 maggio 1833, Bergamo, Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti, Raccolta autografi, Busta 49, 558 Autografi vol. I, 25
  7. Lettera di Ignazio Cantù che, per incarico del fratello, invia all’Ateneo di Bergamo tre copie del suo discorso su Byron, Milano, gennaio 1834, Bergamo, Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti, Corrispondenza, Busta 21, 226 Anno 1834, 2
  8. Lettera del segretario dell’Ateneo Gaetano Mantovani a Cesare Cantù, Bergamo, 17 gennaio 1886, Bergamo, Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti,, Corrispondenza, Busta 27, 276 Anno 1886, 2