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Un percorso fra i documenti bergamaschi dall’età longobarda all’affermazione del Comune

Bergamo
Atrio della Civica Biblioteca Angelo Mai
11 – 26 aprile 2008

a cura di Gianmarco de Angelis

Biblioteca Civica “A. Mai” di Bergamo, Collezione di pergamene, perg. 3153.

L’esposizione al pubblico di alcuni dei più importanti documenti medievali conservati negli archivi della città di Bergamo intende delineare un percorso all’interno delle dinamiche del potere, della cultura scritta e della società locale nel lungo arco di tempo compreso fra gli ultimi anni di regno longobardo indipendente e la fase di gestazione e affermazione delle istituzioni comunali urbane.

L’adeguata valorizzazione dei depositi archivistici bergamaschi – fra i più cospicui dell’Italia settentrionale – costituisce un topos ricorrente nella letteratura specialistica, per via delle preziose opportunità che essa offre nel bilanciare la mancanza, altrettanto spesso lamentata, di fonti di altra natura (anzitutto letteraria) in grado d’illuminare aspetti cruciali della vicenda storica nel periodo in questione. È parso dunque opportuno, in coincidenza con lo svolgimento dei seminari di studio organizzati dal Comune e dalla Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Bergamo su Le fonti per la storia dei Longobardi in Italia e le origini del governo comunale bergamasco, offrire alla cittadinanza l’occasione di un confronto diretto con quegli ’strumenti di lavoro’: autentici «documenti/monumenti», certo (per riprendere una fortunata definizione di Jacques Le Goff), in quanto risultati «dello sforzo compiuto dalle società storiche per imporre al futuro quella data immagine di se stesse»; ma prima ancora – e soprattutto – rappresentazioni scritte di concreti e condizionanti rapporti di forza all’interno delle società medesime; fenomeni storici essi stessi, perché sorti dal vivo di prassi giuridiche e in risposta a funzioni e finalità sempre peculiari, mutevoli (e mutate) a seconda dei contesti e degli attori politici. Preziosi bagagli di memorie, insomma. Terreni da scandagliare pazientemente e continuamente alla ricerca delle molte radici del nostro complesso presente.

CATALOGO DELLA MOSTRA