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Giovanni Simone Mayr, Francesco Nullo, Angelo Giuseppe Roncalli

Bergamo, Biblioteca Civica Angelo Mai
Atrio Scamozziano
29 luglio – 18 ottobre 2013

Nello scorso dicembre il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno adottato la decisione di proclamare il 2013 “Anno europeo dei cittadini”. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di “rafforzare la consapevolezza e la conoscenza dei diritti e delle responsabilità connessi alla cittadinanza dell’Unione, al fine di permettere ai cittadini di esercitare pienamente il proprio diritto di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri”.
Bergamo, anche sull’onda della candidatura a Capitale Europea della Cultura 2019, ha aderito all’iniziativa scegliendo di celebrare tre personaggi i cui percorsi biografici si intrecciano con la storia della città, della nazione e dell’Europa, dei quali ricorrono nel contempo anniversari significativi: Papa Giovanni XXIII, scelto per rappresentare la vocazione religiosa della città, a 50 anni dalla morte; Francesco Nullo, simbolo dell’impegno risorgimentale della Città dei Mille, scomparso 150 anni fa in Polonia; Giovanni Simone Mayr, maestro di Donizetti, uno dei grandi dell’Ottocento operistico italiano, emblema di Bergamo città della musica, a 250 anni dalla nascita. Modelli ideale di cittadini europei, esempi per le nuove generazioni, ai tre “bergamaschi” la Biblioteca Civica Angelo Mai riserva, dal 29 luglio al 18 ottobre 2013, il tradizionale spazio dell’Atrio scamozziano, esponendo materiali librari e d’archivio che testimoniano il valore e la portata internazionale delle loro vite.
La mostra è liberamente visitabile durante gli orari d’apertura della Biblioteca.

 

ANGELO GIUSEPPE RONCALLI

Papa Giovanni XXIII (Fotografia Felici)

Angelo Giuseppe Roncalli nasce a Sotto il Monte (Bergamo) il 25 novembre 1881. A undici anni entra nel Seminario della città dove avvia gli studi che si concludono brillantemente a Roma nel 1904, anno della sua ordinazione sacerdotale. Di nuovo a Bergamo, è segretario del vescovo e insegnante di Storia ecclesiastica fino al 1915 quando, richiamato alle armi, si prodiga come cappellano militare. Negli anni del dopoguerra, svolge la sua attività ecclesiastica prima a Bergamo e successivamente presso la Santa Sede, adoperandosi per le diocesi d’Italia e le missioni. Nel 1925 Pio XI lo nomina visitatore apostolico in Bulgaria, elevandolo alla dignità episcopale e affidandogli la sede titolare di Areopoli, antica diocesi della Palestina. Roncalli sceglie il motto episcopale Oboedientia et pax, frase che diverrà il simbolo del suo operato. In questa sua missione si confronta con la delicata questione dei rapporti tra cattolici di riti differenti e s’impegna ad agevolare le faticose relazioni con la chiesa ortodossa. Nel 1934 viene trasferito alla delegazione apostolica di Turchia e Grecia e nominato amministratore apostolico dei latini di Istanbul. Negli anni della guerra, segnati da morti, carestie, deportazioni, Roncalli si prodiga sia in azioni diplomatiche a favore della pace sia in interventi concreti di aiuto agli ebrei. Già più che sessantenne, è nominato nunzio apostolico a Parigi dove cura con particolare abilità le difficili relazioni tra la Santa Sede e il governo francese. La sua missione nella importante nunziatura parigina si distingue per la forte attitudine pastorale che va oltre le usuali prassi della diplomazia. Sarà questa la cifra del suo ministero anche per gli anni e gli incarichi successivi. Prima di lasciare Parigi nel 1953, è creato cardinale e nominato patriarca di Venezia, ricevendo la berretta cardinalizia all’Eliseo, dal presidente Auriol. Gli anni del patriarcato sono contrassegnati dall’aggiornamento della tradizione tridentina, dall’apertura verso la società civile, dalla continua azione di avvicinamento a realtà e ambienti tradizionalmente lontani alla Chiesa. È la messa in opera di quella ‘diplomazia del cuore’ che consentirà a Roncalli di ottenere risultati impensabili superando non poche difficoltà e annosi pregiudizi. Questa abitudine all’azione benevola e innovatrice, perseguita costantemente in situazioni difficili e in contesti internazionali, lo sollecita a indire, a pochi mesi dalla sua elezione a pontefice, il Concilio ecumenico Vaticano II per rispondere all’esigenza non più differibile di un cambiamento profondo della Chiesa e della sua azione nel mondo. Il 3 giugno 1963 si spegne la vita di Giovanni XXIII ma non l’azione di un pontefice che ha segnato in maniera straordinaria un’intera epoca.

 

FRANCESCO NULLO

Francesco Nullo (Andrea Taramelli, fotografia)

Nato a Bergamo il primo marzo 1826 da una famiglia di commercianti di tessuti, Francesco Nullo compie gli studi commerciali a Milano ed entra in contatto con le idee mazziniane diffuse nell’ambiente studentesco lombardo. La sua attività patriottica inizia nel 1848 con la partecipazione alle Cinque Giornate di Milano. Durante la prima guerra d’indipendenza si arruola nei Volontari lombardi e, dopo la sconfitta dell’esercito sabaudo a Novara, raggiunge Roma per sostenere la Repubblica romana. Qui mostra il suo valore nella riconquista di Villa Corsini e, dopo la resa della città, si unisce ai volontari raccolti da Garibaldi con l’obiettivo di portare soccorso ai patrioti veneziani; gli esempi di fedeltà a Garibaldi contraddistinguono la vita di Nullo, il quale intrattenne un rapporto di stretta collaborazione con il Generale e godette della sua speciale considerazione e stima. Allo scoppio della seconda guerra d’indipendenza si arruola nei Cacciatori delle Alpi e contribuisce in maniera determinante, attraverso l’acquisizione di importanti informazioni militari, all’entrata di Garibaldi in Bergamo l’8 giugno 1859. Dall’aprile 1860 si impegna nell’arruolamento dei volontari bergamaschi per la spedizione in Sicilia, durante la quale si distingue per il coraggio, l’intraprendenza e l’affidabilità nella battaglia di Calatafimi, nell’entrata in Palermo, nella presa di Reggio Calabria e nello scontro sul Volturno. Dall’inizio del 1863 intensifica la sua attività nel Partito d’Azione, impegnato nella risoluzione della questione del Veneto, che nell’ispirazione mazziniana si inserisce in una più ampia prospettiva europea di conquista dell’indipendenza da parte dei popoli sottomessi agli imperi austriaco, russo ed ottomano. Al sorgere dell’insurrezione in Polonia contro le autorità russe, Nullo matura la decisione di accorrere in aiuto degli insorti di quel paese straniero, a cui appartenevano molti patrioti che avevano combattuto per l’indipendenza italiana fin dal 1848; nel 1849 la Legione polacca, creata dal poeta e patriota Adam Mickiewicz, aveva difeso eroicamente la Repubblica romana al motto Per la vostra e la nostra libertà. D’intesa con il Comitato rivoluzionario polacco si pone a capo di una spedizione di volontari italiani, francesi e polacchi. Lo scontro con i russi avviene il 5 maggio 1863 a Krzykawka, presso Olkusz, dove Nullo viene colpito a morte mentre si espone al fuoco cercando di incitare gli uomini all’assalto. L’estremo sacrificio della morte per la libertà di un popolo straniero suggella la sua immagine di eroe romantico, animato dall’adesione appassionata agli ideali del Risorgimento e dal forte sentimento di dover spendere se stessi per la causa.

 

GIOVANNI SIMONE MAYR

Giovanni Simone Mayr (Giuseppe Diotti, olio su tela, 1815) Bergamo, Biblioteca Civica A. Mai

Giovanni Simone Mayr nasce a Mendorf presso Ingolstadt in Baviera nel 1763. Riceve i primi insegnamenti musicali dal padre organista e già a sette anni suona l’organo e il clavicembalo ed è in grado di cantare a prima vista facili melodie. Frequenta il collegio dei Gesuiti di Ingolstadt e, nel 1777, si iscrive all’università per studiarvi medicina, diritto e teologia. Respira il clima degli Illuminati di Baviera, un’associazione segreta che si pone obiettivi di promozione sociale nel ritorno agli ideali cristiani più puri. Fra i massimi aderenti a questa associazione il barone Thomas de Bassus che pone Mayr sotto la sua protezione portandolo con sé in Svizzera nel 1787 dove, a Poschiavo, apre una stamperia per diffondere, anche in Italia, gli scritti degli illuministi e opere letterarie e pedagogiche. Intorno al 1789 giunge a Bergamo e prende contatto con la vita musicale della città: l’incontro con il canonico Vincenzo Pesenti, appassionato di musica, si rivela decisivo per la successiva carriera di Mayr come musicista. Egli infatti gli finanzia un soggiorno a Venezia che si protrarrà per oltre dieci anni (1791-1802). Nella città lagunare perfeziona i suoi studi con Ferdinando Bertoni, maestro di cappella in San Marco, e compone i primi oratori e opere serie oltre a farse e brani di successo di tipo ricreativo. Nel 1796 sposa Angela Venturali che muore l’anno successivo. Nel 1804 convola a nozze con la sorella di lei Lucrezia. Sono del 1801 i suoi primi importanti successi in campo teatrale come Ginevra di Scoziache inaugura il Teatro Nuovo di Trieste. Nel 1802 è nominato maestro di cappella della basilica di S. Maria Maggiore a Bergamo: inizia così la sua definitiva permanenza nella nostra città. Mayr porta in Italia una ventata di rinnovamento culturale di respiro internazionale che si riflette sia nella sua produzione musicale sia nella didattica sia, ancora, nell’attivitàdi ricerca e divulgazione. Come maestro di cappella egli rinnova il repertorio e la prassi esecutiva puntando anche sulla formazione di voci bianche istituendo le Lezioni caritatevoli di musica, attive dal 1806 con il giovanissimo Gaetano Donizetti fra i primi allievi. Mayr si procura o trascrive trattati e metodi dei principali autori europei, promuove la cultura musicale cittadina collaborando con i principali teatri e caldeggiando l’attività di associazioni concertistiche. Significativa la sua continua e proficua partecipazione alla vita dell’Ateneo di scienze lettere ed arti, specchio dei suoi molteplici interessi culturali. Infaticabile la sua attività di storico, di ricercatore e la sua tensione all’aggiornamento sui fatti musicali europei.

 

OPERE ESPOSTE E DIDASCALIE

RONCALLI

  • Angelo Giuseppe Roncalli, Edizione nazionale dei diari di Angelo Giuseppe Roncalli (Giovanni 23.), Bologna, Istituto per le scienze religiose, 2003-2007 (RG23 A3 39/1-7)
  • Bolla Humanae Salutis, 25 Dicembre 1961
    Con questo documento, Giovanni XXIII convocò ufficialmente il Concilio Vaticano II. La Bolla, con la Rota e la Sottoscrizione autografa del Pontefice “Ego Ioannes Catholicae Ecclesiae Episcopus”, venne sottoscritta da 61 cardinali. In occasione del 50° anniversario dell’apertura del Concilio, l’Archivio Segreto Vaticano racconta la genesi dello storico evento con un’edizione anastatica della Bolla in tiratura mondiale limitata e numerata nella collana Exemplaria Praetiosa. L’edizione è stata acquistata dall’Associazione Amici della Biblioteca e donata all’Istituto.
  • Angelo Giuseppe Roncalli, Lettera a Giuseppe Locatelli, vicebibliotecario della Biblioteca Civica di Bergamo, s.l., 12 dicembre 1915 (RG23.4.15.10/1(118))
  • Angelo Giuseppe Roncalli, Lettera a mons. Luigi Drago (Bergamo), Sofia, 3 novembre 1930 (RG23.4.15.10/1)
  • Angelo Giuseppe Roncalli, Lettera a don Carlo Cavadini (Nantao, Shang-Hai), Istanbul, 3 giugno 1944 (RG23.4.15.10/1(57))
  • Angelo Giuseppe Roncalli, Lettera a don Lorenzo (San Pellegrino), Parigi, 10 agosto 1947 (RG23.4.15.10/1(60))
  • Angelo Giuseppe Roncalli, Lettera a Luigi Chiodi, direttore della Biblioteca Civica di Bergamo, Venezia, 10 giugno 1958 (RG23.4.15.10/1(90))
  • Due rari distintivi, in argento dorato con campo in smalto, ad uso dei Camerieri di Spada e Cappa soprannumerari al servizio di Papa Giovanni. Acquistati sul mercato antiquario dall’Associazione Amici della Biblioteca.
  • 1901. Seminarista, fotografia
    Guglielmo Carozzi, Angelo Giuseppe Roncalli, Achille Ballini: chierici prescelti dal vescovo di Bergamo per il Pontificio Seminario dell’Apollinare in Roma.
  • 1902. Soldato, fotografia
    Il ventenne Roncalli arruolato nel 73° Reggimento di Fanteria, brigata Lombardia, di stanza a Bergamo.
  • 1904. Sacerdote, fotografia
    Nella Chiesa di Santa Maria in Monte Santo a Roma è ordinato sacerdote.
  • 1905. Segretario del vescovo di Bergamo, fotografia
    Il vescovo di Bergamo mons. Giacomo Maria Radini Tedeschi lo sceglie come suo segretario.
  • 1915-1918. Richiamato sotto le armi, fotografia
    Riceve la divisa con i gradi di Sergente di Sanità.
  • 1915-1918. Cappellano militare, fotografia
    È nominato cappellano militare nell’Ospedale Nuovo di Bergamo con il grado di tenente.
  • 1925. Arcivescovo e Visitatore Apostolico, fotografia
    Consacrazione episcopale a Roma nella chiesa di San Carlo al Corso e nomina a Visitatore Apostolico in Bulgaria. Qui Roncalli intraprende con ogni mezzo faticosi viaggi per visitare i più sperduti villaggi con presenze cattoliche.
  • 1934. Delegato Apostolico, fotografia
    In abiti civili, secondo la legislazione locale, visita gli scavi archeologici in corso nell’antichissima città di Troia.
    In viaggio pastorale verso i luoghi montani, imitando s. Carlo Borromeo e s. Francesco di Sales.
  • 1944. Nunzio Apostolico, fotografia
    All’Eliseo, il Presidente della Repubblica Francese Vincent Auriol impone al nunzio Roncalli la berretta cardinalizia a nome di papa Pio XII, secondo l’antica usanza vigente in Francia.
  • 1953. Cardinale e Patriarca, fotografia
    Il solenne ingresso in Venezia lungo il Canal Grande, accompagnato da una moltitudine di gondole, vaporetti, motoscafi.
  • 1958. Papa: “Mi chiamerò Giovanni”, fotografia
    Angelo Giuseppe Roncalli viene eletto papa. Sul capo porta la tiara donatagli dai bergamaschi, opera di oreficeria e di cesello di Attilio Nani, ora custodita nel Duomo di Bergamo.
  • 1959. Mai sopito l’amore per gli studi storici, fotografia
    Papa Giovanni visita e ammira con appassionata competenza l’Archivio Segreto Vaticano .
  • 1961. Il Concilio, fotografia
    A Roma, presso San Pietro, il 25 dicembre 1961 firma la Costituzione Apostolica Humanae Salutis di indizione del SS. Concilio Ecumenico Vaticano II.
  • 1963. La “Pacem in terris”, fotografia
    L’11 aprile 1963 firma la Lettera enciclica Pacem in Terris.
  • 1963. Riceve il Premio Balzan per la pace, fotografia
    Il Presidente della Repubblica Italiana Antonio Segni, Presidente d’Onore della Fondazione Balzan, presenta il Premio Balzan per la Pace a Giovanni XXIII. Il Pontefice dispone che i cento milioni ricevuti siano subito devoluti in beneficenza.

NULLO

  • Francesco Nullo, Lettera autografa a Luigi Albani, 1 maggio 1860 (Archivio Gamba, Vol. XLI, 3753)
    Francesco Nullo comunica che è disponibile il convoglio per trasportare da Bergamo a Genova i volontari bergamaschi arruolati per la spedizione in Sicilia.
    «Caro Luigi, è stato accettato dalla ferrata il convoglio speciale per la mezzanotte; dunque in vigore le disposizioni intese. Il Tuo Francesco Nullo»
  • Francesco Nullo, Lettera autografa a Enrico Tavola, Palermo, 20 giugno 1860 (MMB 584, ff. 419-420)
    Francesco Nullo, in partenza per Catania, si rammarica di non aver ancora ricevuto nessuna lettera da Bergamo e prega l’amico di prendersi cura della fidanzata Celestina.
    «Caro Enrico! Immaginati come debbo essere di mal umore. Non ho ancora ricevuto una riga da Bergamo dalla mia partenza e fra due ore debbo partire, credo ci mandino a Catania. Ti accludo un biglietto per la mia Celestina… È inutile che io te la raccomandi nuovamente, tu conosci quanto io l’adori, la stimi ed avrai cura di custodire ciò che è tanto prezioso all’amico tuo… L’Aff. Tuo Checco»
  • Francesco Nullo, Lettera autografa a Enrico Tavola, Napoli, 16 settembre 1860 (MMB 584, ff. 421-422)
    Francesco Nullo confida all’amico di dover accompagnare Garibaldi a Palermo per una missione segretissima.
    «Carissimo Enrico! Aspettavo domani per scrivere a te, alla mia cara Celestina a mezzo Campioni, ma d’improvviso debbo accompagnare il Dittatore a Palermo (silenzio). …solo mille, mille affettuosi saluti alla mia Celestina; le scriverò appena arrivo colà. Un abbraccio a te, alla mia famiglia. Dell’Aff. Vostro Checco»
  • Francesco Nullo, Lettera autografa a Enrico Tavola, Cracovia, 30 aprile 1863 (MMB 584, f. 411)
    Francesco Nullo dà notizie sull’inizio della spedizione in Polonia.
    «Enrico carissimo, al pervenirti della presente noi saremo già nella Polonia insorta da qualche giorno. Ebbimo non poche difficoltà per avere le armi e partire subito. A mio riguardo gli incaricati del Governo di Varsavia ebbero tanta bontà e deferenza, di cui sono veramente commosso. L’affare è arduo e con pericolo. I russi fanno una guerra crudele. Io spero che la mia buona stella non vorrà lasciarmi orfano e che Dio non mancherà di proteggere i difensori dei diritti dell’uomo… Enrico, un abbraccio, un bacio Del Sincero Tuo Amico Checco»
  • Luigi Stefanoni, Francesco Nullo martire in Polonia, Milano, Carlo Barbini, 1863 (Galleria B 2 17(12))
  • Giuseppe Locatelli, Cennio biografici. Francesco Nullo in “Diario-Guida della città e provincia di Bergamo”, Bergamo, Bolis, 1894 (Almanacchi 3. 125/1)
  • Karolina Firlej-Bielanska, Nullo i jego towarzysze, Varsavia, Ksiegarni Robotniczej, 1923 (Sala II loggia B.6.27)
  • Alfonso Vajana, Francesco Nullo un precursore dell’unità europea, Bergamo, S. Alessandro, 1957 (Cass. V I.2.64)
  • Giuliana Donati Petteni, Francesco Nullo cavaliere della liberta, Bergamo, Bolis, 1963 (Sala 3 Y.7.15)
  • Vittorio Polli, Francesco Nullo, Bergamo, Istituto Civitas Garibaldina, 1964 (Sala 3 Y.5.28)
  • Giuseppe Cesare Abba, In morte di Francesco Nullo, Genova, Stabilimento degli artisti tipografi, 1863 (Sala II loggia F.4.39/15)
  • Studio Fotografico Sacchi Bergamo, Monumento a Francesco Nullo a Varsavia, 1939 (Archivio Storico del Comune di Bergamo, Sezione post-unitaria, Cart. 272)
    Il monumento, opera dello scultore Gianni Remuzzi, fu donato dalla città di Bergamo alla Polonia nel 1939
  • Laura Beatrice Mancini, In memoria del generale Nullo in Luigi Stefanoni, Francesco Nullo, Milano, Carlo Barbini, 1863 (Sala 24 Q.1.2(1))
  • Richiesta da parte del Comitato per le Onoranze a Francesco Nullo al Sindaco di Bergamo di collocare il monumento a Nullo nei giardini di Porta Nuova, Bergamo, 1907 (Archivio Storico del Comune di Bergamo, Sezione post-unitaria, Cart. 269)
  • Premiata Fotografia A. Taramelli, Monumento a Francesco Nullo, 1907 (Archivio Storico del Comune di Bergamo, Sezione post-unitaria, Cart. 269)

MAYR

  • Franz Joseph Haydn, La creazione del mondo [Die Schöpfung], recato in versi italiani sotto le stesse note dal Sig. Giuseppe de Carpani, Bergamo, Sonzogni, 1809 (22 R 18(8))
    Libretto stampato a Bergamo in occasione di una delle primissime esecuzioni in Italia del celeberrimo oratorio del grande compositore austriaco. Venne rappresentato nel Teatro della Società, da poco tempo inaugurato, con la partecipazione degli allievi delle Lezioni caritatevoli di musica. I fondi raccolti servirono per la fondazione del Pio Istituto Musicale, un ente benefico per il sostegno dei musicisti a riposo e/o delle loro famiglie.
  • Ludwig van Beethoven, Sinfonia n. 4 op. 60 in Sib maggiore, partitura in copia autografa di Mayr (Fondo Mayr 243(4))
  • Wolfgang Amadeus Mozart, Quintetti per archi K 515, 516, 593, 614, partitura in copia autografa di Mayr (Biblioteca Donizetti 113.1078)
    Due significativi esempi delle numerosissime copie delle composizioni di autori d’oltralpe effettuate da Mayr al triplice scopo di impossessarsi della tecnica compositiva, di utilizzarle a fini didattici e di diffonderne la conoscenza in Italia mediante esecuzioni pubbliche e private.
  • Giovanni Simone Mayr, Almanacco musicale per l’anno 1826 (Mayr Salone N.9.6.1)
    Ponderoso progetto di periodico musicale ricco di notizie sull’attualità musicale europea (recensioni teatrali, novità in campo organologico, aneddoti, premi e onorificenze, biografie e necrologie di musicisti, ecc.) steso da Mayr con l’intento di realizzarne una pubblicazione annuale. Purtroppo, l’idea non ebbe alcun seguito.
  • Johann Georg Sulzer, Allgemeine Theorie der Schonen Kunste, Leipzig, Weidmannschen Buchhandlung, 1792 (Fondo Mayr 720a-b)
    Un’enciclopedia dedicata alle diverse arti, opera erudita di J. G. Sulzer (1720-1779) che tanta parte ebbe nella formazione giovanile del compositore bavarese. Il monogramma sul frontespizio indica l’appartenenza dell’opera alla Biblioteca del Mayr.
  • Leopold Mozart, Violinschule, Frankfurt und Leipzig, 1791 (Quarta edizione) (Fondo Mayr 833)
    Il noto metodo per violino del padre di Wolfgang Amadeus Mozart, che ebbe diffusione europea. Anche questo volume apparteneva alla Biblitoeca del bavarese
  • Konstanze Weber Mozart, Lettera autografa indirizzata a Mayr, Vienna, 1807 (Mayr Salone N.9.3/2-504)
    A testimonianza della grande reputazione internazionale goduta da Mayr, la vedova di Wolfgang Amadeus Mozart gli indirizza una lettera affinché interceda a favore di suo figlio Carl Thomas in procinto di iniziare i suoi studi musicali a Milano con Bonifazio Asioli.
  • Giovanni Simone Mayr, Ginevra di Scozia, Opera seria. Prima rappresentazione: Trieste, Teatro Nuovo, 21 aprile 1801. Partitura parzialmente autografa di Mayr (Fondo Mayr 291.6)
  • Joseph Quaglio (1747-1828), Bozzetti di scena per l’opera Ginevra di Scozia, utilizzati probabilmente per uno degli allestimenti di Monaco di Baviera del 1805 o del 1807 (Bozzetti originali in München, Deutsches Theatermuseum)
    Con Ginevra di Scozia, nel 1801 Mayr si afferma definitivamente come compositore di opere di statura internazionale. Numerose le rappresentazioni di quest’opera nei teatri delle principali città europee nei decenni successivi: Berlino, Budapest, Francoforte, Lubecca, Stoccarda, Varsavia, Vienna, Monaco.
  • Johann George Sulzer, Saggio d’educazione ed istruzione de’ fanciulli, traduzione dal tedesco di Baldassarre Domenico Zini, Poschiavo, Giuseppe Ambrosioni, 1780 (Sala I loggia H.5.80)
  • Johann Heinrich Pestalozzi, Lienhard und Gertrud, Zürich, Heinrich Gessner, 1804 (Sala 3 W.1.223)
    La didattica e le relative problematiche metodologiche occuparono gran parte della vita e del pensiero di Mayr. Alla base della creazione della sua scuola – le fortunate Lezioni caritatevoli di musica aperte a Bergamo nel 1806 – si pongono alcuni caposaldi della letteratura d’oltralpe sull’argomento, tenuti dal didatta bavarese quale modello ispiratore. Il pedagogo svizzero Pestalozzi (1746-1827) fu affiliato agli Illuminati di Baviera, associazione segreta internazionale a cui avevano aderito anche Mayr e il tipografo bergamasco G. Ambrosioni.

 

Curatori della mostra: Rosella Chiodero, Marcello Eynard, Lorenza Maffioletti, Claudia Musto

COMUNE DI BERGAMO
Assessorato alla Cultura
Biblioteca Civica Angelo Mai e Archivi storici comunali
Atrio scamozziano, 29 luglio – 18 ottobre 2013