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Raccolta Almanacchi

Nell’ottica della creazione di raccolte speciali, che caratterizza l’attività di riordino della Biblioteca nel secondo Novecento, negli anni settanta venne costituita, all’interno della collezione dei periodici, la Raccolta Almanacchi, tuttora in accrescimento. Essa è composta da circa 2.800 volumi per 900 titoli (quasi un terzo pubblicati nella Bergamasca), datati dal XVII secolo fino ai giorni nostri.

Gli almanacchi sono pubblicazioni annuali simili a calendari, spesso poveri nella fattura e in formato tascabile. Gli esemplari più antichi conservati nella Raccolta sono a carattere religioso, incentrati sul calendario dei santi. Nel XVIII secolo, accanto alle rubriche sui fenomeni astronomici (lunazioni, sorgere e tramontare del sole, solstizi, equinozi), acquistarono sempre più rilievo le informazioni di utilità pratica: ricorrenze civili e religiose, fiere e mercati, tariffe, cambi, pesi e misure, orari dei trasporti e dei servizi postali, cariche pubbliche sia laiche che ecclesiastiche. I volumetti sono inoltre corredati da scritti su argomenti disparati, come le semine e i lavori agricoli, i rimedi medici, le previsioni astrologiche e meteorologiche per l’anno a venire; riportano notizie storiche e genealogiche, artistiche, geografiche e statistiche, motti e proverbi, i più vari consigli provenienti dalla saggezza popolare, in chiave moraleggiante o umoristico-satirica.

La formula editoriale riscosse il maggior successo nell’Ottocento, secolo nel quale si moltiplicarono i titoli in commercio, in costante concorrenza tra loro; alcuni avrebbero avuto vita effimera, altri (ad esempio, l’Annuario della nobiltà italiana) giungono fino a oggi.

Fra i titoli più fantasiosi presenti nella Raccolta, citiamo, a titolo di esempio: A chi toca toca (Vicenza, 1795), Almanac di trenta mester (Bergamo, 1869), L’asino color di rosa (Bergamo, 1824), La frusta per le donne gabbiste (Bergamo, 1860), L’incognito scarpellatore (Bergamo, 1821), La maniera di farsi ricco (Bergamo, 1787), La minestra senza sale e senza condimento (Bergamo, 1807), Servo a tutti e sono per chi mi vuole (Milano, 1821), Il vizio sferzato (Venezia, 1807). Tra gli almanacchi bergamaschi più importanti, per contenuto o durata, segnaliamo: L’almanacco provinciale (1825), La fiera di Bergamo (1819), Il Mercurietto piacevole (1779), La sirena cantante (1751) e, forse il più significativo, Bergamo, o sia notizie patrie, che abbiamo già descritto. L’insospettata mole di informazioni che questi periodici racchiudono, costituisce una fonte imprescindibile, al pari di quella offerta dai quotidiani, per la moderna ricerca storica.

Sono molti i titoli disponibili in formato digitale e sfogliabili sul web. Quelli predisposti dalla Biblioteca Mai, tutti editi a Bergamo, sono visibili sul sito della Biblioteca Digitale Lombarda.

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