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Confini e mappe, traffici e commerci, viaggi e osservazioni scientifiche

Bergamo, Biblioteca Civica Angelo Mai, Atrio scamozziano
28 settembre 2013 – 31 gennaio 2014

Questa mostra nasce in occasione del 150° anniversario di fondazione del Club Alpino Italiano (Torino, 23 ottobre 1863) e del 140° della Sezione del CAI di Bergamo (14 aprile 1873). In un secolo e mezzo moltissimo è cambiato nella storia politica, economica e sociale del paese, e sulle montagne si sono susseguite diverse generazioni di alpinisti, che via via hanno adottato mezzi e tecniche sempre più evoluti. Sette istituzioni della città hanno deciso di prendere parte a questa iniziativa e di mettere a disposizione le proprie sedi e il proprio materiale legato alla montagna perché nel corso degli anni tanti alpinisti iscritti al CAI hanno contribuito ad animare la vita culturale, scientifica, economica, politica e sociale della città. Montagne e alpinisti non sono quindi stati lontani da una dimensione storica più generale che in questa mostra vorremmo ripercorrere e per molti versi riscoprire. L’augurio è che le nostre Alpi Orobie, e tutte le montagne, possano essere sempre più luogo di incontro e di unità, scuola di vita e occasione di formazione della volontà e del carattere per uomini e donne forti e liberi, capaci di salire in sicurezza e determinazione le grandi montagne della pace, della solidarietà e del servizio disinteressato per il bene comune. 

Piermario Marcolin

Presidente del Club Alpino Italiano – Sezione di Bergamo


Per secoli la montagna ha costituito un ostacolo naturale, che doveva essere necessariamente superato per consentire gli scambi. La Biblioteca “Angelo Mai” conserva documenti, risalenti fino al secolo XVI, che attestano i numerosi e frequenti spostamenti attraverso i valichi alpini motivati soprattutto da scopi commerciali, ma anche dal piacere di viaggiare e di conoscere popoli e costumi. Tema importante è quello del controllo politico: nell’Archivio della Camera dei confini sono documentati, con carte dettagliate, i confini e i principali valichi alpini oggetto di frequenti scontri per la definizione del ‘confin di monte’ tra la Repubblica di Venezia e lo Stato di Milano. Merci e viaggiatori erano sottoposti a controlli sanitari: il rilascio di ‘fedi di sanità’ garantiva l’assenza di contagio, in particolare da peste. Carte e mappe venivano realizzate anche per indicare i possedimenti delle famiglie ricche e utilizzate per la tutela degli interessi economici: lo sconfinamento da una parte o dall’altra dei valichi sottraeva terreno destinato al pascolo. Le relazioni e i diari redatti dai viaggiatori si possono considerare antesignani delle moderne guide turistiche. Con il ‘secolo dei lumi’ inizia la produzione di opere scientifiche sull’orografia, la geologia, la mineralogia e la cartografia delle vallate alpine.

PANNELLI DELLA MOSTRA