La direzione di Luigi Chiodi alla Biblioteca Civica di Bergamo, 1957-1978
Bergamo, Biblioteca Civica Angelo Mai – Atrio Scamozziano
18 agosto – 18 settembre 2014
A corredo di un nutrito programma di iniziative che celebrano quest’anno il centenario della nascita di monsignor Luigi Chiodi (Verdello, Bergamo, 1914-1988), la Biblioteca Civica Angelo Mai propone un’esposizione di libri e documenti che intendono testimoniare la ventennale opera di direzione della Biblioteca che egli svolse dal 1957 al 1978. Una direzione sensibile ai cambiamenti sociali; pronta a rispondere ai bisogni di un’utenza sempre più variegata ed esigente; attenta ad accogliere e a porre in atto le indicazioni più avanzate della biblioteconomia internazionale. Laureato in Teologia e Lettere antiche, monsignor Chiodi si dedicò con passione e competenza alle attività di bibliotecario e direttore della Mai, coniugando costantemente l’opera di analisi e di riordino dei fondi archivistici e librari, dei periodici, delle raccolte speciali con la redazione puntuale di repertori e strumenti di corredo. La mostra offre una selezione rappresentativa di questi lavori, alcuni rimasti in forma manoscritta, altri pubblicati: indici, cataloghi, elenchi e registri che, sempre offerti generosamente ai ricercatori, resero più visibile e fruibile negli anni il prezioso patrimonio della Biblioteca Civica di Bergamo. Nella sezione ‘Album’, è esposta una miscellanea di libri e periodici che hanno accolto i saggi e i contributi di monsignor Chiodi; carte d’archivio, fotografie e lettere utili a comprendere quanto il suo profilo teologico-spirituale, il suo impegno civile e amministrativo, la sua passione per gli studi e per la ricerca storica si siano felicemente sommati nell’azione di rinnovamento della Biblioteca Civica.
L’ordinamento dell’Archivio della Misericordia Maggiore
L’Archivio del Consorzio della Misericordia maggiore di Bergamo (MÎA) è il più significativo tra gli archivi istituzionali conservati dalla Biblioteca Civica Angelo Mai. Depositato nel 1912, comprende documenti, registri e circa 12.000 pergamene. Viene riordinato da Luigi Chiodi che nel 1965 ne pubblica l’inventario sulla rivista “Bergomum”. Durante il lavoro di sistemazione e di studio del fondo, egli rintraccia documenti di grande importanza quali, ad esempio, alcune lettere autografe di Lorenzo Lotto, delle quali cura poi l’edizione, e altri testi che gli forniscono lo spunto per la redazione di numerosi saggi di storia locale.
Le carte degli archivi gli consentono di attingere informazioni dirette e specifiche che portano alla nascita della rubrica Note di cose bergamasche ignote o quasi, pubblicata nella rivista “Bergomum”. Le pergamene conservate presso la Biblioteca Civica, a partire dall’iniziativa ottocentesca di Antonio Tiraboschi, sono separate fisicamente dal materiale cartaceo: Chiodi mantiene questo criterio anche per le pergamene della MÎA, ma lo rende meno invasivo schedando il materiale nello stesso fondo di appartenenza. Inoltre, decide di far rilegare a volume il materiale membranaceo, che dunque non si presenta più sciolto o arrotolato, nella convinzione che la legatura offra “la sicurezza, l’ordine e la pulizia”.
L’ordinamento dei fondi archivistici e manoscritti
Nell’assumere la direzione del nostro istituto, monsignor Chiodi si preoccupa anzitutto di riordinare la maggior parte del patrimonio archivistico e dei fondi antichi da lui amministrato per fornire agli studiosi strumenti di corredo più adeguati e consentire un’agevole consultazione dei materiali. Al contrario di quanto solitamente accade, nella Biblioteca Civica Mai sono conservati, oltre alla documentazione di famiglie e di singole personalità, anche gli archivi comunali e di altri enti. L’Archivio comunale di Antico regime, contenente migliaia di filze e registri del periodo veneto (1428-1797), è “eccezionalmente vasto” e quando monsignor Chiodi lo studia e lo riorganizza, si augura “che il riordino in corso non sia fine a sé stesso, ma determini un nuovo fiorire di studi che faccia la tradizione bergamasca degna dell’antica”.
Nell’opuscolo La Biblioteca civica “A. Mai” in Bergamo, Chiodi dedica ampio spazio alla descrizione dei manoscritti della Biblioteca; indica il numero di quelli già registrati in 6.572 volumi e 23.678 tra lettere e carte sciolte ed elenca le opere più preziose. Compila un catalogo topografico, rimasto inedito, ordinando i manoscritti secondo la loro originaria collocazione negli armadi, contrassegnata da una lettera dell’alfabeto greco seguita da due numeri arabi, che gli consente poi di ripartire i documenti in base a criteri sia cronologici sia tipologici. Alla sua attività di studioso e di profondo conoscitore della genesi e dello sviluppo dei fondi della Biblioteca, si deve anche la compilazione di cataloghi ed elenchi di specifici nuclei di manoscritti, quali gli Statuti medievali dell’antica Sala 1^; le opere donate nel 1860 dal conte Vimercati Sozzi; i manoscritti documentari e i carteggi dell’Acquisto Ravelli.
Le raccolte speciali degli incunaboli e delle cinquecentine
Nel 1966 Chiodi pubblica l’Indice degli incunabuli della Biblioteca Civica di Bergamo, catalogo delle 1.273 edizioni del XIV secolo. Nell’introduzione, afferma che le motivazioni che sostengono il progetto sono in parte catalografiche, rispondendo alla necessità di fornire strumenti adeguati per la consultazione del fondo da parte degli studiosi, e in parte culturali, fornendo spunti per successive ricerche tramite l’analisi del “rapporto tra la diffusione della cultura e della stampa”. Per redigere gli strumenti di corredo dei numerosi fondi antichi, Chiodi utilizza i criteri del catalogo short-title, che indica autore, titolo, data e luogo di edizione, segnatura di collocazione nei depositi, e rispetta le regole già utilizzate nell’Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d’Italia. Inoltre, decide di dare ampio spazio alle illustrazioni poiché questo “renderà più accessibile il catalogo anche a chi non sia del mestiere, attraverso il gusto di pagine perfette”.
Il catalogo delle Cinquecentine della Biblioteca Civica A. Mai di Bergamo, pubblicato nel 1973, offre un quadro complessivo dei 1.100 volumi del XVI secolo presenti in Biblioteca, elencando anche i volumi della Biblioteca Capitolare e del fondo dell’Accademia Carrara, e conferma il tradizionale metodo di lavoro del direttore: estrarre i materiali speciali dal patrimonio generale per formare raccolte diverse, ordinate per tipologia, cronologia o pertinenza tematica. I cataloghi approntati da Chiodi hanno raggiunto le biblioteche di tutto il mondo e hanno avuto il merito di stabilire, finalmente, relazioni più fitte e proficue tra il patrimonio della Biblioteca e gli utenti, non solo locali ma soprattutto remoti, favorendo così la ricerca internazionale.
La valorizzazione della Raccolta tassiana e del Fondo periodici
Durante gli anni della sua direzione, Luigi Chiodi dedica una speciale attenzione anche alla prestigiosa Raccolta tassiana avendo egli compreso che essa rappresenta sia un elemento di distinzione e specificità per una biblioteca tra le più importanti in Italia sia un riferimento imprescindibile per gli studi tassiani internazionali. Fin dal 1958 dà risalto alla sezione dedicandole un intero capitolo nell’opuscolo La Biblioteca civica “A. Mai” in Bergamo; quindi riprende e porta a termine, con valenti collaboratori, il catalogo della Raccolta, riuscendo a pubblicarlo già nel 1960 dopo pochi anni di lavoro. Infine, procede all’acquisto regolare delle pubblicazioni tassiane correnti per accrescere la sezione con nuove edizioni delle opere e nuovi studi critici.
Nella seconda metà degli anni Cinquanta, il fondo dei periodici registra un aumento rilevante delle testate che tra il 1956 e il 1964 passano da 225 a 970. L’intenzione di Chiodi di accrescere il fondo è sostenuta da più circostanze: l’aumento, da lui richiesto, dei contributi comunali; l’avvio di abbonamenti da parte del Ministero della pubblica istruzione a nome della Biblioteca; l’assorbimento dei periodici della Scuola Superiore di Giornalismo e Mezzi Televisivi dopo la sua dismissione; il deposito presso la Mai delle riviste di cui sono dotati i vari uffici comunali; l’acquisizione, alla fine degli anni Sessanta, del ricchissimo fondo appartenuto al prestigioso Istituto Italiano di Arti Grafiche. Per la raccolta dei periodici, mons. Chiodi redige un catalogo dattiloscritto in tre volumi, propedeutico alla trascrizione su schede mobili eseguita alla fine degli anni Settanta. Pubblica inoltre gli indici per autori e per soggetti della rivista “Bergomum”, per le annate dal 1907 al 1956.
La formazione della Sala Giovanni XXIII e di altre raccolte
Nell’ottobre 1961, Chiodi preannuncia in una lettera indirizzata a monsignor Capovilla che intende aprire nella Biblioteca un Gabinetto “Giovanni XXIII” quale “omaggio doveroso della città al suo più Augusto Cittadino” che raccolga gli scritti del pontefice, i saggi a lui dedicati e una documentazione fotografica del pontificato. L’offerta di collaborazione del segretario particolare del papa dà avvio a un intenso periodo di recupero di documenti testuali e iconografici che consentono al direttore della Mai di allestire la Sala e di inaugurarla nel settembre 1962. Dopo la morte del pontefice, Chiodi avvia una nuova fase di recupero documentario e chi ha avuto contatti personali o istituzionali con Roncalli invia alla Biblioteca lettere, articoli di giornali, dattiloscritti, libri, fotografie che accrescono la raccolta e suggeriscono al concittadino Pietro Mosconi la redazione di un ingente corpus bibliografico.
Per un lungo ventennio, monsignor Chiodi non solo si dedica a un incremento significativo per quantità e qualità del patrimonio ma si assume soprattutto la responsabilità di operare su di esso una distinzione, di applicare diffusamente un metodo biblioteconomico in cui crede e che ritiene il più favorevole alla società degli studiosi. Sia i registri topografici sia le sale di deposito recano le tracce della sua opera di selezione e di raccolta per tipologia, per ambito cronologico o tematico, dei materiali: le edizioni del Seicento e del Settecento sono tutte individuate e segnalate nei registri; le tesi di laurea sono raccolte nella Sala 34 come pure i manuali dell’editore Hoepli; le opere manzoniane già in Biblioteca sono annesse al dono del senatore Giuseppe Belotti (1974) grazie al quale monsignor Chiodi può subito allestire una ‘Sala manzoniana’.
DOCUMENTI ESPOSTI
- Catalogo topografico delle 12000 pergamene dell’Archivio del Consorzio della Misericordia Maggiore.
(Biblioteca Civica, Sala di consultazione Fondi antichi, Ar 16).
Questo catalogo dattiloscritto, redatto e annotato da mons. Chiodi, offre un regesto per ciascuna notizia bibliografica e costituisce, dagli anni Sessanta ad oggi, uno strumento imprescindibile per la consultazione del fondo. - La Biblioteca Civica Angelo Mai in Bergamo, a cura di Luigi Chiodi, Bergamo, Secomandi, 1958, pp. 35-36.
(Biblioteca Civica, Fondi librari, G 3981) - Fotografie preparatorie all’edizione dell’Indice degli incunabuli della Biblioteca civica di Bergamo, a cura di Luigi Chiodi, Bergamo, Secomandi, 1966.
(Biblioteca Civica, Archivio fotografico, Raccoglitore 7, Categoria 4.1, Busta 1) - Schede di cinquecentine dal Catalogo storico dei fondi librari.
(Biblioteca Civica, Sala del Catalogo storico).
Sulle schede delle edizioni del Cinquecento ancora inserite nel Catalogo storico, sono evidenti sia le segnature di appartenenza ai fondi originari sia le nuove collocazioni attribuite dal direttore Luigi Chiodi al momento della formazione della raccolta speciale. Gran parte dei titoli è oggi presente nel catalogo digitale Edit16. - Schede di opere tassiane dal Catalogo speciale della Raccolta.
(Biblioteca Civica, Sala di consultazione Fondi antichi).
Al catalogo storico a schede, ripartito in sezioni di opere e soggetti, si aggiunge dal 1960 il catalogo curato da Luigi Chiodi. La quasi totalità dei titoli è oggi presente nel catalogo in linea del Servizio Bibliotecario Nazionale. - Lettera di Loris Francesco Capovilla a Luigi Chiodi. Roma, 21 ottobre 1961.
(Biblioteca Civica, Corrispondenza, a. 1961, prot. n. 727).
Capovilla, segretario particolare del papa, giudica buona l’idea di don Chiodi di aprire un ‘Gabinetto Giovanni XXIII’ e offre prontamente una fattiva collaborazione inviando consigli bibliografici e operativi, nonché libri e documenti, per l’allestimento della Raccolta. - Schede di opere relative a Giovanni XXIII dalla Bibliografia giovannea di Piero Mosconi, pt. II.
(Biblioteca Civica, Raccolta Giovannea, Materiali diversi 4).
Piero Mosconi negli anni successivi al centenario della nascita di Roncalli (1881-1981) compila un’amplissima bibliografia giovannea. La prima parte, riservata agli scritti di Giovanni XXIII, è dattiloscritta; la seconda, per la saggistica relativa al pontefice, al pontificato e al Concilio Vaticano II, è redatta su oltre 4600 schede. - Raccolta xerostatica degli indici annuali di “Bergamo o sia Notizie patrie”.
(Biblioteca Civica, Fondi librari, G 1 3457).
Primo strumento di indicizzazione approntato da mons. Chiodi per l’almanacco stampato a Bergamo dal 1815 al 1892 e richiesto con frequenza dagli utenti della Biblioteca. Il periodico è oggi consultabile nella Biblioteca digitale di Lombardia Beni Culturali. - Antonio Suardi, Leggende agiografiche, ovvero Canzoni illustrate di santi, diavoli e cavalieri.
Note introduttive al Codice Suardi (1492-1493) della Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo (Cassaf. 3.3) e Riproduzione fototipica a cura del Centro Studi Valle Imagna. - Lettera di Angelo Giuseppe Roncalli a Luigi Chiodi. Venezia, 10 giugno 1958.
(Biblioteca Civica, Raccolta Giovannea, 4.15.10/1 (90)).
“… Felicitazioni per la vostra nomina…” - Inventario degli statuti medievali dell’antica Sala 1^.
(Biblioteca Civica, Sala di consultazione Fondi antichi, Ms 4 1/4). - Richardus de Mediavilla, Commentum super quartum librum sententiarum a Petri Lombardi, Venezia, Cristoforo Arnoldo, ca. 1476.
(Biblioteca Civica, Fondi librari antichi, INC. 1 110).
Pagina con iniaziale I (“Innova”) miniata, della bottega del Balsemo. - Richardus de Mediavilla, Commentum super quartum librum sententiarum a Petri Lombardi, Venezia, Cristoforo Arnoldo, ca. 1476.
(Biblioteca Civica, Fondi librari antichi, INC. 3 187).
Pagina con testo a stampa, circondato da decoro miniato includente iniziale I (“Innova”).