biblioteca_mai Nessun commento

Manoscritti

La Biblioteca Angelo Mai conserva un cospicuo numero di manoscritti. Se il nucleo primigenio della Biblioteca, costituito dalla libreria del cardinale Giuseppe Alessandro Furietti, ne era quasi privo, essi giunsero in Biblioteca già fra gli ultimi tre decenni del Settecento e i primi dell’Ottocento, grazie alle biblioteche dei conventi, dei monasteri e del Capitolo della cattedrale, soppressi soprattutto in età napoleonica, oltre che alle donazioni degli eruditi dell’epoca. Si tratta di opere letterarie, filosofiche, teologiche, artistiche, musicali, scientifiche, cronache, diari di viaggio, appunti, libri liturgici o devozionali. I più antichi risalgono al IX secolo, anche se solo dal XII secolo sono attestati in numero significativo.

Nel corso dell’Ottocento e del Novecento arrivarono in Biblioteca altri nuclei importanti di manoscritti, per acquisto o per dono da privati cittadini, come quelli, per lo più documentari, giunti con il fondo Paolo Vimercati Sozzi nel 1868 e quelli provenienti dall’acquisto dei libri del vicebibliotecario Giuseppe Ravelli nel 1896. Per il Novecento segnaliamo almeno l’acquisizione, per dono dello zurighese Augusto Leopoldo Tobler (1938), di un prezioso codice manoscritto, parzialmente autografo, contenente, fra l’altro, numerose poesie e lettere di Torquato e Bernardo Tasso, noto come ‘Codice Falconieri’.

Fra gli anni sessanta e settanta del Novecento venne costituita dall’allora direttore Luigi Chiodi, una raccolta di 689 autografi di personalità illustri, come Vittorio Emanuele II, Giuseppe Mazzini, Camillo Cavour, Giuseppe Garibaldi, papa Pio X, Angelo Mai.

Una tipologia di manoscritti di cui la Biblioteca è particolarmente ricca è quella dei carteggi, molti derivanti da archivi di famiglia, soprattutto a partire dal Settecento.

Citiamo infine due tipologie di manoscritti ben presenti in Biblioteca che, sebbene per contenuto appartengano al settore archivistico-documentario, assumono spesso la caratteristica del codice, per la qualità della pergamena o della carta, per la cura nella mise en page, nella grafia, nell’apparato illustrativo e nella legatura: la ricca raccolta di statuti di valle e dei comuni della bergamasca del periodo medievale e di Antico Regime e la raccolta di carte topografiche, mappe e cabrei volti, questi ultimi, a rappresentare graficamente e a colori, in maniera scientifica, porzioni più o meno ampie di territorio, con riferimento alle proprietà di enti, istituti religiosi, famiglie facoltose.

Questa varietà tipologica rende difficile fornire dati quantitativi. Sono circa un migliaio i codici medievali, più diverse migliaia con datazione dall’età rinascimentale ai giorni nostri. Da segnalare la presenza di oltre 5.000 manoscritti musicali, soprattutto del periodo sette-ottocentesco.

Sfoglia i manoscritti miniati sul sito della Biblioteca digitale lombarda.

Guarda tutti gli articoli pubblicati per #iorestoacasa con il patriomonio della Biblioteca.