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Gaetano Donizetti, Lucia di Lammermoor. Dramma tragico per il Regio Teatro di San Carlo, Napoli, estate 1835; parole di Salvatore Cammarano. Partitura autografa di 181 fogli – (Cassaf. 6.12).

Già all’epoca della prima esecuzione dell’opera, avvenuta al Teatro San Carlo il 26 settembre 1835, la partitura autografa della Lucia di Lammermoor fu acquisita dall’editore napoletano Guglielmo Cottrau, socio di Giuseppe Girard. La casa editrice partenopea infatti, a quell’epoca, aveva la proprietà di tutte le opere rappresentate nei teatri napoletani San Carlo e Nuovo, essendo anche appaltatrice della copisteria incaricata di copiare le parti per gli esecutori. Per un secolo, quindi, la partitura dell’opera donizettiana restò in possesso della casa editrice.

Da segnalare, nel 1866, un’annotazione manoscritta e un timbro posti al recto del primo foglio, volti a certificare l’autenticità dell’opera, ai fini della tutela del diritto d’autore. Ciò a seguito della legge del 20 giugno 1865 (la prima legge unitaria italiana sul diritto d’autore) e del Regio Decreto n. 2439 del 29 luglio successivo. L’organo dell’amministrazione centrale competente in materia era il Ministero dell’agricoltura e del commercio, in seno al quale operava un apposito «Ufficio della proprietà letteraria».

Nel 1935 Giovanni Treccani degli Alfieri acquistò, tramite il libraio antiquario Casella di Napoli, dagli eredi degli editori Girard e Cottrau, il prezioso manoscritto, prima che questo prendesse la via dell’America, come si legge nell’annotazione autografa dello stesso Giovanni Treccani posta sul foglio di guardia anteriore. Industriale del settore tessile e senatore del Regno nel 1924, Treccani degli Alfieri fondò, l’anno successivo, l’Istituto Giovanni Treccani per la pubblicazione dell’Enciclopedia Italiana e del Dizionario Biografico degli Italiani. Il grande mecenate promosse successivamente un’elegante edizione in facsimile della partitura donizettiana, che uscì nel 1941, con tiratura limitata a 300 esemplari, per l’editore milanese Bestetti, con note introduttive di Guido Zavadini (Parma, 1868 – Bergamo, 1958), musicologo e primo conservatore del Museo Donizettiano di Bergamo. Al verso del piatto anteriore della partitura troviamo l’ex libris prestampato di Giovanni Treccani degli Alfieri; alla sua morte, avvenuta nel 1961, la partitura rimase in possesso dei discendenti. Nel 1985 la famiglia Perolari ne finanziò l’acquisto da parte del Comune di Bergamo, che ne venne in possesso il 19 marzo di quell’anno, come si ricava da altra annotazione autografa di Aldo Perolari. Da allora la partitura è custodita nel caveau della Biblioteca Mai.

Nel 2006, grazie a un finanziamento del Ministero dei Beni Culturali, si è proceduto alla digitalizzazione dell’intera partitura, che è possibile sfogliare sul portale Internet Culturale.

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